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La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
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Information La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Cari amici autocostruttori e non, riprendo questa vecchia discussione con l'intento di fornire informazioni utili ad altri auto costruttori che intendano certificare la loro barca per prendere bandiera e navigare anche in acque internazionali con il frutto del loro lavoro.
Premessa generale.
In Italia far certificare una barca autocostruita di per sè non é difficilissimo, ma lo rende difficile, quasi impossibile, la mancanza di informazioni, la mancanza di collaborazione degli organi ufficiali (italiani soprattutto, ma non solo), e devo ribadirlo per l'ennesima volta purtroppo, la malafede di alcuni periti (non tutti) che vogliono portare più soldi possibile nelle loro tasche, omettendo di spiegare le vie più economiche e dando come uniche possibili solo le vie costose.
Terminata la premessa, vi dico subito che sono riuscito con molta fatica a trovare il modo per certificare e far iscrivere all'interno della Ue la mia costruzione con meno di mille euro. Questo anche grazie agli spunti forniti da questo forum. La cifra potrá sembrare non irrisoria ma, ho avuto da più tecnici preventivi intorno ai 5 mila euro per arrivare fino a 16 mila per certificare una barca da 9 m! Questo per far capire di cosa parliamo. Per non diventare troppo prolisso cercheró di essere abbastanza schematico, dividendo la spiegazione per capitoli (brevi).

Gli inizi.
Per i primi due anni, mentre costruivo, non mi sono posto più di tanto il problema della certificazione, perché credevo bastasse presentare un progetto di una imbarcazione capace di navigare senza limiti. Mi sono limitato a leggere qualcosa quà e là, ma senza approfondire, anche se il sentore di inutili complicazioni burocratiche era già allora nell'aria.

Primi contatti con i periti e colloquio.
Dal terzo anno in avanti ho cominciato a fare ricerche serie. Su internet ho trovato poco di dettagliato, e anche qualcosa di fuorviante. Ad esempio sul sito di un ente, ho letto che l'autocostruzione, se in assenza del certificato CE, non può essere rivenduta prima dei cinque anni (cosa vera), e che comunque al termine del periodo si deve comunque far certificare con marchio Ce; falso, come poi mi é stato confermato! Dopo il periodo dei cinque anni la barca costruita da privato puó essere rivenduta, senza bisogno di particolari procedure, salvo le visite iniziali previste in base al paese, che peró sono obbligatorie per tutte le barche. E questo é solo un esempio. Scrissi a una decina di periti nautici; mi risposero solo la metà. Tutti mi risposero che l'unica strada percorribile era la costosa certificazione CE. Intorno al 2016 andai da un perito nautico di persona, feci quasi due ore di strada, e pagai un centinaio di euro per la consulenza. Pensavo di uscire da quel colloquio con le idee più chiare, ma non fu così. D'altra parte il mio interlocutore mi diede l'idea di voler gonfiare i costi e di dirmi quello che lui voleva io sapessi. Fu una delusione purtroppo.

Le ricerche sul forum e la svolta.
Da allora ho cominciato a fare ricerche sempre più approfondite, al fine di capire la verità. Fu così che su questo forum appresi della normativa articolo 5 del D.M. 146/2008, che prevede la possibilitá di prendere bandiera e iscrivere una barca autocostruita senza passare tramite il sistema CE (complicato e costoso). Tuttavia nonostante citassi la normativa, molti tecnici si ostinavano a propormi il marchio Ce come unica vera via. Incredibile !

L'assenza e l'incompetenza degli uffici pubblici.
Vista la divergenza tra quello che leggevo sulla normativa ottenuta tramite il forum, e quello che dicevano e scrivevano i periti nautici, per tagliare la testa al toro decisi di rivolgermi agli uffici pubblici, convinto di arrivare al bandolo della matassa. Niente di peggio ! Dopo varie ricerche trovai un numero dell'ancora RID (era il 2018), al quale dopo mille tentativi, mi rispose una signorina molto scocciata che mi disse che per queste cose dovevo parlare con la guardia costiera. Scrissi una email alla G.C., arrivò la conferma di lettura, ma nessuna risposta.

I registri stranieri, il crollo dei miti belga e olandese, Brexit e infine Malta e la Polonia (2019 annus horribilis).
Gli anni passano e venne il 2019 e io, con piacere, continuavo a segare, incollare e dipingere sulla mia barca; nel frattempo, continuavo a scrivere ai periti di questa e quella parte senza risposte definitive (semmai fumose e sibilline).
Era da poco successo l'incidente della nave degli immigranti iscritta tramite una associazione sportiva a quello che sarebbe dovuto essere il registro dei Paesi Bassi; senza andare in inutili dettagli della vicenda, fu "l'inizio della fine" delle bandiere facili del Belgio e dei Paesi Bassi. Personalmente avevo preso in considerazione questa possibilità come "piano B", ma fui costretto a lasciar perdere. Altra porta che si chiuse nel 2019 fu il Regno Unito dopo l'annuncio della Brexit.
Allora senza mai farmi prendere dallo sconforto sentii anche Malta visto che é un registro considerato prestigioso. Provai a scrivere ma non mi risposero subito. Dopo molte insistenze mi scrissero di rivolgermi a un brooker. Trovai un ufficio a Valletta dove parlavano anche italiano. Mi spiegarono che con 250 euro l'anno per la domiciliazione, più altri 300-400 euro circa potevo iscrivere la barca. Ma non fu facile da subito far digerire al registro maltese il concetto di autocostruzione; dovetti io produrre la normativa europea al broker, che a sua volta la produsse al registro maltese ! Incredibile ...
Dopo settimane arrivó la conferma ufficiale che avevo un numero d'iscrizione provvisorio maltese. Ma non era finita qui, ci voleva anche una visita da parte di un tecnico abilitato al registro maltese, la così detta visita di tonnage. É una visita in verità abbastanza semplice, dove si valutano le misure e i volumi chiusi dello scafo. Va fatta a barca ultimata. In Italia i periti abilitati al registro maltese sono un paio, e non sono mai riuscito a farmi fare un preventivo di spesa per email, nonostante varie telefonate ed email. Ho scritto anche ad alcuni periti a Malta, non mi hanno mai risposto! Desolante... Probabilmente insistendo troverei un perito che faccia il tonnage all mia barca, ma nel frattempo l'iscrizione provvisoria é scaduta e io non ho più pazienza. Terró sicuramente Malta in considerazione come piano B, ma per ora voglio andare fino in fondo alla mia ricerca, a questo punto, più che la necessità, a muovermi é la ricerca della verità.
In tutto questo mio girovagare tra le pagine web, le telefonate e le bufale burocratiche, sono passato anche tramite i registri francese e polacco. Ho sentito un paio di agenzie a Mentone al confine tra Francia e Italia, per avere informazioni su come prendere la bandiera francese; mi hanno messo in contatto con un tecnico italiano (per la verità citato anche qui sul forum), che dopo varie email e telefonate é sparito nel nulla senza motivo. Peccato perché il registro francese é molto aperto verso gli autocostruttori, ma nonostante io parli e scriva in francese, e potrei forse arrangiarmi da solo, in questo momento sono troppo oberato per farmi da solo anche l'iscrizione. Forse terró la Francia come terza opzione, vista la normativa interessante per il mio caso.

