02-02-2020, 16:13
Manca una timeline, una cronologia, un racconto dei superstiti. Si va per ipotesi.
Sul meteo: per mesi, penso a novembre e quasi tutto dicembre, il flusso di perturbazioni atlantiche è stato intenso e sfavorevole. Il Reder Mor ha navigato - per un trasferimento - in gennaio, in una buona finestra di diversi giorni in cui solo il 9 (il 10 il tempo migliora rapidamente) era problematico. Io credo che il meteo sia stato consultato e sia stato sfruttato un flusso favorevole da sw.
Sull'energia: non è ancora nota l'entità del blackout, ma se fosse stato completo o quasi, la traversata deve essere stata difficile e stancante e qui potrebbe esserci stata una sottovalutazione delle altre energie, quelle fisiche e mentali richieste. E magari c'è anche stato il pensiero: se ci fermiamo perdiamo una finestra attesa da . fattori che possono aver indotto ad affrontare comunque la traversata e l'atterraggio si rivelano fatali, forse proprio per stanchezza: la conoscenza dei luoghi, l'avere un ausilio di posizionamento elettronico e uno cartografico (ma a grande scala).
La conoscenza dei luoghi è stata vanificata dal degrado meteo con una visibilità forse di poche miglia, mezz'ora di . il posizionamento elettronico / cartografico in combinata poteva non essere idoneo per un atterraggio "di precisione" al buio, tra le onde e il vento, stanchi, . di poter dire "stiamocene fuori per qualche ora che sappiamo che passa"...
Sul meteo: per mesi, penso a novembre e quasi tutto dicembre, il flusso di perturbazioni atlantiche è stato intenso e sfavorevole. Il Reder Mor ha navigato - per un trasferimento - in gennaio, in una buona finestra di diversi giorni in cui solo il 9 (il 10 il tempo migliora rapidamente) era problematico. Io credo che il meteo sia stato consultato e sia stato sfruttato un flusso favorevole da sw.
Sull'energia: non è ancora nota l'entità del blackout, ma se fosse stato completo o quasi, la traversata deve essere stata difficile e stancante e qui potrebbe esserci stata una sottovalutazione delle altre energie, quelle fisiche e mentali richieste. E magari c'è anche stato il pensiero: se ci fermiamo perdiamo una finestra attesa da . fattori che possono aver indotto ad affrontare comunque la traversata e l'atterraggio si rivelano fatali, forse proprio per stanchezza: la conoscenza dei luoghi, l'avere un ausilio di posizionamento elettronico e uno cartografico (ma a grande scala).
La conoscenza dei luoghi è stata vanificata dal degrado meteo con una visibilità forse di poche miglia, mezz'ora di . il posizionamento elettronico / cartografico in combinata poteva non essere idoneo per un atterraggio "di precisione" al buio, tra le onde e il vento, stanchi, . di poter dire "stiamocene fuori per qualche ora che sappiamo che passa"...
