15-10-2015, 11:56
Innanzitutto bisognerebbe capire a cosa serve il ragno. Se non si è capito quello, è molto difficile rendersi conto della sua importanza. Una piccola scollatura potrebbe non essere .: lunga bolinata, la crepa "cammina" la struttura comincia a muoversi, la chiglia a flettere. é uno scenario pessimistico, ma vi sentireste di escluderlo?
Io ho navigato e regatato per 7 anni su un elan 37, la conoscevo come le mie tasche. Il sistema che usava la Elan aveva il pregio di non essere un controstampo, quindi ispezionale in ogni punto e forse più leggero e rigido, ed anche la caratteristica di funzionare da "fusibile" in caso di grounding. Il ripristino in caso di delaminazione va fatto con cura e con un certo metodo, non basta buttarci una secchiata di resina. Non è che sia un lavoro complessissimo, ma è costoso. Noi col 37 abbiamo preso qualsiasi mare, lo abbiamo "stressato" in regata e ci siamo trovati molto bene. A scogli però non ci siamo . verebbe da dire che quel tipo di lavorazione perdona molto poco gli urti.
Poi esistono altri sistemi per costruire le strutture di rinforzo. Per un bel po x ha adottato il ragno in acciaio, seguito dal Pardo. Di fatto si incolla allo scafo una mastodontica struttura di acciaio, a cui si collega chiglia e lande. Il sistema è pesante ma molto solido e affidabile se ben incollato. In caso di grounding veramente forte, la riparazione è tragica. da quello che mi hanno detto, se il ragno di acciaio si deforma, va "distrutto" e tirato fuori dalla barca (intero non esce). poi va ricostruito a pezzi e re-incollato allo scafo.
Forse, da un punto di vista costi-benefici il controstampo non è che sia così male, anche se bisogna dire che i 40.7 soffrivano di distacchi se tirati molto.
Io ho navigato e regatato per 7 anni su un elan 37, la conoscevo come le mie tasche. Il sistema che usava la Elan aveva il pregio di non essere un controstampo, quindi ispezionale in ogni punto e forse più leggero e rigido, ed anche la caratteristica di funzionare da "fusibile" in caso di grounding. Il ripristino in caso di delaminazione va fatto con cura e con un certo metodo, non basta buttarci una secchiata di resina. Non è che sia un lavoro complessissimo, ma è costoso. Noi col 37 abbiamo preso qualsiasi mare, lo abbiamo "stressato" in regata e ci siamo trovati molto bene. A scogli però non ci siamo . verebbe da dire che quel tipo di lavorazione perdona molto poco gli urti.
Poi esistono altri sistemi per costruire le strutture di rinforzo. Per un bel po x ha adottato il ragno in acciaio, seguito dal Pardo. Di fatto si incolla allo scafo una mastodontica struttura di acciaio, a cui si collega chiglia e lande. Il sistema è pesante ma molto solido e affidabile se ben incollato. In caso di grounding veramente forte, la riparazione è tragica. da quello che mi hanno detto, se il ragno di acciaio si deforma, va "distrutto" e tirato fuori dalla barca (intero non esce). poi va ricostruito a pezzi e re-incollato allo scafo.
Forse, da un punto di vista costi-benefici il controstampo non è che sia così male, anche se bisogna dire che i 40.7 soffrivano di distacchi se tirati molto.
