La controranda diventa solidale con l'albero e il picco per cui nelle virate segue la randa, non deve essere ammainata e ritirata su. Drizza e scotta che sono incocciate a circa metà delle aste la portano sull'albero e sul picco, la mura la tiene in linea con gli stessi. La difficoltà nel mandarla a riva dipende proprio dal fatto che drizza e scotta sono incocciate a circa la metà delle aste e con vento queste se non sono bene sottovento alla randa sbatacchiano; devono inoltre andar su di conserva e passare fra randa e volanti alta e bassa e libere dalla mura. L'ammantiglio non è incocciato alla fine del boma come negli sloop ma con due riprese quasi alla fine del boma che nel caso del Fairlie III è di ben 9 m, 2 m al di la della poppa. La randa non è poi 60 mq come erroneamente ho scritto ma poco meno di 90.
Ha ragione ZK, sono barche difficili, anche se 'piccoline' sia per portarle che per mantenerle, non sono barche per uscite domenicali con la famiglia.
Sul Fairlie durante le regate eravamno in 9 e non eravamo proprio al completo:
randista che spesso aveva bisogno di un aiuto, timoniere, due addetti alle volanti che sono strutturali, almeno due per parte per mollare e cazzare le scotte della trinchetta, fiocco e uccellina, un tattico che al bisogno aiutava il randista.
Ti allego una foto della barca in navigazione, ancora non armata mentre ci stiamo portando sul campo di regata di Saint Tropé. A parte gli stralli di prua per le tre vele che ben si comprendono, si vedono i due paranchi incocciati sul picco e l'ammantiglio del boma. Si intravedono poco le volanti alte e basse che sono a riposo.
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