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Barca in ferro 22'
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Barca in ferro 22'
Io scrivo, ma voi non leggete.

La barca era abbandonata nel cortile di un cantiere, che per vari motivi aveva dichiarato che non l’avrebbe mai terminata.
Del progettato viaggio intorno al mondo e della costruzione della barca sono venuto a conoscenza quando già altre persone, sul cui modo di pensare ed agire non posso esprimermi, perché la legge me lo impedisce, lo avevano avallato, supportandolo con l’inizio della costruzione, evidentemente lucrandoci sopra.
Dovendo in qualche modo intervenire per risolvere il problema, me la sono presa in carico e l’ho portata allo stato dell’arte come meglio ho saputo.
Avevo già deciso, poco tempo prima, di trascorrere i miei ultimi anni dedicandomi al restauro delle barche, non discostandomi molto dalla mia precedente occupazione e mettendo a frutto una vita di conoscenze tecniche.
Non nego che mi sono anche divertito.

Ed ora nello specifico.

<<< quelle viti della cupola e degli oblò che sporgono molto all’interno sono pericolose <<<

Credo che a nessuno verrebbe in mente di mettersi in mare in una specie di Vergine di Norimberga ed, infatti, avevo specificato quanto segue.

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Oblò.
In origine si era parlato di due dischi di perspex da 10 o 15 millimetri avvitati con interposta guarnizione di gomma siliconata, uno all’interno ed uno all’esterno della tuga.
Ho scartato questa ipotesi perché gli oblò sarebbero stati sempre appannati per la condensa, e facilmente sin dall’inizio opacizzati dell’ossidazione conseguente all’evaporazione del solvente del silicone.
Poi, fatti due calcoli, ho visto che un disco di perspex da 15 mm. su una sezione libera del diametro netto di 17 mm. avrebbe avuto una resistenza alla pressione superiore a quella della lamiera da 3 mm. di cui è fatta la tuga.
Conclusione ho messo, provvisoriamente e giusto perché la tuga sia stagna, dei dischi di plexiglass da 6 mm..
La tenuta, provvisoriamente, è realizzata per mezzo di un profilo di gomma con adesivo dalla parte del plexiglass, così da non intaccare la verniciatura, sotto la testa delle viti ho messo un o ring e sotto le ranelle delle viti una rondella di gomma.
Le viti sono da 6 MA x 25 mm. e sporgono molto all’interno, ma così permetteranno l’uso di un disco di spessore maggiore, e di un eventuale disco di lamiera come chiusura d’emergenza, senza doverle cambiare (sono 220 bulloni e dado, con 440 ranelle, francamente troppi).

<<<<<<<

Ribadisco che la lunghezza delle viti è calcolata per una chiusura realizzata con un disco di perspex o plexiglass da 15 mm., con guarnizione di gomma siliconata ed una doppia rondella esterna ed interna.
Detto in millimetri: 15 di plexi, + 2 di gomma e silicone, + 1,5 rondella di acciaio esterna, + 1,5 rondella di gomma esterna, + 1,5 di rondella di acciaio interna, + 1,5 di rondella di gomma interna, = 23 mm. + dado autobloccante che lavora sullo schiacciamento delle gomme.
Le ho messe già da 25 mm. perché spendendo una cifra tanto valeva darle un motivo finale.
Ho anche precisato che i plexi da 6 mm. sono stati messi solo per chiudere provvisoriamente perché la barca è stata trasportata, è stata in cantiere non coperta e resterà sul piazzale del cantiere, dov’è ora, per non so quanto tempo.
Non ho messo le chiusure definitive perché le opinioni sono varie: plexiglass, perspex, metacrilato, chiaro, grigio, fumè, ecc. (ne ho sentite di tutte le qualità) e chi se la prende se la finisce come vuole.
Per le chiusure di sicurezza, è sufficiente sostituire, nella parte bassa dell’oblò, un paio di ranelle piatte con delle ranelle con unghia su cui inserire il labbro della chiusura e sostituire due viti, nella parte superiore con altre poco più lunghe su cui avvitare i pomoli filettati dei coperchi.
Di fatto, se noti, sulle viti della chiusura del tambuccio sono stati infilati degli spezzoni di tubetto di gomma (trasparente perché quello avevo) a protezione dei filetti liberi.


Ancora nello specifico.

be sull'uso del teflon qua sul forum mi hanno fatto a pezzi quando ho discusso su valvole e passascafi

per non parlare dell'acciao inox ( che io ho comunque evitato perchè lo ritengo ''meno eterno'')


Il teflon è un materiale onorabilissimo, ho visto cantieri usarlo e barche non affondare per quel motivo. Poi ognuno ha la sua idea…anche sui gatti neri e sulla negromanzia.

