Citazione:skybet ha scritto:
ASK, tu che sei del settore, cosa hai installato personalmente? Cosa consiglieresti ad un amico (non per venderglielo tu, o magari anche sì ma non inqeusta sede)?
Gli ENECOM o altro?
E scoperchiando un altro vaso di Pandora, quale ripartitore di carica ci abbineresti?
Anni fa avevamo un posto barca senza corrente elettrica in banchina. Allora usavamo un pannellino solare da 45Wp per ricaricare la batteria in nostra assenza, durante la settimana all'ormeggio, in modo che il successivo finesettimana trovavamo la batteria carica e la barca pronta per ripartire.
Oggi abbiamo l’elettricita’ in banchina, e non abbiamo quel tipo di necessita'.
Abbiamo seguito una strada diversa: ottimizzando l'impiantistica di bordo siamo riusciti a raggiungere una autonomia elettrica di circa 3 giorni (frigo compreso). Pertanto normalmente ci basta quella mezz'ora di motore per le manovra (per salpare l'ancora/ approdare in qualche rada) per ricaricare le nostre batterie. Solo se restiamo fermi in rada per piu' giorni, solo allora accendiamo il motore appositamente per ricaricare le batterie.
Pero' se dovessimo partire per una crociera piu' lunga (di qualche mese) allora prenderei effettivamente 2 moduli FV mono da 100Wp (totale 200Wp) e li userei in modo mobile. Si tratta sempre di un compromesso, che dipende dalla dimensione della barca e dai spazi disponibili.
I moduli della ENECOM sono cari. Per l'acquisto andrei non da un rivenditore nautico, bensi da uno specialista solare, poco importa di quale marca. Sospetto che i moduli FV offerti sul mercato nautico/campeggio siano di qualita' inferiore, mentre chi offre i moduli FV sul mercato civile deve offrire moduli FV certificati come da prescrizioni di legge.
A parita' di ingombro, i moduli dovranno avere massima potenza possibile (in Wp) e contenere 36 celle FV di tipo monocristallino, con vetro frontale (non plastica che si deteriora nel tempo per effetto dei raggi UV), e con cornice in Alluminio.
Come ripartitore (dell'impianto solare) userei dei diodi Shottky montati su dissipatore (alette di raffreddamento) acquistabili per pochi Euro presso qualsiasi rivenditore di componenti elettronici (uno su ogni gruppo di batteria) che comportano una caduta di tensione bassa di 0,3V circa. La corrente nominale dei diodi deve essere almeno 20% superiore alla corrente massima (in corto circuito) dell'impianto solare (somma delle correnti di corto dei moduli FV cablati in parallelo).
E per compensare la caduta di tensione sceglierei un regolatore di carica con tensione massima di carica leggermente superiore al normale intorno ai 14,5-14,8V.
Infine, da non dimenticare: importante inserire dei fusibili su tutti cavi che vanno alle batterie (possibilmente vicino alle batterie in modo da proteggere anche il cavo. La fonte di pericolo (incendio per corto circuito) e sempre la batteria (!!!) - non i moduli FV.