Bandiera polacca.
A dispetto di quanto scritto qui da alcuni, vi confermo che non é assolutamente vero che si possa iscrivere una barca priva di certificazione di navigabilità in Polonia; serve il certificato Ce, oppure altro certificato emesso da ente europeo riconosciuto. Una graziosa conoscente polacca che vive qui in Italia, mi ha fatto da interprete durante una telefonata al registro polacco, durante la quale mi hanno confermato proprio questo. Quindi attenti alle bufale. La Polonia é interessante per la sua normativa, ma vista la distanza e la lingua, credo che difficilmente sarà tra le mie possibili scelte. Francia e Malta sia per lingua che per distanza restano le mie preferite. Opinione personale.

Finalmente la verità, e un preventivo scritto !
Ci sono voluti anni di ricerche, scavando sotto menzogne, mezze veritá e depistaggi, ma anche grazie a utenti del forum come Hal9000, la verità sull'articolo 5 del D.M. 146/2008 é venuta fuori. Non senza qualche ciliegina finale; addirittura a Luglio 2021 mi fu proposto un preventivo, senza CE, di circa 16 mila euro ! Ovvio, scartato immediatamente.
É stato un tour de force, una storia simile alla trasmissione "Blu notte - misteri italiani" di Lucarelli, ma alla fine ci sono riuscito. É vero, con meno di mille euro, senza passare dal protocollo Ce, é possibile iscrivere una barca autocostruita, ottenere bandiera e navigare anche in acque internazionali !
É sufficiente una visita a barca finita, una prova di sbandamento in acqua e avere i calcoli della curva di stabilità. Gli impianti, in particolare l'elettrico, devono essere a norma.
Dopo di ché é possibile iscrivere la vostra costruzione nel registro che meglio credete, esporre bandiera e finalmente...partire.


Buon vento e buona costruzione !
10-10-2021 16:19
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carlo1974 Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Smiley42

non dispongo più delle boccole timone dello show 34 . purtroppo non riesco a scriverlo nel messaggio. scusate ...
10-10-2021 17:35
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mlipizer Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Quindi non la hai ancora iscritta?

Trieste - Beneteau First 30jk
10-10-2021 17:42
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Lupo Grigio Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 16:19)Sikander Ha scritto:  Cari amici autocostruttori e non, riprendo questa vecchia discussione ...
...
É vero, con meno di mille euro, senza passare dal protocollo Ce, é possibile iscrivere una barca autocostruita, ottenere bandiera e navigare anche in acque internazionali !
É sufficiente una visita a barca finita, una prova di sbandamento in acqua e avere i calcoli della curva di stabilità. Gli impianti, in particolare l'elettrico, devono essere a norma.
Dopo di ché é possibile iscrivere la vostra costruzione nel registro che meglio credete, esporre bandiera e finalmente...partire.


Buon vento e buona costruzione !

Accertato che, per ottenere l'iscrizione (in Italia), è necessario che un Organismo Notificato rilasci una "attestazione di conformità" (con la quale si assume determinate responsabilità in merito al rispetto di requisiti di sicurezza sia progettuali, che costruttivi), senza (per il momento) "marcare CE" la barca in questione (ma rinviando la marcatura stessa a trascorsi 5 anni dalla messa in servizio dell'unità, se mai la si volesse rivendere = immettere in commercio sul territorio dell'UE; se invece la si vuole tenere ad libitum, senza rivenderla, ciò non sarà necessario, come pure, se la si rivendesse al di fuori dell'UE, ammesso che si trovi l'interessato compratore, cosa che a me non risulta essersi mai verificata, ciò non sarà necessario) qui si sostiene che questa attestazione di conformità (ai requisiti essenziali di sicurezza stabiliti dalla Direttiva 2013/53/UE), esiste qualcuno che la rilascia con meno di mille euro? Trattasi di Organismo Notificato con istinti suicidi? Chi è?

Neanche capisco la notazione specifica sull'impianto elettrico: che ha l'impianto elettrico di diverso rispetto al GPL, o all'esaurimento di sentina, la timoneria, o a qualsiasi altro sistema di bordo per il quale la Direttiva (e le norme ad essa collegate) hanno stabilito "requisiti essenziali di sicurezza"?

Attendo con curiosità.
Non voglio assolutamente smorzare entusiasmi o supportare le posizioni di "periti" avidi ed intrallazzoni (ambiente veramente squallido e brulicante di incompetenti, ladri di galline...), ci mancherebbe, ma che per 1000 eurini si riesca ad ottenere una seria verifica di strutture, materiali, rispetto di requisiti essenziali di sicurezza, prova di stabilità, calcoli, ispezione, misure a bordo, ecc... mi lascia a bocca aperta.
Ma a questo mondo c'è sempre da ravvedersi ed imparare.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-10-2021 18:32 da Lupo Grigio.)
10-10-2021 18:30
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Sikander Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 18:30)Lupo Grigio Ha scritto:  Accertato che, per ottenere l'iscrizione (in Italia), è necessario che un Organismo Notificato rilasci una "attestazione di conformità" (con la quale si assume determinate responsabilità in merito al rispetto di requisiti di sicurezza sia progettuali, che costruttivi), senza (per il momento) "marcare CE" la barca in questione (ma rinviando la marcatura stessa a trascorsi 5 anni dalla messa in servizio dell'unità, se mai la si volesse rivendere = immettere in commercio sul territorio dell'UE; se invece la si vuole tenere ad libitum, senza rivenderla, ciò non sarà necessario, come pure, se la si rivendesse al di fuori dell'UE, ammesso che si trovi l'interessato compratore, cosa che a me non risulta essersi mai verificata, ciò non sarà necessario) qui si sostiene che questa attestazione di conformità (ai requisiti essenziali di sicurezza stabiliti dalla Direttiva 2013/53/UE), esiste qualcuno che la rilascia con meno di mille euro? Trattasi di Organismo Notificato con istinti suicidi? Chi è?

Neanche capisco la notazione specifica sull'impianto elettrico: che ha l'impianto elettrico di diverso rispetto al GPL, o all'esaurimento di sentina, la timoneria, o a qualsiasi altro sistema di bordo per il quale la Direttiva (e le norme ad essa collegate) hanno stabilito "requisiti essenziali di sicurezza"?

