Penso che ovunque in Italia viga questo divieto all'interno dei porti. Tuttavia la soluzione è abbastanza semplice, basta uscire dalle acque portuali e mettersi in una rada ben protetta, meglio se con poco fondo e di sabbia chiara e compatta!...
Ottima idea Carlo, tra l'altro la natura ti ringrazia!
I cantieri sono attrezzati per lo smaltimento dei residui di antivegetativa e se non lo sono ancora dovranno adeguarsi. Carteggiare invece lo scafo in mare provoca inevitabilmente un inquinamento importante, anche se non si fossero usate antivegetative (le microplastiche del gelcoat, che finiscono inevitabilmente disperse con la carteggiatura). Anche la tanto amata coppercoat in caso di carteggiatura subacquea disperde particelle di resina epossidica unitamente a quelle di ossido di rame...Visti i costi, la cosa più conveniente è mettersi d'accordo con un gruista "onesto" e farsi alare la barca verso mezzogiorno, appena prima di pranzo, lasciandola sospesa sulle cinghie con solo un bel tacco sotto il bulbo per scaricare il peso. A quel punto, in un paio d'ore di pausa pranzo o poco di più c'è tutto il tempo per dare una bella idropulita e carteggiata in ambiente "sicuro", controllare e ripulire elica e zinchi, per poi varare la barca con la carena "rinfrescata" in modo ecologico e relativamente economico...