Le valvole di acciaio le ho usate per avere una continuità galvanica omogenea: su una barca così piccola potrebbe non avere senso un impianto di bonder.
Sono valvole in Aisi 316, non quelle che equivocando ti vendono per acciaio inox, ma che hanno il corpo in ottone cromato e la sfera, ma solo quella, in acciaio inox.
Ho visto cedere valvole in ottone, non ancora in acciaio.
Per l’eternità dell’acciaio, posto che nulla è eterno, tranne i cretini ed i rompiautocensured, la durata alle corrosioni galvaniche è circa la stessa di altri metalli.
Riguardo ai cedimenti dovuti a fatica, sono spesso causati dal non corretto dimensionamento, pur restando vero ed accertato il fenomeno della fatica del metallo, che è una realtà di cui bisogna tener conto nel programmare controlli e sostituzioni nel tempo.
Grande parte della gloria del leggendario bronzo marino di una volta, di cui molti parlano, ma non molti sanno e che se si trova ancora costa una cifra, e anche merito delle generose sezioni resistenti dei manufatti di allora.
Ultimamente ho pagato 180 € (e mi ha usato un trattamento di favore perché sono un ottimo cliente ed amico) un tronchetto di pieno di bronzo al carbonio per tornire due boccole antiusura grandi come due scatolette di carne, è facile capire perché pochi lo usano.


Ancora nello specifico.

non capisco l'acciaio per una barca così piccola;

Mah: o la richiesta al progettista, o il suo consiglio non so, né lo voglio sapere.
L’acciaio ha pregi e difetti come tutti i materiali.
Gode di molta popolarità presso un certo tipo di marinai forse perché Moitessier ne ha detto il meglio, tralasciando di far notare che Lui era Lui, e che con una barca tenuta insieme con lo spago aveva attraversato un oceano.
E’ mia opinione, e lo dico senza polemica e senza acredine sperando di non sollevare un vespaio, che non è mettendosi l’orologio sul polsino della camicia che si diventa capitani d’industria.

non capisco perchè l'albero passante per una barca così piccola;

Scuola di pensiero ?
Credo che sia valido quanto detto sopra anche in questo caso.
Ed anche a questo riguardo spero di non aver gettato il sasso in piccionaia.

non capisco quelle scaffalature interne da boutique e nessuna seduta.

Le scaffalature, in compensato marino di mogano massellato sui bordi (ne ho dato accurata descrizione) sono ben fatte e curate perché è l’unico modo che conosco di lavorare.
Le sedute ci sono e sono a murata, verso poppa alla fine della boutique e prima delle camere da letto.
La dinette, con l’albero passante in mezzo alla barca, non ci stava né a dritta né a manca.
Si può mettere un tavolo abbattibile a prua, sopra il cesso, con due panchette incernierate a murata, ma sangue ne ho già donato abbastanza.
Ho cercato di seguire, ma ingentilendole un poco pur non capendole proprio, le indicazioni dei rudi marinai che hanno pensato e progettato la barca.


Ancora nello specifico.

Molto bella l'idea per il timone,penso proprio che la copiero

Se e quando desideri realizzarla parliamone: ho schemi e disegni dei congegni a vento che manovrano il flettner.
Poi però pizza e birra.



Da ultimo, sempre nello specifico.

Motore? Armo?
Non sono cose da poco.... Minimo 10 mila euro
Alla fine la tua Barca viene a costare oltre 35mila euro.
Con molto meno si compra un tamatino navigante....
Sono certo che e' costata più' di quello che chiedi

Motore già detto: fuoribordo da riporre nel gavone appena la barca è fuori dalla diga foranea del porto: non ha gran senso un entrobordo su una barca di sei metri che parte per il giro del mondo a vela (e poi così è stata “progettata” e non voglio dire altro).
Armo: e qui mi sono fermato perché dipende dalla scuola filosofica frequentata da chi la vuole usare.
Per rimanere nel tema l’albero dovrebbe essere un bel palo del telegrafo piallato e lisciato a dovere, il boma pure, le manovre fisse in cavo zincato a caldo, ripassato con olio di lino cotto, le ferramenta di acciaio zincato a caldo, e poi dovizia di paranchi.
Poi si può pensare di tutto: lamellare, alluminio, carbonio, self tailing….
Ne ho viste talmente tante che non mi stupisce più nulla.
Io parto da 25.000, la barca è sul piazzale del cantiere, ben coperta ed areata, incuriosisce molti, ma non disturba nessuno.
Non so fare paragoni sulle barche né ritengo abbia gran senso farne, così come non ha senso confrontare le mogli o le amanti.
Ti confesso che non ho la minima idea di cosa sia un tamatino, mi sono fermato alla mia Daphnia, ma forse sono troppo vecchio.
Non so esattamente quanto ho speso fino ad ora, di certo molto più di quanto chiedo…quando ho per le mani una barca da lavorare al fuori budget smetto di tenere i conti.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-02-2009 09:17 da dapnia.)
17-02-2009 09:15
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