Attendo con curiosità.
Non voglio assolutamente smorzare entusiasmi o supportare le posizioni di "periti" avidi ed intrallazzoni (ambiente veramente squallido e brulicante di incompetenti, ladri di galline...), ci mancherebbe, ma che per 1000 eurini si riesca ad ottenere una seria verifica di strutture, materiali, rispetto di requisiti essenziali di sicurezza, prova di stabilità, calcoli, ispezione, misure a bordo, ecc... mi lascia a bocca aperta.
Ma a questo mondo c'è sempre da ravvedersi ed imparare.

Ciao, visto che mi sembri già da subito un pó "lanciato" ti dico giá adesso che non voglio fare nessuna polemica. Appurati i miei fini pacifici, non io che sono il sig. Nessuno che costruisce una barca per diletto, ma utenti più esperti su questo forum, tra cui il citato Hal9001, ma anche altri, hanno più volte scritto non ieri, ma nel corso di vari anni sul forum, che per fare una certificazione ai sensi dell'articolo 5 del D.M. 146/2008 occorrono alcune centinaia di euro, se tutto é già pronto. Io ho presentato un progetto con calcoli e disegni, già pronti. Quello che per te é uno scandalo per il prezzo troppo basso, dopo quello che ho visto e sentito, per me é semplicemente un prezzo onesto per un lavoro di verifica che impegna una giornata. Il resto é relativo, a seconda della quantità di documentazione che deve essere integrata. Nel mio caso c'è già tutto. E se domattina qualcuno cambiasse idea e mi chiedesse di più, risponderei che preferisco fare il tonnage con bandiera maltese o andare in Francia. Non mi dilungo oltre. Blank

P.S. In Italia lo stipendio medio mensile sono 1200 euro, facendosi il cu...o per un mese. Non so quale sia il tuo tenore di vita ma 1000 euro per me son soldini.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-10-2021 20:51 da Sikander.)
10-10-2021 19:53
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mlipizer Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Un'altra domanda. Ma se uno si autocostruisce un kit (pesno ad esempio ai Walkabout o ai Bonin), ha già la Certificazione CE o vale la stessa trafila?

Trieste - Beneteau First 30jk
10-10-2021 20:05
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Sikander Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 20:05)mlipizer Ha scritto:  Un'altra domanda. Ma se uno si autocostruisce un kit (pesno ad esempio ai Walkabout o ai Bonin), ha già la Certificazione CE o vale la stessa trafila?

Se con il kit ti vendono anche i calcoli di stabilità, di svuotamento, eccetera, e tutti i disegni completi , sei avvantaggiato, ma non ti esime da fare controlli. La visita va fatta per verificare il rispetto del progetto e delle caratteristiche di sicurezza. Almenochè non ti accontenti di stare entro le 6 miglia senza uscire dall'Italia. Allora puoi anche costruire un discovolante galleggiante, sono fatti tuoi.Smiley36

Tra i due estremi c'é poi un compromesso; se fai fare al tuo vascello una semplice prova di raddrizzamento e di verifica del bordo libero rispetto al galleggjamento, puoi andare fino a 12 miglia dalla costa senza uscire dall'Italia, e senza poter esibire la bandiera.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-10-2021 20:47 da Sikander.)
10-10-2021 20:42
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Lupo Grigio Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 19:53)Sikander Ha scritto:  Ciao, visto che mi sembri già da subito un pó "lanciato" ti dico giá adesso che non voglio fare nessuna polemica. Appurati i miei fini pacifici, non io che sono il sig. Nessuno che costruisce una barca per diletto, ma utenti più esperti su questo forum, tra cui il citato Hal9001, ma anche altri, hanno più volte scritto non ieri, ma nel corso di vari anni sul forum, che per fare una certificazione ai sensi dell'articolo 5 del D.M. 146/2008 occorrono alcune centinaia di euro, se tutto é già pronto. Io ho presentato un progetto con calcoli e disegni, già pronti. Quello che per te é uno scandalo per il prezzo troppo basso, dopo quello che ho visto e sentito, per me é semplicemente un prezzo onesto per un lavoro di verifica che impegna una giornata. Il resto é relativo, a seconda della quantità di documentazione che deve essere integrata. Nel mio caso c'è già tutto. E se domattina qualcuno cambiasse idea e mi chiedesse di più, risponderei che preferisco fare il tonnage con bandiera maltese o andare in Francia. Non mi dilungo oltre. Blank

P.S. In Italia lo stipendio medio mensile sono 1200 euro, facendosi il cu...o per un mese. Non so quale sia il tuo tenore di vita ma 1000 euro per me son soldini.

