Il legno....conosciamolo meglio... (1)
Ciao Altamarea, complimenti al tuo post, molto approfondito. Non ho tenuto conto della tua 'estremizzazione' del concetto di umidità zero, doverosa per spiegare il detto concetto, perchè di mio sono sempre un pò troppo pragmatico, sono un fan dell'empirismo. Per i violini di Stradivari (forse un pò OT...?): lui era un Artigiano geniale che conosceva molto bene il legno, ma non era un marziano, era 'solo' uno che lavorava con una sensibilità e perizia fuori dal comune, e che aveva a disposizione legni migliori di quel che si trova oggi, probabilmente il discorso si può applicare anche alla costruzione navale. Mi spiego meglio: una volta gli alberi crescevano lentamente, per secoli o più, la carta la facevano con gli stracci e comunque poco con la pasta di legno, questo comportava maggior disponibilità di belle piante e meno dover salvaguardare le foreste (oggi superdoveroso!!!), un artigiano poteva scegliere un albero cresciuto bene, dritto e lentamente, a tutto vantaggio delle sue caratteristiche meccaniche, sia che ci facesse un violino o un gozzo; in più, molto spesso, come dici tu, veniva trasportato per via d'acqua (fluitazione) tenendo il tronco immerso per mesi, questo permetteva il dilavaggio di molti sali minerali disciolti all'interno delle cellule legnose, e ciò comportava: legno più leggero a parità di robustezza, minor igroscopicità a vantaggio della stabilità di forma, maggior velocità nella stagionatura una volta tirato a secco ed altre caratteristiche. I violini di Stradivari, come quelli di Guarneri o degli Amati etc., erano già notevoli ai loro tempi, il che ha permesso loro di essere suonati sempre e non accantonati o buttati, ed il fatto di essere suonati per secoli ha fatto sì che il legno 'imparasse a vibrare', che si assestasse ad una elasticità particolare, il risultato è che oggi uno Stradivari suona meglio di quanto suonasse 250 anni fà.
BV
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