RE: prestazioni e utilizzo raymarine ST6002
Caro Angelo, tu vedi il pilota automatico con l’ottica di chi fa grandi navigazioni oceaniche, mentre la maggior parte di noi fa piccolo cabotaggio, la crociera estiva o l’uscita giornaliera giusto per fare 2 bordi a vela. In questo caso il pilota ci risparmia la noia di dover timonare quando si procede a motore, mentre a vela, la parte divertente, la ruota o la barra sono saldamente nelle mani del timoniere.
Detto questo il limite delle 7,5 tonnellate per l’utilizzo dell’attuatore MKII è totalmente teorico, giusto per evitare, estremizzando, che qualcuno pensi di utilizzarlo sul Vespucci.
L’MKII agisce sulla ruota indipendentemente dalle sue dimensioni, in una barca con la ruota di grande diametro parte della demoltiplica, che ci consente di timonare senza grande fatica, è proprio dovuta al braccio di leva ampio. In una ruota di piccole dimensioni, con un braccio di leva corto, la ruota contribuisce molto meno alla demoltiplica. Nel primo caso, ruota grande, l’attuatore compie uno sforzo elevato, con evidente diminuzione della vita della cinghia, ma è per contro molto veloce ad apportare le variazioni di rotta. Nel secondo caso invece, il lavoro dell’MKII è molto meno gravoso ma può risultare insopportabilmente lento nel correggere deviazioni dalla rotta impostata.
Per questi motivi un attuatore inboard, che unisce potenza, affidabilità e velocità di intervento, risulta molto più efficace nel gestire il timone delle nostre barche.
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