Se non vengono fornite risposte alle domande che pongo, non riesco a capire.
A me preoccupa che si mettano in giro unità da diporto fino a 24 m di lunghezza (perché questo è il caso di cui si sta qui disquisendo, e se la cosa è applicabile ad una barca che non sappiamo se è da 3 m di lunghezza, o tre volte tanto, da 9 m di lunghezza, cosa che non mi pare sia stata specificata, nulla cambia in via di principio), pur costruite con la massima buona volontà e tutto l'entusiasmo che si vuole, da chi non dispone di un ufficio tecnico, di un reparto produzione con delle regole e dei controlli terzi, di una sezione collaudo separata, ebbene, questo mi genera preoccupazioni.
Si è qui parlato di impianto elettrico: quindi escludiamo che si tratti di una barca da 3 o 4 m di lunghezza. Pure di 5 o 6, probabilmente. Sarebbe tutto inchiostro risparmiato se almeno si fosse accennato a che dimensione di barca ci si stava riferendo.
Diamo per scontato (dato il sito) che sia una barca a vela.
Avrà il motore ausiliario? Non l'avrà? Mah ...
La cosa non è secondaria, perché la presenza del motore comporta una serie di verifiche costruttive non da poco (come chiunque qui capisce).
Ma io sono costruttore e quindi faccio solo qualche minimo esempio su questo tema specifico e limitatissimo (ma per ogni aspetto di altre sistemazioni, impianti e soluzioni costruttive adottate, si potrebbe riempire qualche pagina in modo analogo).
Robustezza dei basamenti del motore, solidità dell'elemento di supporto dei piedini motore (blocco resinato? Contropiastre acciaio? Laminato strutturale rinforzato? Fascettature? Compensato corazzato? Che essenza si è usata? Resistenza ai derivati del petrolio? Trattamenti superficiali isolanti?), criteri seguiti per l'allineamento asse (piedino esterno o cavalletto? Boccola autocentrante? Materiali?), fissaggio dell'astuccio e sua ispezionabilità, presenza o meno del circuito di raffreddamento della tenuta asse, ventilazione del vano motore (forzata o naturale, e, nel caso, con le sezioni di passaggio adeguate? Altezza bocche aspirazione e mandata?), rispetto dei requisiti di non trasmissione fiamma dei rivestimenti adottati nel vano (fissaggi? Colle o arpioni? Se colla, di che tipo? Superficie esposta bonificabile dai vapori infiammabili o meno?), marcatura UNI dei tubi flessibili per alimentazione e ritorno gasolio, collegamenti acqua mare e scarico con doppia fascetta o meno, presenza e funzionamento del sistema di intercettazione a distanza gasolio, posizione del relativo comando, targhettatura dello stesso (cavo push-pull o solo tiro?), passaggi di cablaggi elettrici alla distanza prescritta dalle parti calde del motore, tipo e marcatura dei cavi elettrici presenti (se idonei ad uso marino, non supportanti fiamma al cessare dell'innesco, sviluppo di fumi tossici dalle guaine quando esposti a fiamma, fascettature di fermo disposte con il passo previsto, eventuali conduit a norma o meno, imbando cavi per vibrazioni /oscillazioni motore, ecc...), accessibilità parti motore ed invertitore per i controlli/manutenzioni previste (in accordo con le istruzioni del costruttore motore ed invertitore), presenza e validità delle certificazioni del costruttore motore per le emissioni, verifica che il tipo di scarico adottato non modifica le emissioni stesse, percorso dei cavi meccanici Morse (se presenti e non si tratta di controllo cablato elettronico, che comporta altre verifiche...) di telecomando motore ed invertitore, fissaggio degli stessi, per impedire che diventi inefficiente o difettoso con le inevitabili vibrazioni, terminali su motore ed invertitore con frenature adeguate anti-svitamento, accessibilità del filtro raffreddamento acqua mare, della valvola di presa a mare, delle fascette di serraggio degli spezzoni di tubo, tipo di passascafo e valvolame adottato (certificazioni? Materiali con rischio corrosione galvanica? Calcolo masse zinchi?), disposizione delle tubolature dei collegamenti al motore e loro fissaggio, adeguatezza dei supporti elastici alla spinta generata dall'asse ed alla massa del motore/invertitore (troppo cedevoli? Troppo duri?), posizione vaso espansione circuito sigillato (se esistente) per verifica livello e rischio svuotamento in caso avaria circuito, pericolosità organi in movimento motore rispetto a manovre da effettuarsi comunque nell'uso regolare, eventuale derivazione per scaldaacqua (materiali, possibilità intercettazione loop in caso perdite, ecc...), elica adeguata (causa sovraccarico, con emissioni di incombusti e rischio danno al motore?), collegamenti al quadretto di comando, funzionalità e taratura allarmi, posizione presa a mare assicura che non venga aspirata aria in navigazione con mare formato, presenza o meno sistema antisifone acqua mare in funzione delle altezze del riser scarico motore, ecc..., funzionalità dello stesso ed accessibilità per controllo, ...

Mi fermo qui, ma spero di aver reso l'idea. Se mi metto a fare analogo elenco per tutto il resto, una timoneria a frenelli, o se volessimo andare sulle strutture della barca, sul famoso impianto elettrico, qui ci passiamo svariate ore.
Sia chiaro: ciascuna delle cose elencate, da verificare come ideazione, come scelta progettuale, come rispondenza alle linee guida RSG, alla normativa adottata, come materiali acquistati, come installazione, come collaudo fatto, è in grado di causare una avaria seria in mare, con rischio consistente per l'equipaggio.
Nei cantieri, il rischio che un errore, una dimenticanza, una distrazione in progetto o montaggio possa causare un pericolo che non viene rilevato da chi fa la cosa per primo, è limitato dal fatto che non è mai la stessa figura che progetta, assembla, costruisce e collauda, ma ciascuno rimette le mani là dove altri prima hanno lavorato e più facilmente può rendersi conto dell'errore in agguato. Poi, alla fine, interviene comunque un soggetto terzo, che ricontrolla tutto prima che il manufatto vada in mano all'utilizzatore.
Eppure, la valanga di cose sbagliate, mal fatte, imperfette, montate male, non strette a dovere, messe al contrario, dimenticate, ecc... riempie pagine e pagine ad ogni passaggio di test.
Ed il cliente, alla fine, ne trova ancora altre e si incazza (giustamente).

Chi autocostruisce, poi ci andrà per mare, inviterà anche lui amici a bordo, ci porterà i bambini suoi e quelli dei suoi amici. Tutto OK?
Do assolutamente per scontato che avrà pensato, progettato, comprato, assemblato, collaudato tutto con una cura ed uno scrupolo che supera di gran lunga l'impegno che ci mettono le 15 persone che su ogni barca "di cantiere" lavorano ogni giorno (in media) per tirare fuori un prodotto solido e sicuro, ma vogliamo riconoscere che un qualche valore l'esperienza lo ha? Che la disponibilità di attrezzature professionali, di conoscenza tecnica di base un valore lo ha? Che la fase finale di controllo e collaudo "terzo" un suo peso ce l'ha?
Su quella barca autocostruita, al minimo, ci avranno lavorato due soggetti: l'autocostruttore e poi il tecnico dell'Organismo Notiificato che dovrà redigere quella benedetta "Attestazione di idoneità": veramente qualcuno si aspetta che con un migliaio di euro (inclusa trasferta e tasse, visto che il "nostro" autocostruttore non fa alcun riferimento al "valore" di una tal verifica, ma solo al suo "costo", e quindi per lui anche l'IVA è un costo, non essendo un cantiere) si possa compiere una tale opera di riesame e verifica su un manufatto della complessità di una barca? Con tutte quelle centinaia di interfacce tra componenti, elementi, impianti, particolari di allestimento?

"... una giornata di lavoro ...".
10-10-2021 23:07
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carlo1974 Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 20:42)Sikander Ha scritto:  Tra i due estremi c'é poi un compromesso; se fai fare al tuo vascello una semplice prova di raddrizzamento e di verifica del bordo libero rispetto al galleggjamento, puoi andare fino a 12 miglia dalla costa senza uscire dall'Italia, e senza poter esibire la bandiera.

un mio sogno nel cassetto è autocostruirmi una barchetta . però , qualcosa di molto più piccolo di quella che stai costruendo tu ! pensavo di stare attorno ai 5,5 - 6 metri . al momento, sarei orientato sul "buonvento" di foschi .
quindi , dici che si potrebbe arrivare ad aver il limite delle 12 come per gl'altri barchini marcati CE ? cavoli , sarebbe interessante ! e cosa costerebbe ?

non dispongo più delle boccole timone dello show 34 . purtroppo non riesco a scriverlo nel messaggio. scusate ...
10-10-2021 23:35
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Sikander Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 23:35)carlo1974 Ha scritto:  un mio sogno nel cassetto è autocostruirmi una barchetta . però , qualcosa di molto più piccolo di quella che stai costruendo tu ! pensavo di stare attorno ai 5,5 - 6 metri . al momento, sarei orientato sul "buonvento" di foschi .
quindi , dici che si potrebbe arrivare ad aver il limite delle 12 come per gl'altri barchini marcati CE ? cavoli , sarebbe interessante ! e cosa costerebbe ?

