Citazione:magosebino ha scritto:
ah ... dimenticavo
riguardo alla domanda iniziale ... io preferisco i policristallini ..
ho un'esposizione fissa e ... [u]costano meno [u]
La soluzione adottata da Soldini
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Caratteristiche salienti del progetto:
Un sistema innovativo di pannelli solari ha reso la nuova barca del navigatore Giovanni Soldini completamente 'carbon free', libera dagli idrocarburi. Telecom Italia è una delle pochissime barche da regata, anche tra quelle che partecipano alla Transat Jacques Vabre, ad avere questa prerogativa che la rende indipendente dal punto di vista energetico. A coordinare il gruppo di lavoro che ha realizzato un tale sistema è stato lo stesso Giovanni Soldini in collaborazione con il fisico Marco Bianucci del Cnr-Infm di Parma. I moduli sono stati realizzati ad hoc dalla ditta SE-Project (
http://www.solon.com), che per renderli più leggeri non ha utilizzato vetro come materiale di supporto alle celle, ma solo fogli di una particolare plastica (tedlar). I pannelli utilizzati sono costituiti da comuni celle al silicio poli-cristallino ad alta efficienza, integrati nello scafo, in particolare nella tuga e nella poppa.
La massima produttività energetica del sistema fotovoltaico, la cui potenza di picco supera gli 800W, è garantito da un circuito elettronico di potenza progettato e realizzato da ricercatori dell'università di Salerno diretti dal professor Giovanni Spagnuolo e dall'ingegner Giovanni Petrone. Il sistema elettronico per la gestione ottimale dell’array fotovoltaico e la ricarica della batteria disponibile a bordo è stato progettato tenendo conto della particolare applicazione. La massima produttività energetica dei moduli fotovoltaici richiede infatti che questi possano operare in condizioni di soleggiamento uniforme. Tale condizione, tuttavia, difficilmente si realizza a bordo. Per questo motivo, il sistema è stato frazionato in una sezione a poppa, disposta in piano e costituita da circa cento celle, e da un gruppo di stringhe sulla tuga (la parte alla base dell’albero, sotto la quale c’è la cabina), costituite da circa centoventi celle, disposte con orientamenti assolutamente differenti. L’array a poppa è stato diviso in tre sottosezioni (una centrale e due laterali) collegate ad un unico regolatore di carica. Tale scelta è legata all’ipotesi che tale area riceverà una illuminazione piuttosto uniforme e per un tempo piuttosto lungo. Difficilmente, infatti, ombre significative verranno proiettate su tale area (al più potranno essere dovute al timone oppure a qualche cima, a meno che Giovanni e Pietro non vi ci siedano su!) La sezione anteriore presenta due stringhe orientate verso i due lati della barca ed una orientata verso la prua. Evidentemente le stringhe sulla tuga subiranno condizioni di ombreggiamento parziale legate alla posizione delle vele, ma anche una minore produttività dovuta a sporco, salsedine ed schizzi d’acqua. Sporco e salsedine potranno influenzare anche la produttività energetica della sezione di poppa, specialmente in condizioni di mare particolarmente mosso. Occorre comunque dire che l’impianto, nel suo complesso, è stato dimensionato in modo da garantire una apprezzabile corrente di carica alla batteria anche in condizioni di basso soleggiamento e scarsa produttività a causa di fenomeni di mismatching.
L’impianto fotovoltaico è stato dimensionato sulla base delle esigenze di energia elettrica per i servizi di bordo (ad esempio notebook, gps, telefono satellitare).
Tale sistema elettronico è stato messo a punto Il progetto ha già ricevuto numerose richieste di replica su altre barche da competizione della stessa categoria, ma l'innovazione potrebbe avere un futuro ben presto anche nel mondo dei navigatori non professionisti.L'impianto potrà essere riprodotto facilmente e a prezzi abbordabili anche sulle barche da diporto comuni ed è dimensionato per poterle rendere indipendenti dall'utilizzo di generatori e di gasolio.