31-12-2009, 17:09
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-12-2009, 17:18 da kermit.)
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da rigel
Sembra che il fulmine sia favorito nella sua discesa da uno strato di aria ionizzato che si crea in testa d'albero e che un dispersore messo in testa d'albero (il famoso riccio)ripristini un potenziale uguale all'aria circostante.Ovviamente il dispersore deve essere collegato molto bene a terra ed in modo fisso.Questo e' quello che ho capito a modo mio ,per ogni altra spiegazione cedo la parola alProf. KERMIT,che saluto rispettosamente.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Ciao rigel grazie troppo buono per il Prof ma sarebbe millantato credito
.
Per i fulmini in pratica non esiste protezione al massimo puoi mitigarne gli effetti con vie di fuga verso terra che ne consente il passaggio diretto verso terra ma se il fulmine colpisce direttamente l'albero non esiste protezione che tenga.
Per i fulmini quando si è ormeggiati sarebbe meglio verificare che il proprio albero non sia il punto più alto della zona se ci sono altre barche con alberature più alte intorno loro diventano il tuo parafulmine. Altra precauzione è evitare di tenere la presa di Imarroncinichegalleggiano.... attaccata perchè spesso le sovratensioni innescate da una scarica nei paraggi entrano dal cavo nella barca e fanno danni.
In navigazione l'accortezza è evitare le cellule temporalesche più attive e se si dispone di radar di evitare le zone a forte eco dove ci sono colonne di acqua scrosciante che veicolano il fulmine in mare. L'uso del radar per i temporali è una vera manna anche quando si è in porto un po di allenamento non guasta.
Circa il famoso riccio in testa d'albero serve soltanto per scaricare l'elettricità statica accumulata durante la navigazione per evitare di beccarsi la scarica a mo di condensatore se dovessi toccare parti metalliche, un po come gli scaricatori statici sulle ali degli aerei o per rendere l'idea la famosa striscia di gomma che negli anni 60-70 si attaccava sul retro delle auto per evitare la scossetta quando scendevi
Sembra che il fulmine sia favorito nella sua discesa da uno strato di aria ionizzato che si crea in testa d'albero e che un dispersore messo in testa d'albero (il famoso riccio)ripristini un potenziale uguale all'aria circostante.Ovviamente il dispersore deve essere collegato molto bene a terra ed in modo fisso.Questo e' quello che ho capito a modo mio ,per ogni altra spiegazione cedo la parola alProf. KERMIT,che saluto rispettosamente.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Ciao rigel grazie troppo buono per il Prof ma sarebbe millantato credito
.Per i fulmini in pratica non esiste protezione al massimo puoi mitigarne gli effetti con vie di fuga verso terra che ne consente il passaggio diretto verso terra ma se il fulmine colpisce direttamente l'albero non esiste protezione che tenga.
Per i fulmini quando si è ormeggiati sarebbe meglio verificare che il proprio albero non sia il punto più alto della zona se ci sono altre barche con alberature più alte intorno loro diventano il tuo parafulmine. Altra precauzione è evitare di tenere la presa di Imarroncinichegalleggiano.... attaccata perchè spesso le sovratensioni innescate da una scarica nei paraggi entrano dal cavo nella barca e fanno danni.
In navigazione l'accortezza è evitare le cellule temporalesche più attive e se si dispone di radar di evitare le zone a forte eco dove ci sono colonne di acqua scrosciante che veicolano il fulmine in mare. L'uso del radar per i temporali è una vera manna anche quando si è in porto un po di allenamento non guasta.
Circa il famoso riccio in testa d'albero serve soltanto per scaricare l'elettricità statica accumulata durante la navigazione per evitare di beccarsi la scarica a mo di condensatore se dovessi toccare parti metalliche, un po come gli scaricatori statici sulle ali degli aerei o per rendere l'idea la famosa striscia di gomma che negli anni 60-70 si attaccava sul retro delle auto per evitare la scossetta quando scendevi
