12-08-2010, 14:54
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-08-2010, 14:56 da mania2.)
Citazione:Arcadia ha scritto:domanda:
per il recupero uomo a mare io faccio così:
Immagine: [hide][Immagine: . ior.jpg][/hide] 19,68 KB
tengo la ciambella con fissati i 30 mt di cima galleggiante e la boetta, come da regolamento, ma non la tengo attaccata alla barca.
Qualora il malcapitato cada in mare:
- lancio il salvagente (con attaccati gli ingombri della boetta e matassa di cima)
- tolgo il cappuccio all'asta ior, e prolungo la canna, attivo la lampadina e la lancio verso il malcapitato (sicuramente con più precisione perchè sembra di lanciare un giavellotto (con la speranza di non beccarlo in testa),
- butto a mare il life sling (una cima arrotolata di 50 mt con all'estremità una ciambella galleggiante morbida) che è rigorosamente attaccata alla barca, quest'ultima ha il compito di fungere da coda della barca, perchè con i successivi giri attorno all'uomo a mare, sarà più facile per lui aggrapparsi
- una volta che si è attaccato, si richiama la cimetta, fino a recuperarlo a bordo.
stai navigando al lasco con 20 nodi di vento e onda a 7-8 nodi. come pensi di poter abbandonare il timone per tutto il tempo necessario a fare tutte le operazioni che dici?
Non ho esperienze dirette ma secondo me il lancio dell'anulare in emergenza va potuta risolvere con un'azione della durata di qualche secondo per poi dedicarsi alle manovre di avvicinamento con la barca.
Che ne pensate?
Anni fa un navigatore esperto mi consigliò di legare la boetta alla cima galleggiante di 25 m (senza anulare) perchè durante l'avvicinamento al naufrago è molto più facile lanciargli la cima sfruttando il peso della boetta.
...Basta non prenderlo in testa

