La domanda del messaggio originale personalmente me la pongo ogni volta che faccio un approccio/esco da una zona; considerate che il "vento fortissimo" non e' che una delle eventualita nelle quali lo spegnimento del motore puio' avere effetti drammatici, ok probabilmente la :piu frequente in mediterraneo.
Esempio, nel "famoso" video dell ingresso di zumaia, il vento e' appena percettibile, il vero pericolo e' l onda lunga, contro la quale predica pure pezzettino di randa o:pezzettino di genoa fanno un baffo: barca intraversata, anche se molto probazbilmente aveva ancora tutto il ,motore che voleva.
Altri casi, risalire un canale appena segnalato, poco vento o di poppa e corrente di traverso: motore spento e uno -vele o non vele- si fa portare fuori, con le conseguenze del caso.
O molto semplicemente: rada di Horta, ventolo-none, barca arriva tutto a vela con un fazzoletto, accende motore, ammaina, va avanti, il:motore si:spegne poco dopo, neanche il tempo di:ri-issare era sugli scogli, distrutta (foto sul mio blog). L anno successivo, stesso :problema a due amici in trasferimento, hanno buttato giu tutta:la catena, ha tenuto qualche minuto il tempo per la vedetta di arriuvare a trainarli: chi sarebbe il "bravo marinaio"?
Reazioni diverse per situazioni diverse, 'e' navigazione probabilistica e non deterministica, ste storie del "bravo marinaio" che fa sempre cosi e cosa e non gli succede mai niente e' roba da Walt disney: il rischio:c'e' sempre, si tratta bdi :minimizzarlo razionalmente, se poi deve andare storto...
Almeno :personalmente, negli approcci a motore delicati mi chiedo sempre "cosa faccio se si spegne", spesso si riesce a ipotizzare una soluzione piu o meno potabile, altre volte pensa e ripensa posso solo dirmi "speriamo non si:spenga senno e' brutta brutta". Ognuno mette il:livello di rischio accettabile la' dove meglio ritiene, il rischio zero dell andar per mare lo si ha solo stando seduti sotto una quercia, ah oppure giocando a fare il "bravo marinaio"
bv