09-10-2015, 08:42
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-10-2015, 09:02 da kermit.)
(09-10-2015, 07:49)LiberaMente Ha scritto: Marcello tu e Marco giocate a non capirvi. Marco dice che la differenza sta tra fili impregnati o no. Nei metodi tape drive, i velai mi perdoneranno imprecisioni, la vela è fatta da un supporto di base fatto da una lamina di mylar con fili non orientati, di kevlar o poliestere o ... Con tale lamina viene fatta una base, su cui vengono incollati dei nastri (tape) fibrati con i fili continui lungo le linee di carico della vela. I nastri sono incollati con un collante fermo adesivo. I fili non sono preimpregnati di resina. Il brevetto originale è di Marco Holm, il genio che ha poi inventato anche il millennium e ora il monolitico.Giuliano probabile che effettivamente io e Marco non ci capiamo ma non sarebbe una novità, quello che vorrei che si comprendesse è che o impregni di resina il filo o lo preincolli su un nastro o usi polimeri che si attivano termicamente, alla fine della fiera sempre un vincolo tenace deve esistere tra il supporto e i fili che reggono i carichi.
Si può poi discutere quale sia il sistema che a parità di vincolo crei meno problemi, ad esempio se riesci ad eliminare la bagnatura del filo con la colla e fare una coesione come le vele forte 4t, quindi eliminando il peso della resina e la sua futura cristallizzazione ecc. fonte di futuri problemi
Però permettimi Giuliano, Marco zk introduce un concetto di assenza di vincolo che non sta né in cielo né in terra e ad oggi vele fatte con questo criterio non esistono, anzi esistono ma sono da buttare, come la mia northsail delaminata
