Non vorrei ripetermi, ma la discussione di Alpa è molto seria e realistica. Però presuppone la conoscenza di un po' di teoria sulla tattica. Gli acronimi che lui definisce non sono mica una sua invenzione, per i tattici 'veri' sono acronimi di normale utilizzo.
Se fai una regata con poco vento e non sei attento a queste cose, hai solo due possibilità: o arrivi ultimo o ti prendi un X(ics) che allora vinci lo stesso
A parte gli scherzi. Prendiamo una situazione estrema, ma che mi è capitata 20gg fa, provate a calcolarvi il TWD con un reale di 4kts ed una corrente perpendicolare di 2 kts ed osservate di quanto ruota il vento. Si fa in un attimo con parallelogramma delle forze. Non ho una calcolatrice ne una squadretta, ma così a spanne avremmo una rotazione di circa 20-25°: mica stupidaggini.
Come fai a non tenerne conto?
Come si può dire che non esistono variazioni di velocità nella corrente? Lo ho già scritto sopra quando si verifica solitamente: cambio profondità o foce di un fiume.
Se ti avvicini alla foce di un fiume spesso ti troverai in presenza di una corrente che aumenta, o al contrario di una corrente che diminuisce per effetto del flusso fluviale (dipende da che lato e con quale flusso).
Oppure quando varia la profondità, l'attrito del fondo rallenta la corrente (guarda lo stretto Messina- forte in centro per azzerarsi sulla costa).
Come si fa a sapere se la corrente cambia di intensita? La risposta è semplice. I tattici più raffinati, prima della partenza fanno vari rilevamenti su punti diversi del campo, i più comuni mortali osservano l'acqua o traggono logiche deduzioni dalla conformazione del campo e dal flusso maree.
Per finire la corrente in sè, se presa in giusta considerazione, non è un rilevante problema tattico, lo è molto di più la rotazione del vento che essa crea (TWD).
Bravo Alpa!