RE: Convertire il boiler a 12v... con 300w di pannelli solari...
Lo hai detto tu stesso, sei sul filo del rasoio.
Se ad esempio tieni acceso il tuo boiler a 12 volt per un ora durante la quale a causa di foschia, o anomalo riscaldamento dei pannelli fotovoltaici (che ne riduce l' efficienza e che può essere dovuto ad assenza di vento e alta temperatura ambiente, o a parziale ombreggiamento, o a non ottimale orientamento....) ora quindi durante la quale, a essere ottimisti, dai pannelli ti arriva un flusso di 15 A, dalle batterie dovrai prelevare solo per il boiler la differenza a 38 A, cioè 23 A. Durante quest'ora altre utenze sommeranno la loro richiesta di flusso, mettiamo in media per 10 A, portando la richiesta media a 33 A. Un flusso di corrente di 33 A che dura un ora apparentemente comporterebbe un impoverimento della carica immagazzinata nelle batterie pari a 33 Ah.
In realtà, come altri ti hanno detto, con la capacità delle tue batterie questo flusso impoverisce le tue batterie più di quei 33 Ah. E' un po come se tu nelle gambe hai l' energia per fare 40 km in 4 ore, questo puoi farlo a velocità sostenibile e costante. Se inizi la tua percorrenza con uno scatto veloce e prolungato,
poi sarai pieno di acido lattico e ti sarà impossibile completare il tuo percorso nelle 4 ore; così per le batterie.
Ci sono altre questioni che rendono a rischio il tuo progetto: la prima è che la capacità nominale delle batterie è, appunto, solo nominale, e a seconda del tipo di batterie che esse sono deve essere utilizzata per una frazione modesta, se non vogliamo accorciare di molto la vita delle batterie. Per cui di quei 300 Ah nominali di capacità, gli Ah effettivamente utilizzabili senza danneggiare le batterie, a seconda del loro tipo e della loro età, vanno (ben che vada, ma proprio bene, nel caso cioè di batterie specifiche per servizi e in buone condizioni) da 150 Ah a più realistici e frequenti 75 Ah o ancor meno. Questa limitata capacità effettiva, unita all' ipotesi fatta sopra di un ora di prelievo intenso, può far si che alla fine di quell' ora tu ti ritrovi ben metà della capacità già consumata, il che non è poco.
La seconda questione è che non sai quanto le tue batterie riescono ad assorbire in fase di ricarica. Potresti avere la sorpresa che, dopo una breve fase iniziale nella quale esse assorbono parecchio, subentri una lunga fase durante la quale la ricarica è blanda, tipo meno di 10 A e diventa sempre più blanda, rendendo difficile o impossibile una ricarica completa prima del tardo pomeriggio, quando l' efficacia dei pannelli viene a mancare.
Insomma, prima di imbarcarti nella modifica che ti piacerebbe fare dovresti forse installare un Battery monitor che ti controlla flussi e capacità, e renderti così conto meglio sia delle caratteristiche del tuo impianto sia delle modalità con le quali lo utilizzi, poi dovresti (come altri ti hanno suggerito) testare il tuo impianto simulando prelievi simili a quello della resistenza in questione, e infine, se ancora ti sembrerà opportuno e fattibile, realizzare il tuo progetto, sorvegliandone sempre con attenzione il funzionamento, incombenza quest' ultima noiosa, che va a sommarsi a cento altre attenzioni che dobbiamo avere quando siamo in barca. Secondo me gli impianti della barca dovrebbero invece essere realizzati a prova di distrazione lieve, e concepiti in modo da non aumentare il carico di impegni che grava sullo skipper, ma questa è una esigenza personale che magari tu non hai.
C'è un ultimo difetto dell' impianto che tu immagini: in inverno, quando hai maggiore bisogno di acqua calda e non hai il sole che attraverso i pannelli ti aiuta, che fai? In porto trasformi la 220 V in 12 V per pilotare la resistenza? Lo hai un caricabatterie da 40 A?
Infine, per fare un'altro po' di filosofia, più o meno tutta questa discussione è un porcaio di grandezze fisiche (che non sono signore palestrate).
Se tu, Gagio, ma con te anche molti altri, vuoi chiarirti le idee sui numeri, non puoi non chiarirti le idee prima sulle grandezze.
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