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Owatrol Deks Olje - Applicazione
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RE: Owatrol Deks Olje - Applicazione
Partiamo dall'assunto cartesiano che le parti in legno, NON DI TECK, lasciate al naturale e protette da una vernice trasparente (o ambrata), sono sensibili al sole più che con altre protezioni; che ogni due anni in genere vanno riprese con un qualche intervento anche leggero; che per durare anni è bene siano protette nelle situazioni peggiori d'insolazione (luglio /agosto), per esempio con dei teli (le storiche mutande sulle fiancate delle barche d'alto lignaggio d'antan, trattate con minimo 7 mani di stucco e 9 mani di smalto); e che ogni graffio deve essere subito ripreso, se no s'infiltra acqua, macchia il legno sotto e provoca il distacco di scaglie di vernice in giro.
Resta il fatto che le parti in legno di una barca (non teck) trattate a flatting, per esempio un mogano biondo, siano quanto di più bello si possa vedere, e la più alta nota e caratteristica distintiva d'una imbarcazione, dopo le linee d'acqua.
Un buon flatting, di qualità (e ne esistono, ma la qualità va a braccetto col prezzo e con la difficoltà di applicazione) che duri nel tempo e resista ai raggi UV, richiede, dopo la preparazione del legno, l'applicazione di 6 mani minimo, date con una diluizione decrescente dal 30% al 10%.
Le prime due mani per impregnazione del legno nuovo (se il legno è vecchio va prima riportato al nuovo) le mani a seguire devono essere omogenee, date con cura e pazienza, interponendo tra una mano e l'altra una carteggiatura ad acqua con carta fine e, volendo fare il massimo e come si faceva una volta, tra le ultime due mani a finire (oltre le sei già citate) con straccio di lino, acqua e polvere di pomice. Nemica della brillantezza finale è la polvere, che va eliminata con scrupolo e sempre, prima del pennello.
Per riportare a nuovo il legno già trattato, dopo il lavaggio con soda, un tempo si usava un ferro da stiro caldo: si appoggiava alla parte da sverniciare per qualche minuto, poi con una lama o con la classica scheggia di vetro (da cambiare spesso) si grattava via la vecchia pelle. In più passate si arrivava al legno quasi nudo, sul quale poi si agiva con carta vetrata a grana vieppiù fine, fino al lavaggio finale con ragia vegetale.
Per la manutenzione, un accurato lavaggio, una leggera carteggiatura ad acqua o una pomiciatura, e due mani molto diluite dello stesso prodotto iniziale.
Complicato? no, di certo lunghissimo, come la lucidatura a pomice della ferramenta in bronzo.
Cose d'altri tempi? Si, e giustificano il trionfo della plastica, dell'alluminio anodizzato e di tutte le cose che il progresso (e la pigrizia) ci hanno dato di bello.
Per il teck, una volta si usava l'olio di teck, quello che si ricavava (colava) mentre si segava il legno dal tronco, dato a straccio; oggi ci sono dei prodotti di buona qualità, a base di olii vari e chiari, che vanno dati molto diluiti, in più passate e sempre a straccio.
Certo le scorciatoie ci sono, la migliore è prendersi un bel plasticone (come ho fatto io, ma per altre ragioni) e abbandonarsi alle diavolerie moderne, che appaiono ancor prima di essere, ma indubbiamente sono comode.
01-09-2015 18:53
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RE: Owatrol Deks Olje - Applicazione - dapnia - 01-09-2015 18:53

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