(17-04-2015 09:28)Proust2000 Ha scritto: È tutta una questione di progresso tecnologico: materiali, tecniche costruttive, tempi e stampi.
Una volta la vetroresina era data a rullo, con tempi e temperature più o meno a occhio e senza studiare il processo in modo ingegneristico, si otteneva il risultato sovradimensionando tutto.
Oggi ci sono resine migliori, tabelle di laminazione più precise, tecniche di infusione e operatori più esperti. Il risultato si ottiene ottimizzando tutto ed è sicuramente migliore che in passato.
Vero è che se dai una martellata sullo scafo di una barca di 25 anni il martello ti rimbalza nei denti, se la dai a un vismara di oggi passi di là.
Ecco un discorso razionale e non "affettivo":smiley32:
Con tutto l'amore per le barche d'epoca-che collezionerei se potessi permettermele- devo testimoniare sulla miglior qualità delle recenti
costruzioni, soprattutto quelle disprezzate crocierone. A parte osmosi e cricche varie, non avete mai visto una resina cristallizzata?
Come accadde per il cemento - c'è Nervi e ci sono i capomastri- anche la resina, apparentemente facile, è finita in mano alle "mezzecazzole" la cui ignoranza tecnica insieme al disprezzo per i clienti - pure loro non tanto preparati
- ha portato alla messa in mare di veri scandali.
Con buona pace degli enti di certificazione di allora
Il concetto di pesante quindi robusto è cosa arcaica, che mal si adatta alla vela, segno d'aria e di fuoco
Una delle barche che mi ha dato gran giorni di felicità era trasparente:
dal timone potevo controllare l'assetto guardando l'entrata della prua nell'onda
stag24, primi scafi in kevlar, talmente tosti che faceva male il posteriore,
mai uno scricchiolio nemmeno sotto gli schiaffi più duri.
Semmai la differenza è che le barche di tendenza andrebbero portate come le derive, mentre molti preferiscono "la barca va da sola" con
qualunque mare
de gustibus