18-01-2022, 10:15
I ripartitori Mosfet (metal–oxide–semiconductor field-effect transistor) sono stati impiegati per ovviare alla caduta di tensione tipica dei ripartitori realizzati con i soli diodi al Silicio, questa caduta 0,5/07Volt impedisce (se non compensata a monte) alle batterie di essere ricaricate completamente, i Mosfet invece quando sono in conduzione limitano questa caduta attorno al decimo di volt, ma essi sono componenti attivi, cioè hanno bisogno di un circuitino di controllo, a questo serve l'alimentazione, ovviamente sul negativo non passa la potenza e quindi è sufficiente un conduttore molto più piccolo. Il discorso sui fusibili è più articolato, mi limito a dire che secondo le norme OGNI fonte di energia deve essere protetta a monte ed il più vicino alla sorgente, quindi l'alternatore DEVE avere un fusibile , le batterie DEVONO avere un fusibile etc etc.. so che qualcuno dirà: ma non ce lo mettono neanche i cantieri, allora rispondo che gli incendi in sala macchine spesso hanno origine dagli alternatori, su di essi quando si "sfondano" i diodi del ponte raddrizzatore la batteria alimenta lo statore che diventa incandescente e incendia l'olio o lo sporco nei dintorni... Sul dimensionamento invece dipende dal tipo di fusibile, adesso si vedono molti ANL (costano poco e sono facili da reperire), ma essi hanno un valore di intervento molto più alto del nominale, un fusibile ANL/TRB attraversato da una corrente del 180% del valore nominale impiega oltre 3000 secondi ad intervenire ! bisogna arrivare al 250% della corrente nominale per scendere a qlc secondo.
L'ottimismo è solo carenza di informazioni...
