(14-06-2019 11:20)danielef Ha scritto: ..Tutto il mio discorso si basa sul funzionamento dei vecchi autopiloti analogici dove la correzione viene prodotta semplicemente in base ad un circuito che calcola la differenza algebrica (con segno) tra la rotta impostata e l'orientamento della bussola..
Nei piloti moderni digitali il principio di base è certamente molto simile..
I moderni autopiloti hanno un comportamento molto simile al comportamento del timoniere umano ovvero pur tenendo conto di una rotta da seguire (spesso fornita da un sistema di navigazione basato su posizionamento satellitare=GPS) regolano il timone in base all'orientamento della prua fornito dalla bussola (elettronica nel loro caso, tipicamente "fluxgate" per gli autopiloti per il diporto) quindi in pratica nulla e' cambiato per il problema di cui si sta' discutendo rispetto ai vecchi autopiloti, il problema che usandoli all'indietro non possano mantenere il controllo quindi rimane (salvo invertire i comandi all'attuatore). I moderni autopiloti hanno "solo" (e non e' poco) capacita' di apprendere il comportamento da mantenere a fronte del moto ondoso, la capacita' di calcolare una correzione alla prora da tenere per rientrare in traccia quando sia stata impostata una rotta da parte di un cartografico (funzione che non uso perche' a vela si fanno bordi e non e' il caso che il pilota corregga a modo suo la rotta che mi serve per stare al vento), la possibilita' di navigare mantenendo costante l'angolo al vento (funzione che uso e che esisteva anche nei vecchi ma non cosi' perfezionata), ecc.