d'altronde non si può stravolgere una barca così montando avvolgifiocco e magari avvolgi trinchetta e rotaia harken sull'albero in legno.
La risposta di Sciarrelli è sempre stata il frazionamento delle vele su due alberi, e la sua preferenza andava all'armo a schooner.
Mentre per dimensioni piu ridotte prediligeva come giustamente dici tu l'armo a cutter con singolo ordine di crocette e incappellaggio dela sartia di trinchetta appena sopra le crocette per evitare le sartie volanti.
Lui ha sempre differenziato nella sua progettazione le barche purosangue, eleganti, di classe, velocissime, nate per ricchi armatori che, diciamo la verità, le commissionano per loro piacere personale e un pò per esibirle da quelle che lui chiamava barche da viaggio.
Modifica del Freya: cucina spostata dal quadrato a prua a sinistra eliminando una delle cabine con letti sovrapposti, cucina più grande e vicina alla cabina marinai, scomoda nell'utilizzo normale perchè lontana da quadrato e pozzetto, buona se vuoi fare charter.
Interni dell'Angelica, io i piani non ce li ho, ma ti assicuro che non c'era una cabina armatoriale degna di questo nome e anche la zona cucina era risicata.
Capisco benissimo! in effetti manovrare le vele su Angelica III non deve essere proprio una passeggiata! i piani di questa barca comunque li trovi sullo Yacht, non mi chiedere la pagina, perché non me la ricordo a memoria, comunque sugli ultimi capitoli! se invece non hai questo libro fatti un bel regalo, che merita davvero!