AndreaB72
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RE: Riserva di energia da aggiungere "on the fly"
Con la premessa di parlare a titolo esclusivamente personale, continuo a pensare che la strada dell'ibrido sia sbagliata. Mi sono anche riguardato la roba del tizio americano (che usa una curva di scarica sbagliata per fare i conti) e non mi ha convinto per niente. La soluzione ibrida perde in termini di prestazioni contro il tutto litio e perde in termini di costo contro il tutto piombo, a fronte di un incremento di prestazioni che non giustifica il costo.
La storia è semplice: con il LFP si risparmia il 75% del peso e del volume, per cui chi ha interesse a contenere pesi o ha spazi tecnici limitati deve montare il LFP. Chi ha barche in cui il peso e lo spazio non sono un problema tiene il piombo e spende meno. Fine della storia.
Maltrattare una batteria costosissima al LFP per mantenere allo stato di carica un banco di batterie poco costose non ha proprio senso.
Anche in prospettiva di fare il passaggio al litio non ha senso perché si spendono un sacco di soldi senza spostarsi di un millimetro nella direzione di un impianto pronto per chimiche diverse.
Anche il bussolotto in se mi piace poco: sebbene ben fatto e di buona qualità, secondo è sbagliato proprio il progetto. Per essere realmente modulare avrebbero dovuto separare accumulatori ed elettronica in moduli diversi; invece hanno buttato tutto dentro lo stesso bussolotto, forzando scelte tecniche limitanti (elettronica limitata perché ha lo stesso ciclo di vita delle celle, impossibilità di sostituire le celle o aumentare la capacità, etc.).
L'unico ibrido che penso abbia un futuro è la combinazione di accumulatori chimici e supercondensatori. In questo caso si che le due tecnologie si integrano e si completano, ma PB e LFP insieme sono un po' come mettere un M3 e la macchina dei Flintstone's in parallelo: perché?
La semplicità è la suprema sofististicazione. LdV
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21-12-2022 19:02 |
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