10-10-2016, 09:58
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-10-2016, 09:58 da LiberaMente.)
Nella mia esperienza con vento rafficato e forte di bolina il timoniere e il randista devono lavorare insieme per mantenere la barca il più possibile su un angolo di sbandamento costante e con una velocità media elevata, evitando le fermate e ripartenze legate all'eccessivo sbandamento con conseguente stallo del timone ecc.
Se si riesce a trovare sincronia e lavorare bene la barca viaggia su un binario, accelerando sulle raffiche (durante cui il randista apre leggermente la balumina lavorando di scotta oppure di belin) e entrando leggermente nel vento appena aumenta lo sbandamento. Passata la raffica si ricazza la scotta o si molla il belin, se serve un paio di gradi di poggiata. Il carrello si usa principalmente per gestire l'angolo medio al vento, usando il timone il meno possibile. Carrello su: angolo più stretto, barca un po' più orziera, carrello giù: qualche grado in più ma più velocità (e questo dipende molto dalle scelte tattiche legate alla posizione degli avversari, alla distanza dalla layline ecc.).
Se si riesce a trovare sincronia e lavorare bene la barca viaggia su un binario, accelerando sulle raffiche (durante cui il randista apre leggermente la balumina lavorando di scotta oppure di belin) e entrando leggermente nel vento appena aumenta lo sbandamento. Passata la raffica si ricazza la scotta o si molla il belin, se serve un paio di gradi di poggiata. Il carrello si usa principalmente per gestire l'angolo medio al vento, usando il timone il meno possibile. Carrello su: angolo più stretto, barca un po' più orziera, carrello giù: qualche grado in più ma più velocità (e questo dipende molto dalle scelte tattiche legate alla posizione degli avversari, alla distanza dalla layline ecc.).
