(09-03-2021 17:13)oudeis Ha scritto: Mah, io mi considero fortunato se penso alla leggerezza con cui all'epoca ci si lanciava al largo, e non c'era nessuna delle cosa che avete enumerato. Alla prima uscita un po' impegnativa fu subito chiaro che bisognava ingegnarsi a fronteggiare imprevisti e spesso fatiche senza poter contare su alcun tipo di aiuto esterno.
Con questo imprinting la navigazione con allievi mi era più gravosa che in solitario, per la loro imprevedibile insipienza e per la responsabilità.
gia, la responsabilita verso gli altri e' forse una delle cose piu gravose... e la mantieni pure mentre sei all' ancora in rada.
la parte piu bella per me e' che la vela riesce ad assorbire tutta la cpu del mio cervello ed e' quello il rilassamento, avere risorse solo per quello e non poter pensare a tutto il resto, quello staccare la spina che ti rigenera piu di qualunque altra attivita... anche piu del sonno mi verrebbe da dire.
e certo che ne ho fatte di fesserie... come attaccare il pilota e fare un tuffo legato a una cima o come tirare su lo spi con 40 nodi.... non si nasce imparati ma se non si sta attenti ci sta finire velocemente il processo di apprendimento.
patana nera davanti a barcaggio ... pisolino con equipaggio a terra mi so svegliato per un movimento strano della barca, sono andato a controllare la cima ed andava indietro.. aveva fatto due giri intorno alla chiglia se invece dei 5 nodi ne fossero entrati 15 sai le risate!