Mah, io penso invece che la superficie velica sia un po' come la cilindrata per i motori, il modo più semplice per camminare di più!
E' un fatto scientifico che un piano velico a maggiore aspect ratio (dunque più allungato, con albero più alto in proporzione alla base delle vele) sia più efficiente di uno allargato di base. Non c'è discussione né opinione che tenga su questo, è un fatto e basta.
Detto questo, il problema è un altro: se io ho una barca sottoinvelata rispetto ai suoi pesi, ai suoi volumi e alla sua superficie bagnata, per farla camminare più forte certamente non ridurrò la lunghezza delle basi delle vele per montarne di più efficienti a più elevata aspect ratio ma minor superficie. Al contrario, aumenterò la superficie velica anche al costo di perdere un po' di efficienza aerodinamica!
Racconto una mia esperienza personale, che tanto per cambiare risale alla notte dei tempi. Nel 1988 (eh si, quasi 30 anni fa!) ho taroccato ben bene un allora nuovissimo Comet 375 che si chiamava Dicatrentatre. Era un gran bel progetto di Peterson, nella versione con albero basso e bulbo in ghisa. All'epoca, la Comar ne produceva una versione con opzionali l'albero maggiorato e il bulbo in piombo. Ovviamente, avrei dovuto dire all'armatore di buttarla via, che con quella barca non sarebbe andato da nessuna parte, pesava di più, aveva meno vela, peggiore aerodinamica e bulbo più spesso e più resistente sott'acqua.
Invece, ci siamo messi a lavorare e a ridisegnare il piano velico per raggiungere dei parametri decenti, abbiamo fatto un genova medio al 165% della J, abbiamo in proporzione allungato il tangone e allargato la base dello spinnaker. Alla fine, il piano velico era tanto largo in basso che gli avversari avevano ribattezzato la barca "la casetta", visto che le vele sembravano più un tetto che un'ala
Visto che eravamo forzati su molte scelte, abbiamo anche deciso di mettere a punto la barca per una bolina a stringere tantissimo, massimizzando la VMG con angoli molto stretti e velocità piuttosto basse, in modo da non soffrire l'aumento di resistenza del bulbo. C'era anche qualche altro trucchetto, ma è tardi e ho sonno. Comunque, il risultato finale è che Dicatrentatre così assettata ha vinto il campionato invernale del Tigullio 88/89 in terza classe IOR, dopo 7 prove e davanti a 23 avversari non proprio scappati di casa (è anche questo un fatto... :smiley4
. Forse ero anche un maghetto io al timone (cosa di cui dubito fortemente), ma la barca camminava tantissimo nonostante sulla carta fosse un chiodo tremendo!
Morale: qualsiasi barca con un po' di ottimizzazioni può andare meglio, anche molto meglio, qui sul forum ci sono dei maghi, veri, che hanno fatto camminare fortissimo pure un Bavaria con randa rollabile, che volete di più?