Se accetti un suggerimento, ti consiglierei di sostituire quella scotta continua da 8 mm (troppo pesante) con due scottine autonome da 5 o 6 mm (più leggere) che, per quanto riguarda i carichi, sono diametri più che sufficienti anche utilizzando del normale poliestere doppia calza (all’allungamento è trascurabile una volta che la scotta va in tensione sotto carico). Per migliorare la maneggevolezza potresti poi utilizzare delle cime pelose.
In questo modo riuscirai ad ampliare il range di utilizzo del Code 0 a partire da 1 nodo (reale) o poco più.
Può sembrare strano, ma con venti molto deboli anche quelle poche decine di grammi in più, che pesano sulla bugna di scotta, impediscono alla vela di gonfiarsi a sufficienza e far partire la barca per sfruttare poi il vento apparente (incrementato all’aumento del vento-velocità).
Sempre con venti molto deboli potrebbe risultare utile avere due autonome scotte che terminano con gassa impiombata (e fissate con grillo tessile), al fine di alleggerire ulteriormente il carico sulla bugna sganciando temporaneamente la scotta sopra vento.
Almeno questa è stata la mia esperienza.
Nella foto si vede anche una soluzione semplice e veloce di barber (regolabile in senso longitudinale e trasversale)
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Un’ultima annotazione. Quando, dopo la virata, riapri la vela sulle nuove mura, forse sarebbe utile non forzare troppo sulla scotta (come sembra accada nel video), ma accompagnare lo srotolamento attraverso il sistema di avvolgimento (ovviamente in senso contrario). Il Code 0 è proprio una gran bella vela, ma purtroppo anche abbastanza delicata
Per il resto complimenti e buon vento... anzi buone ariette....