Il prezzo non lo devi chiedere a me, ma a chi ti fa la certificazione. Comunque si tratta di qualcosa nell'ordine delle centinaia di euro. Il tuo vascello verrebbe classificato come natante. La differenza tra il tuo e quelli certificati CE oppure con altra certificazione, come quella che prenderó io, é che i secondi possono anche chiedere l'iscrizione come imbarcazione e prendere bandiera. Cerca su Internet troverai vari enti riconosciuti, come quello che ho trovato io; attento a cosa ti scrivono e quanto ti chiedono, c'é troppa sete di denaro nel mondo della nautica e troppa voglia di fare i furbi. Ricorda la conoscenza é sopravvivenza, attento a chi ti affidi !. Buonafortuna.
10-10-2021 23:59
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carlo1974 Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 23:59)Sikander Ha scritto:  ]Ricorda la conoscenza é sopravvivenza, attento a chi ti affidi ![/b]. Buonafortuna.

più che altro "il sapere è come il letame ... non serve a nulla , se non lo spargi" , per cui , più informazioni si condividono , meglio è !
dove trovo le caratteristiche minime richieste (angolo di stabilità positiva minima richiesta e bordo libero minimo ammesso) necessarie per poter ottenere la certificazione fino alle 12 miglia ?

non dispongo più delle boccole timone dello show 34 . purtroppo non riesco a scriverlo nel messaggio. scusate ...
11-10-2021 00:13
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Sikander Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 23:07)Lupo Grigio Ha scritto:  Se non vengono fornite risposte alle domande che pongo, non riesco a capire.
A me preoccupa che si mettano in giro unità da diporto fino a 24 m di lunghezza (perché questo è il caso di cui si sta qui disquisendo, e se la cosa è applicabile ad una barca che non sappiamo se è da 3 m di lunghezza, o tre volte tanto, da 9 m di lunghezza, cosa che non mi pare sia stata specificata, nulla cambia in via di principio), pur costruite con la massima buona volontà e tutto l'entusiasmo che si vuole, da chi non dispone di un ufficio tecnico, di un reparto produzione con delle regole e dei controlli terzi, di una sezione collaudo separata, ebbene, questo mi genera preoccupazioni.

...

Chi autocostruisce, poi ci andrà per mare, inviterà anche lui amici a bordo, ci porterà i bambini suoi e quelli dei suoi amici. Tutto OK?
Do assolutamente per scontato che avrà pensato, progettato, comprato, assemblato, collaudato tutto con una cura ed uno scrupolo che supera di gran lunga l'impegno che ci mettono le 15 persone che su ogni barca "di cantiere" lavorano ogni giorno (in media) per tirare fuori un prodotto solido e sicuro, ma vogliamo riconoscere che un qualche valore l'esperienza lo ha? Che la disponibilità di attrezzature professionali, di conoscenza tecnica di base un valore lo ha? Che la fase finale di controllo e collaudo "terzo" un suo peso ce l'ha?
...

Siamo nel paese della burocrazia a oltranza. Siamo così imbevuti di regoline e regolette, che ormai non solo ci sembrano normali, ma vediamo come pazzi coloro che vivono in nazioni che non le hanno. E allora che dire del Regno Unito o altri paesi che non chiedono la patente nautica?! Forse che i nordici siano pessimi marinai e che noi italiani, burocratizzati saremmo marinai migliori ?!
E che dire allora dei genitori di Laura Dekker, che hanno permesso alla figlia 14 enne di fare il giro del globo in solitaria ?! Dei pazzi ? https://it.wikipedia.org/wiki/Laura_Dekker
E cosa mi diresti di quei due italiani che hanno reso galleggianti due automobili e ci hanno pure navigato attraversando l'Atlantico ?! Pericolosi criminali ? https://www.novabbe.com/oceano-in-auto/
MA COSA SIGNIFICA UNA CERTIFICAZIONE ?! La vita é ricerca, scoperta, sperimentazione. Certo ci vuole un minimo di buon senso e non far correre rischi inutili, infatti la legge c'é, e io la sto rispettando e anche coloro che mi stanno certificando. Ma non confondiamo le regole con l'edera che soffoca e uccide l'iniziativa; sono cose diverse Dio Santo ! Se Benjamin Franklin avesse dovuto chiedere una autorizzazione amministrativa per studiare i fulmini, che fine avrebbero fatto le sue ricerche ? E se Galilei non avesse avuto il beneplacito del comune di Pisa per lanciare la sfera di pietra e la sfera di legno dalla torre di Pisa cosa sarebbe successo ?
Tu sei ingegniere, saprai quante nozioni tra quelle che usi vengono da esperienze ed esperimenti che spesso sono stati eseguiti senza la burocrazia se non addirittura CONTRO la burocrazia. Che dire di Michelangelo che ha rischiato la scomunica per poter sezionare e studiare i cadaveri ?! Un macellaio psicopatico ?!
Stiamo diventando una nazione sempre più assueffatta a lacci, laccini e lacciuoli, ci stiamo forse affezionando alle nostre catene. O mio Dio, non voglio vivere in un mondo di schiavi con catene invisibili !...20

W LA REVOLUCION ! W PANCHO VILLA !...15

Scusa Lupo, ma tu vorresti applicare le regole dei cantieri industriali a chi costruisce una barchetta nel garage ! Cavolo ma allora vietiamo anche la navigazione dei prototipi entro le 6 miglia ! Potrebbero morire affogati dei bambini !....ma sopratutto potrebbero girare le b...lle a qualcuno che non puó fare parcella per far autorizzare anche che il colore dello scafo sia intonato al paesaggio o non renda qualche choc psicologico (es. La barca viola di Cavalli).

Ma sí mandiamoli in galera questi costruttori dilettanti pericolosi che mettono in pericolo i nostri figli mentre sono ancora nel seggiolone !

Lupo fossi in te proporrei una raccolta di firme per abolire l'autocostruzione... Nooo, di piú !... Alla sura 6 del versetto 3 del burocrate jihadista, é previsto anche l`interramento fino al collo e conseguente lapidazione di colui che di fronte ad almeno tre testimoni di sesso maschile, sia stato scoperto avere attrezzi e compensato nel garage di casa con attaccate al muro disegni di uno scafo.
Il tutto in nome del Grande Burocrat il misericordioso, il puro e preciso....

