X Nausica. Sono d'accordo con te che il miglior modo in assoluto di intervenire su una barca di legno sarebbe di farlo con gli stessi materiali e le stesse tecniche con cui è stata costruita.Questo non è sempre possibile e a volte non è nemmeno auspicabile.Per esempio, la riparazione dei guasti lasciati sul fasciame dalle vecchie chiodature,fatta con cavicchi di legni incollati in epossidica, è il solo sistema di salvare quelle tavole.Altrimenti sarebbero tutte da buttare e con loro la barca (tecnica per altro usata universalmente anche dai migliori cantieri).
Se sei curioso di conoscere la stabilità dimensionale di un pezzo di legno trattato con epossidica,ti consiglio un semplice esperimento:prendi una tavola di legno ben stagionato che useresti come fasciame(p.es. Larice) spesso diciamo 2 cm,ricavane 3 pezzi rigorosamente uguali circa 15x40.Un pezzo trattalo per bene con epossidica su tutti i lati e poi affondalo in una tinozza insieme a un altro pezzo non trattato,il terzo lo tieni come riferimento.
Dopo un mese o il periodo che piace a te compara i tre pezzi e trai le tue conclusioni al di là dei sentito dire e degli autorevoli pareri.
Una rigata sul fasciame o una crepetta in una costola,che asportando l'epossidica metta a nudo il legno,non comporta niente di drammatico.Succede esattamente quello che succede su un legno trattato in maniera tradizionale
e non intervieni per tempo avrai un punto di partanza per il marciume.
L'epossidica può celare incapacità e pressappochismo?Purtroppo sì,ma la cosa mi preoccupa solo quando a farlo è un presunto professionista.
Se AdrianoM vorrà mai vendere la sua barca la sua sola chance sarà mettere in mano al potenziale compratore la documentazione fotografica dei lavori da lui fatti.Io molti lavori li avrei fatti in tutt'altra maniera,ma in fondo anche in qusto risiede il bellodel 'messing about in boats.'