Era di proprietà di un facoltoso signore, che se non mi sbaglio era anche proprietario o socio all'Hannibal di Monfalcone, dove era tenuta.
L'ho visitata nel 2004, quando era in vendita, era perfetta.
Ogni anno all'inizio dell'inverno, l'albero veniva tolto e barca e albero e rimessati in capannone, in primavera veniva fatto il ciclo di verniciatura completa ad albero e barca e poi rimessa in acqua con le fiancata al sole, protetta da teli bianchi (come d'altronde facevano con il Rorolima,a Lavagna, il 15 mt che tu conosci).
Per qualche anno ha tenuto tutte e due le Angelica e quindi il lavoro e i costi erano raddoppiati.
E' un altro mondo, con altre disponibilità economiche.
Barca mantenuta con equipaggio e usata per qualche veloce crociera in Adriatico e per le Sciarrelli cup e raduni del genere.
Carlo Cazzaniga se non vado errato giusto? beh, i miei complimenti comunque, riuscire a mantenere due barche del genere, deve essere uno per il quale i soldi sono l'ultima delle sue preoccupazioni! comunque, solo per precisare, la barca a cui mi riferisco è Pamadica, e non Rorolima, che pure conosco...
Ma io dico, come si fa a tenere una barca come Angelica III e non usarla per farsi qualche bella crociera seria? che invidia comunque...
Si è lui, l'Angelica non era attrezzata per lunghe crociere, nè internamente nè come armo velico e internamente, per la lunghezza, era piuttosto inabitabile.
L'avevo vista insieme ad uno dei soci del Cantiere Alto Adriatico.
Io ero a Monfalcone perchè ero andato a vedere e praticamente concluso l'acquisto del Freya, un 18 mt schooner costruito da Craglietto, questo si disegnato e costruito per viaggiare, tanto che il proprietario vi aveva vissuto per qualche anno ai Caraibi in attesa che si chiarisse una questione in Italia. Ne avevo anche parlato a lungo con Sciarrelli.
Poi fortunatamente sono rinsavito, ad una analisi più attenta dei costi di ristrutturazione e manutenzione, ho dovuto lasciar perdere, anche se a malicuore e ho acquistato un altra barca.
Una nota: sul Freya non c'erano particolari in inox, tutto in bronzo e ottone compresi i candelieri, quindi o li tenevi con il tipico colore verdastro dato dall'ossido oppure, ogni settimana dovevi lucidare gli ottoni, come una volta.
Com'era, dopo più di un anno di abbandono, in una giornata di brutto tempo:
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