Scusa Lupo adesso ho da fare, devo andare a uccidere un pó di bambini nel grembo delle loro madri con la mia barca autocostruita...
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-10-2021 02:36 da Sikander.)
11-10-2021 00:42
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Argo74 Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Come gia detto in altro 3d, ma visto che sei cosi felice di aver trovato la quadra burocratica mi pare doveroso anche nei confronti di chi può essere interessato. Riposto qui:

Ok. siamo tutti contenti però, visto che il forum è condivisione di conoscenze e che qui ci son molte persone che si prodigano in tal senso e dato che in passato, anche io ho contribuito consigliando le giuste tecniche a chi ne aveva bisogno, la domanda che tutti ci facciamo è:

Visita a barca finita da parte di chi? Prova di sbandamento in acqua dove, in un posto qualunque o serve uno spazio apposito? Avere i calcoli della curva di stabilità riferiti a quali dati di partenza? Questi eventuali dati forniti da chi?
Cosa ti viene rilasciato alla fine, di preciso, che nome ha a livello normativo?
Con quale riferimento normativo in modo da aiutare altri a superate gli scogli burocratici che hai avuto tu?

Non per far polemica sia chiaro ma perchè penso che in un forum sia quantomeno doveroso se si annuncia di aver trovato cose interessanti, condividerlo, oppure stare zitti fin da subito e solo a cose fatte dire che si è fatto questo e quest'altro.

Amichevolmente Paolo

[size=small]'na grattata, 'na pittata e par nanca doperata. (mckewoy docet)[/size]
11-10-2021 06:55
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Sikander Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(11-10-2021 06:55)Argo74 Ha scritto:  Come gia detto in altro 3d, ma visto che sei cosi felice di aver trovato la quadra burocratica mi pare doveroso anche nei confronti di chi può essere interessato. Riposto qui:

Ok. siamo tutti contenti però, visto che il forum è condivisione di conoscenze e che qui ci son molte persone che si prodigano in tal senso e dato che in passato, anche io ho contribuito consigliando le giuste tecniche a chi ne aveva bisogno, la domanda che tutti ci facciamo è:

Visita a barca finita da parte di chi? Prova di sbandamento in acqua dove, in un posto qualunque o serve uno spazio apposito? Avere i calcoli della curva di stabilità riferiti a quali dati di partenza? Questi eventuali dati forniti da chi?
Cosa ti viene rilasciato alla fine, di preciso, che nome ha a livello normativo?
Con quale riferimento normativo in modo da aiutare altri a superate gli scogli burocratici che hai avuto tu?

Non per far polemica sia chiaro ma perchè penso che in un forum sia quantomeno doveroso se si annuncia di aver trovato cose interessanti, condividerlo, oppure stare zitti fin da subito e solo a cose fatte dire che si è fatto questo e quest'altro.

Amichevolmente Paolo

Non ti preoccupare Argo le tue domande sono legittme e risponderó.
Innanzitutto la documentazione é stata prodotta da noto progettista il sig. Dudley Dix, il quale ha fornito disegni e calcoli di stabilità e sbandamento. Progetta barche da 40 anni non é il primo arrivato. Poi c'é un ingegnere, che deve controllare la documentazione, facendo nel caso osservazioni o richieste di aggiunta qualora mancasse qualcosa. Infine, c'é l'ente certificato, é un ente famoso, non lo cito per evitare di prendermi una bachettata sulle dita dal webmaster che non vuole pubblicità sul forum. Non so ancora dove verrà fatta la prova e tutti i dettagli anche perché la mia barca non é terminata, il mio é semplicemente un intento informativo a beneficio del forum.
La normativa di riferimento, come già scritto, é l'art 5 del DM 146/2008.
Art. 5.
Iscrizione di imbarcazioni da diporto autocostruite
1. Il proprietario di un'unita' da diporto auto costruita ai sensi dell'articolo 15, comma 3, del codice puo' richiedere l'iscrizione nei registri delle imbarcazioni da diporto presentando, in luogo del titolo di proprieta', una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a cio' autorizzato, corredata della documentazione fiscale attestante l'acquisto dei materiali necessari alla costruzione.
2. La documentazione tecnica per l'iscrizione delle unita' autocostruite e' costituita da un'attestazione di idoneita' rilasciata da un organismo tecnico notificato ai sensi dell'articolo 10 del codice, ovvero autorizzato ai sensi del decreto legislativo 3 agosto 1998, n. 314, e successive modificazioni.
3. Le imbarcazioni da diporto iscritte ai sensi del presente articolo possono essere
immesse sul mercato solo dopo il decorso di cinque anni dalla data di iscrizione,
previo espletamento delle procedure necessarie per la valutazione della conformita' CE, di cui all'articolo 9 del codice.
11-10-2021 12:42
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carlo1974 Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(11-10-2021 00:42)Sikander Ha scritto:  Siamo nel paese della burocrazia a oltranza. Siamo così imbevuti di regoline e regolette, che ormai non solo ci sembrano normali, ma vediamo come pazzi coloro che vivono in nazioni che non le hanno. E allora che dire del Regno Unito o altri paesi che non chiedono la patente nautica?! Forse che i nordici siano pessimi marinai e che noi italiani, burocratizzati saremmo marinai migliori ?!
E che dire allora dei genitori di Laura Dekker, che hanno permesso alla figlia 14 enne di fare il giro del globo in solitaria ?! Dei pazzi ? https://it.wikipedia.org/wiki/Laura_Dekker
E cosa mi diresti di quei due italiani che hanno reso galleggianti due automobili e ci hanno pure navigato attraversando l'Atlantico ?! Pericolosi criminali ? https://www.novabbe.com/oceano-in-auto/
MA COSA SIGNIFICA UNA CERTIFICAZIONE ?! La vita é ricerca, scoperta, sperimentazione. Certo ci vuole un minimo di buon senso e non far correre rischi inutili, infatti la legge c'é, e io la sto rispettando e anche coloro che mi stanno certificando. Ma non confondiamo le regole con l'edera che soffoca e uccide l'iniziativa; sono cose diverse Dio Santo ! Se Benjamin Franklin avesse dovuto chiedere una autorizzazione amministrativa per studiare i fulmini, che fine avrebbero fatto le sue ricerche ? E se Galilei non avesse avuto il beneplacito del comune di Pisa per lanciare la sfera di pietra e la sfera di legno dalla torre di Pisa cosa sarebbe successo ?
Tu sei ingegniere, saprai quante nozioni tra quelle che usi vengono da esperienze ed esperimenti che spesso sono stati eseguiti senza la burocrazia se non addirittura CONTRO la burocrazia. Che dire di Michelangelo che ha rischiato la scomunica per poter sezionare e studiare i cadaveri ?! Un macellaio psicopatico ?!
Stiamo diventando una nazione sempre più assueffatta a lacci, laccini e lacciuoli, ci stiamo forse affezionando alle nostre catene. O mio Dio, non voglio vivere in un mondo di schiavi con catene invisibili !...20

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Scusa Lupo, ma tu vorresti applicare le regole dei cantieri industriali a chi costruisce una barchetta nel garage ! Cavolo ma allora vietiamo anche la navigazione dei prototipi entro le 6 miglia ! Potrebbero morire affogati dei bambini !....ma sopratutto potrebbero girare le b...lle a qualcuno che non puó fare parcella per far autorizzare anche che il colore dello scafo sia intonato al paesaggio o non renda qualche choc psicologico (es. La barca viola di Cavalli).

