Il cavo si può accorciare e ripressare allungando con un tornichetto più lungo o con un giunto, ma dato che il costo non è il cavo ma quello che ci va in giro, il risparmio non vale la pena della complicazione.
Non dico che sia da tutti andare in giro così, ma questi terminali delle draglie sono stai lì una quindicina d'anni, peggiorando sempre un po', poi, quando ho deciso (visto, perché l'occhio ci ballava sempre in giro) che era il momento di cambiarle, ho cambiato le draglie.
Per sfizio, ho provato a sfilare i cavi dalle pressature con la pressa dinamometrica e con trazione progressiva: le prime due delle foto si sono sfilati i cavi a 320 chili, la terza si è aperta la pressatura e sfilato il cavo a 190 chili.
Probabilmente non è questo il modo giusto di avere le draglie, ma è per dire che le resistenze, anche residue, sono sempre notevoli.
I tornichetti delle due altre foto, sono delle basse, orrendi da vedere, sono lì anche loro da una quindicina d'anni e viaggiano ancora.
Per molti sembreranno una bestemmia in chiesa, ma sta di fatto che l'albero sta su e tiene ancora parecchia tela.
Quest'anno, ho consigliato a chi ha acquistato la barca di rifare l'albero, ma per precauzione.
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