Ciao Oceanis,
grazie della tua attenzione e dei tuoi commenti, e sopratutto del garbo col quale li porgi.
Volevo essenzialmente dire che oggi una doppia motorizzazione può offrire un rapporto costi benefici molto più vantaggioso di quello di molti accessori che montiamo comunemente. In particolare la doppia motorizzazione secondo me è assolutamente vincente in confronto al neonato Dock & go, purché il confronto sia razionale e venga fatto da un velista che sappia un pochino sfruttare le attrezzature che ha a disposizione, e sappia un pochino manovrare anche se non ha un joistick tra le dita. Tant' è vero che alcuni cantieri, più o meno noti (Kirié, Meta, EgeYat) l' opzione dei due motori la offrono.
Sono d'accordissimo con te quando dici che la tranquillità è una situazione interiore; sono anche daccordissimo che (se ti interpreto bene) dobbiamo predisporre ogni ragionevole precauzione, ma poi, inshallah, la sicurezza al 100% non esiste: siamo mortali e dobbiamo affrontare serenamente quel che ci arriva. Ma le ragionevoli precauzioni comunque dobbiamo predisporle, dobbiamo prima aiutarci se vogliamo che poi Dio ci aiuti; e scegliere di avere un bow thruster, un piccolo generatore, e un solo motore da 70 cavalli, in tanti casi, è molto meno ragionevole e meno di aiuto che rinunciare a bow thruster e generatore ma avere in compenso due motori da 40 cavalli.
L' ansia può entrare in gioco facilmente se ci sono sensi di colpa; ma se questi non ci sono, è più facile restare nell' ambito di un calcolo del rischio: se io ho a bordo un autogonfiabile, non ho l' ansia di investire un container semisommerso: al massimo ho solo un ragionevole e calcolato piccolo timore. Ma se io posso avere doppia motorizzazione, e scelgo di non averla, nel momento in cui mi dovessi trovare affidato completamente al motore probabilmente andrei in ansia, e se il motore mi mollasse lasciandomi nei pasticci, maledirei di non avere scelto di averne due.
Credo poi che forse abbiamo due diverse percezioni della crociera e delle situazioni scabrose ad essa connessa; questo può dipendere dalla lunghezza delle crociere, dall'area di navigazione, dagli equipaggi con i quali abbiamo navigato o semplicemente dal caso che ha portato ciascuno di noi a confrontarsi con alcune situazioni piuttosto che con altre.
La lunghezza delle crociere (le altre possibili cause sono più ovvie e non ne parlo) incide perché è ben diverso fare in una stagione sei crociere da una settimana, partendo e arrivando ogni volta dal proprio porto di attracco, oppure una unica lunga campagna di sei settimane. Nel primo caso, nella eventualità di maltempo iniziale o finale si può rispettivamente ritardare la partenza o anticipare l' arrivo, e prendere dalla crociera solo il buono; e nel caso di un grave maltempo previsto per la metà del periodo si può cambiare la destinazione per una destinazione più facile, o al limite si può annullare la crociera. Invece nella unica campagna di sei settimane, ci si prende tutto quello che nelle sei settimane arriva. Tu mi attribuisci che 'con tempo e previsioni ok, non si sa mai che arrivi forza 10'. Non è la mia situazione, non è la mia psiche. Qualche anno fa sono partito da Livorno il 26 giugno, e ho fatto la prima notte in porto il 31 agosto. Se fare le notti buone in rada era una scelta, farci le notti cattive era una necessità, per la saturazione dei porti. Chiaramente, quei 60 e passa giorni e notti passati nelle spesso affollate rade della Corsica non stati tutti di previsioni e tempo ok !
Non so che tipo di crociere sei abituato a fare, e magari non è nemmeno importante: la saggezza e la corretta valutazione delle situazioni, anche marinaresche, non dipende certo esclusivamente da quanto e come una persona sta in mare; anzi, a volte sospetto che più ci stiamo, nelle situazioni, e peggio le vediamo.
Comunque io voglio stare in mare, possibilmente anche nella stagione affollata, che non a caso è la più bella, e per farlo in sicurezza e rispettando le persone che si affidano a me ho bisogno di avere determinate attrezzature e di adottare determinati comportamenti.
Su queste fondamentali (credo) oggettività si può inserire certamente una certa variabilità nella percezione soggettiva, e io forse certe cose le sento con più forza di altri. Per esempio il comportamento delle barche nel Fastnet del '79, o l' affondamento del Silvia (qualche anno fa', otto istruttori e capi istruttori di Utopia partiti da Portoferraio per Marciana Marina, una diecina di miglia lungo costa, una successione impressionante di errori e quattro sopravvissuti), o le molte diecine di barche affondate o spiaggiate (per non parlare di quelle gravemente danneggiate) in Corsica in una sola notte verso Ferragosto del '95 o '96, o altre vicende che in mare sono capitate, mi hanno lasciato un segno. Tante vicende non credo mi sarebbero potute capitare, ma altre è solo un caso che non abbiano aggredito anche me. Molti altri certamente si sono emozionati meno di me per quelle vicende, o per le tante altre di cui ciascuno è a conoscenza e fa tesoro. Ma, ti ripeto, credo che alla fine è la razionalità, e non l' emotività, che gestisce le mie scelte nautiche, e la mia passione per la motorizzazione doppia.
Invece, per mckewoy, la storiella è divertente, anche se contribuisce poco alla discussione.
Mi chiedo che penserebbe il tizio a una eventuale gravidanza della moglie.
Griderebbe al miracolo o si gratterebbe perplesso la testa?
Saluti