Ma sí mandiamoli in galera questi costruttori dilettanti pericolosi che mettono in pericolo i nostri figli mentre sono ancora nel seggiolone !

Lupo fossi in te proporrei una raccolta di firme per abolire l'autocostruzione... Nooo, di piú !... Alla sura 6 del versetto 3 del burocrate jihadista, é previsto anche l`interramento fino al collo e conseguente lapidazione di colui che di fronte ad almeno tre testimoni di sesso maschile, sia stato scoperto avere attrezzi e compensato nel garage di casa con attaccate al muro disegni di uno scafo.
Il tutto in nome del Grande Burocrat il misericordioso, il puro e preciso....

Scusa Lupo adesso ho da fare, devo andare a uccidere un pó di bambini nel grembo delle loro madri con la mia barca autocostruita...



BlinksmileyBlinksmileyBlinksmileyBlinksmiley

non dispongo più delle boccole timone dello show 34 . purtroppo non riesco a scriverlo nel messaggio. scusate ...
11-10-2021 12:55
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Sikander Offline
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RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
informazione: se vi interessano i dettagli tecnico legali rileggetevi questa discussione del 2020, in particolare gli interventi di HAL9001:
https://forum.amicidellavela.it/showthre...tid=141186
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-10-2021 13:20 da Sikander.)
11-10-2021 13:19
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Beppecet Offline
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Messaggio: #17
RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Letto il tutto, mi rimane una perplessità: ma il perito di una società assicuratrice, in caso di sinistro, non andrà a cercarsi proprio un certificato CE, che mi pare d'intendere in questo caso non ci sarebbe?
Perchè a tirar fuori il valsente quella è gente che di norma conteggia anche la dotazione pilifera nell'area perianale (per dirla quasi alla francese :smiley4Smile
Forse in contenzioso alla fine un buon avvocato scoverebbe qualche modo per far pesare il fatto che se l'imbarcazione è dichiarata idonea alla navigazione in mare aperto, allora, ecc. Ma temo che si debba arrivare, appunto, ad azioni legali di durata ed esiti non proprio certi.
Sicuramente avrai considerato questo aspetto, a quali conclusioni sei giunto in merito?
Curiosità, va da sè.
Beppe
11-11-2021 19:07
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gourmet Offline
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Messaggio: #18
RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Ops...!!!
Probabilmente prossimamente avrò un'altro problema che ancora non avevo considerato se non marginalmente...
Sto iniziano la autocostruzione di un pontoon con copertura a pannelli solari... partendo dalla base (scafetti) di un piccolo (mt. 5,50) catamarano "MATTIA 18"... disarmato
Non credo che, sugli scafetti, esista alcuna certificazione CE ed in merito non saprei proprio come e dove documentarmi per procedere in modo conforme alle norme... preciso che non esiste alcun progetto delle modifiche che andrò ad apportare... ma solo poche idee e ben confuse... in pratica in due anni di lock ho sviluppato un'enciclopedia di schizzi... disegni... appunti... particolari... ecc... ecc... tra cui sceglierò la versione definitiva...
Ero partito con l'intenzione di navigare i laghi italiani... ma mi sto lasciando tentare dalla navigazione costiera in mare naturalmente diurna... con ulteriori fantasie relative alla navigazione dei canali francesi... tedeschi... belgi... su fino al baltico...
Secondo voi è tutto fattibile senza pastoie burocratiche...? certificazioni... marcature... collaudi... iscrizioni varie...???
15-11-2021 13:16
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giorgio8596 Offline
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Messaggio: #19
RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
(10-10-2021 23:07)Lupo Grigio Ha scritto:  Se non vengono fornite risposte alle domande che pongo, non riesco a capire.
A me preoccupa che si mettano in giro unità da diporto fino a 24 m di lunghezza (perché questo è il caso di cui si sta qui disquisendo, e se la cosa è applicabile ad una barca che non sappiamo se è da 3 m di lunghezza, o tre volte tanto, da 9 m di lunghezza, cosa che non mi pare sia stata specificata, nulla cambia in via di principio), pur costruite con la massima buona volontà e tutto l'entusiasmo che si vuole, da chi non dispone di un ufficio tecnico, di un reparto produzione con delle regole e dei controlli terzi, di una sezione collaudo separata, ebbene, questo mi genera preoccupazioni.
Si è qui parlato di impianto elettrico: quindi escludiamo che si tratti di una barca da 3 o 4 m di lunghezza. Pure di 5 o 6, probabilmente. Sarebbe tutto inchiostro risparmiato se almeno si fosse accennato a che dimensione di barca ci si stava riferendo.
Diamo per scontato (dato il sito) che sia una barca a vela.
Avrà il motore ausiliario? Non l'avrà? Mah ...
La cosa non è secondaria, perché la presenza del motore comporta una serie di verifiche costruttive non da poco (come chiunque qui capisce).
Ma io sono costruttore e quindi faccio solo qualche minimo esempio su questo tema specifico e limitatissimo (ma per ogni aspetto di altre sistemazioni, impianti e soluzioni costruttive adottate, si potrebbe riempire qualche pagina in modo analogo).
Robustezza dei basamenti del motore, solidità dell'elemento di supporto dei piedini motore (blocco resinato? Contropiastre acciaio? Laminato strutturale rinforzato? Fascettature? Compensato corazzato? Che essenza si è usata? Resistenza ai derivati del petrolio? Trattamenti superficiali isolanti?), criteri seguiti per l'allineamento asse (piedino esterno o cavalletto? Boccola autocentrante? Materiali?), fissaggio dell'astuccio e sua ispezionabilità, presenza o meno del circuito di raffreddamento della tenuta asse, ventilazione del vano motore (forzata o naturale, e, nel caso, con le sezioni di passaggio adeguate? Altezza bocche aspirazione e mandata?), rispetto dei requisiti di non trasmissione fiamma dei rivestimenti adottati nel vano (fissaggi? Colle o arpioni? Se colla, di che tipo? Superficie esposta bonificabile dai vapori infiammabili o meno?), marcatura UNI dei tubi flessibili per alimentazione e ritorno gasolio, collegamenti acqua mare e scarico con doppia fascetta o meno, presenza e funzionamento del sistema di intercettazione a distanza gasolio, posizione del relativo comando, targhettatura dello stesso (cavo push-pull o solo tiro?), passaggi di cablaggi elettrici alla distanza prescritta dalle parti calde del motore, tipo e marcatura dei cavi elettrici presenti (se idonei ad uso marino, non supportanti fiamma al cessare dell'innesco, sviluppo di fumi tossici dalle guaine quando esposti a fiamma, fascettature di fermo disposte con il passo previsto, eventuali conduit a norma o meno, imbando cavi per vibrazioni /oscillazioni motore, ecc...), accessibilità parti motore ed invertitore per i controlli/manutenzioni previste (in accordo con le istruzioni del costruttore motore ed invertitore), presenza e validità delle certificazioni del costruttore motore per le emissioni, verifica che il tipo di scarico adottato non modifica le emissioni stesse, percorso dei cavi meccanici Morse (se presenti e non si tratta di controllo cablato elettronico, che comporta altre verifiche...) di telecomando motore ed invertitore, fissaggio degli stessi, per impedire che diventi inefficiente o difettoso con le inevitabili vibrazioni, terminali su motore ed invertitore con frenature adeguate anti-svitamento, accessibilità del filtro raffreddamento acqua mare, della valvola di presa a mare, delle fascette di serraggio degli spezzoni di tubo, tipo di passascafo e valvolame adottato (certificazioni? Materiali con rischio corrosione galvanica? Calcolo masse zinchi?), disposizione delle tubolature dei collegamenti al motore e loro fissaggio, adeguatezza dei supporti elastici alla spinta generata dall'asse ed alla massa del motore/invertitore (troppo cedevoli? Troppo duri?), posizione vaso espansione circuito sigillato (se esistente) per verifica livello e rischio svuotamento in caso avaria circuito, pericolosità organi in movimento motore rispetto a manovre da effettuarsi comunque nell'uso regolare, eventuale derivazione per scaldaacqua (materiali, possibilità intercettazione loop in caso perdite, ecc...), elica adeguata (causa sovraccarico, con emissioni di incombusti e rischio danno al motore?), collegamenti al quadretto di comando, funzionalità e taratura allarmi, posizione presa a mare assicura che non venga aspirata aria in navigazione con mare formato, presenza o meno sistema antisifone acqua mare in funzione delle altezze del riser scarico motore, ecc..., funzionalità dello stesso ed accessibilità per controllo, ...

