Don Ciccio
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RE: Affrontare una tromba d'aria
Don Ciccio (che come velista vale poco) ha sfiorato una volta una tromba d'aria (e le previsioni non davano affatto venti sostenuti), arrivando in porto come un treno, sospinto da venti sempre più in rinforzo, e riuscendo ad ormeggiare (e ad infilarsi in macchina) trenta secondi prima dell'inizio dell'inferno.
Chi se l'è presa, non ha potuto fare nulla: chi era fuori, se l'è vista davvero brutta (vele strappate, disalberamenti, equipaggi infortunati), ed ha sperimentato le operazioni di soccorso della CP; chi era dentro il porto, ha cercato di non finire sui moli mettendosi prua al vento con il motore al massimo (ricordandosi, anche a distanza di molti anni, qualche preghierina del catechismo).
E' facile parlare con il senno di poi: credo però che non bisognerebbe mai, soprattutto con bambini al seguito, uscire quando le previsioni danno venti sostenuti, nemmeno se il mare sembra liscio come l'olio.
Se avete fatto qualche straorzata con lo spi, immaginate cosa significhi una barca sdraiata a 90°: l'equipaggio cade sui winches o sulle draglie da una altezza di tre metri circa, e poi finisce in mare mentre nessun altro è - al momento - in grado di dargli aiuto.
Può darsi che le previsioni sbaglino (o che, più probabilmente, le previsioni non si avverino un uno specifico e circoscritto luogo); ma trovarsi nel mezzo di una tromba d'aria significa rischiare di rendersi responsabili della vita di qualcuno (bambini compresi).
Buon vento a tutti.
Io sono Don Ciccio, e rispetto tutti: anche gli stupidi.
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10-08-2016 06:15 |
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