Mi fermo qui, ma spero di aver reso l'idea. Se mi metto a fare analogo elenco per tutto il resto, una timoneria a frenelli, o se volessimo andare sulle strutture della barca, sul famoso impianto elettrico, qui ci passiamo svariate ore.
Sia chiaro: ciascuna delle cose elencate, da verificare come ideazione, come scelta progettuale, come rispondenza alle linee guida RSG, alla normativa adottata, come materiali acquistati, come installazione, come collaudo fatto, è in grado di causare una avaria seria in mare, con rischio consistente per l'equipaggio.
Nei cantieri, il rischio che un errore, una dimenticanza, una distrazione in progetto o montaggio possa causare un pericolo che non viene rilevato da chi fa la cosa per primo, è limitato dal fatto che non è mai la stessa figura che progetta, assembla, costruisce e collauda, ma ciascuno rimette le mani là dove altri prima hanno lavorato e più facilmente può rendersi conto dell'errore in agguato. Poi, alla fine, interviene comunque un soggetto terzo, che ricontrolla tutto prima che il manufatto vada in mano all'utilizzatore.
Eppure, la valanga di cose sbagliate, mal fatte, imperfette, montate male, non strette a dovere, messe al contrario, dimenticate, ecc... riempie pagine e pagine ad ogni passaggio di test.
Ed il cliente, alla fine, ne trova ancora altre e si incazza (giustamente).

Chi autocostruisce, poi ci andrà per mare, inviterà anche lui amici a bordo, ci porterà i bambini suoi e quelli dei suoi amici. Tutto OK?
Do assolutamente per scontato che avrà pensato, progettato, comprato, assemblato, collaudato tutto con una cura ed uno scrupolo che supera di gran lunga l'impegno che ci mettono le 15 persone che su ogni barca "di cantiere" lavorano ogni giorno (in media) per tirare fuori un prodotto solido e sicuro, ma vogliamo riconoscere che un qualche valore l'esperienza lo ha? Che la disponibilità di attrezzature professionali, di conoscenza tecnica di base un valore lo ha? Che la fase finale di controllo e collaudo "terzo" un suo peso ce l'ha?
Su quella barca autocostruita, al minimo, ci avranno lavorato due soggetti: l'autocostruttore e poi il tecnico dell'Organismo Notiificato che dovrà redigere quella benedetta "Attestazione di idoneità": veramente qualcuno si aspetta che con un migliaio di euro (inclusa trasferta e tasse, visto che il "nostro" autocostruttore non fa alcun riferimento al "valore" di una tal verifica, ma solo al suo "costo", e quindi per lui anche l'IVA è un costo, non essendo un cantiere) si possa compiere una tale opera di riesame e verifica su un manufatto della complessità di una barca? Con tutte quelle centinaia di interfacce tra componenti, elementi, impianti, particolari di allestimento?

"... una giornata di lavoro ...".

Misericordia! questo si e' terrorismo! o cacadubbi!
Quando ho voluto la barca me la sono costruita, anzi, due
Quando ho voluto la casa me la sono costruita
Quando ho voluto l'ultraleggero, anche quello mi sono costruito!
Nella vita ho costruito di tutto e di piu', le uniche cose che non ho costruito sono state una schifosissima automobile, ma l'ho smontata e rimontata tutta (Land Rover) e una moto (anche quelle smontate e rimontate un sacco di volte), non ne vale la pena, se ne trovano quante se ne vogliono.
Bravo Sikander, alla faccia di quelli che credono che solo i Kantieri siano capaci di fare qualcosa, (e comunque sicuramente peggio di quello che fai tu). Solido e sicuro, fatemi neanche ridere! Pochi ne ho visti di cantieri e di tutti i tipi.
24-01-2022 23:01
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gourmet Offline
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Messaggio: #20
RE: La verità sulla certificazione dell'autocostruzione
Ringrazio per la segnalazione... resta il problema che non disponendo ne di progetto... ne di calcoli di sbandamento... il mio mattia 18 elettrosolare resterà un coso galleggiante.... boh... vedremo...
25-01-2022 00:50
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