(05-06-2022 15:12)lacicala Ha scritto: Buongiorno,
scrivo questo messaggio per avere qualche suggerimento su come risolvere un problema accaduto qualche giorno fa. Ometterò per ragioni di privacy ed eventuali problemi legali di riportare il nome del venditore e del cantiere che costruisce la barca riservandomi quindi di adire per le vie legali per tutelare i miei interessi.
Dunque, barca a vela nuova, interamente pagata al concessionario, il quale la trattiene in custodia per terminare l'allestimento. Nel frattempo io provvedo a registrare la barca presso il registro polacco ed ottengo la targa intestata a mio nome. Non ho ancora firmato il verbale di consegna. Mentre la barca si trovava in acqua la pompa dell'acqua di mare presenta un non meglio specificato problema che consente l'ingresso di acqua di mare all'interno in quanto la relativa valvola sulla presa a mare era stata lasciata aperta. L'acqua arriva sino a paglioli della dinette e sommerge completamente le batterie e parzialmente il motore. Un perito verificherà l'entità dei danni che potrebbero coinvolgere tutte le parti venute a contatto con l'acqua, compressori frigoriferi, impianto di riscaldamento, bow-thruster e quant'altro. Il concessionario mi propone di sistemare tutti i danni ma io mi domando e domando a Voi se è corretto accettare questa soluzione. In buona sostanza io ho pagato per un bene nuovo e me se ne consegna uno riparato/revisionato. Le garanzie emesse dalle case fornitrici, motore in primis, varrebbero comunque ? Il mio timore è che se incontrassi qualche problema in futuro, l'allagamento della barca escluderebbe il valore della garanzia, sia per quanto riguarda la casa costruttrice che per le varie ditte che montano i loro apparati sulla barca. Inutile dire lo sconforto che mi assale e spero che qualcuno di Voi abbia un buon consiglio da darmi per uscire da questo problema.
Cari saluti a tutti e buon vento.
A mio avviso, ci sono parecchie cose da circoscrivere e separare, per comprendere correttamente tutti i risvolti di contenzioso che si aprono.
1. Bisogna capire bene che tipo di rapporto intercorre tra il venditore ed il produttore (cantiere costruttore): a seconda del tipo di "mandato" potrebbero aversi conseguenze diverse sulle obbligazioni di ciascuna "parte" coinvolta nella fornitura.
2. La "garanzia" è comunque una obbligazione prestata da chi vende, non da chi produce, e ciò vale anche per il motore e per qualsiasi altro componente installato a bordo, che il costruttore della barca acquista presso terzi e che monta poi a bordo. La pratica usuale di "girare" al cliente finale la garanzia offerta dal produttore terzo di ogni componente, non esime il venditore della barca dalle sue obbligazioni nei confronti del cliente finale.
3. La rapidità di reazione sul piano giudiziario mi pare essenziale (consultarsi subito con un buon avvocato, abile in questo genere di trattative del tipo "parlare con voce amichevole, ma impugnando un grosso bastone"): un sequestro conservativo cautelativo rapidissimo, ora che siamo in periodo di consegne (con i conti correnti del venditore ben rimpinguati dalle consegne che sta effettuando), per un importo equivalente all'intero importo già versato per quella barca, sarebbe un viatico potente per ammorbidire subito la posizione del venditore ed indurlo a cercare una composizione ragionevole, con un accordo stragiudiziale che preveda, ad esempio, la riparazione di tutti i danni subiti dalla barca nuova entro un tempo breve (probabilmente coperti da assicurazione per il venditore che quindi poco ci rimette o quasi), così da non far perdere la stagione al cliente, ma preveda anche il ritiro di quella specifica unità a fine stagione e la sostituzione per l'anno prossimo con altra unità nuova. Potrebbe essere una soluzione conveniente anche per il venditore, che così vende una barca in più (ed amplia il portafoglio ordini per la stagione a venire, che con la stagione dei saloni ancora da organizzare, ha il suo buon peso), non lascia in circolazione un cliente insoddisfatto ed agguerrito (che causa danni rilevanti economicamente e può far perdere altre vendite e dunque altro margine industriale), ed altre valide questioni (si fissa il prezzo della barca successiva ora, prima di eventuali aumenti, si può organizzare lo sconto maggiorato su tutti gli optional della prossima più facilmente, la scelta della chiusura lista optional può essere rimandata a fine stagione, così che il cliente decida sulla base di esperienza concreta fatta, si tramuta un evento potenzialmente molto "disturbante" per il cliente in una occasione di soddisfazione e rinsaldata fiducia verso il marchio, cosa che interessa molto anche il costruttore, che ha già una barca in più venduta per la prossima stagione, ...).
4. Tentare di evitare, per quanto possibile, di adire a vie giudiziarie, pur dando evidenza di essere lì lì per farlo ad ogni momento, perché la cosa si trascinerebbe per anni di sicuro (con costi rilevanti comunque, per tutti), facendo in modo che anche la controparte lo comprenda bene: con un minimo di lucidità anche nella controparte, è evidente che da una parte ci può essere un accordo vantaggioso per entrambi, dall'altra costi di azioni legali, di immagine, di fatturati inferiori, e consulenti per entrambi. Ma questa possibilità di "vedere" un tale contesto, cambia se si decide a breve, o se si decide quando invece di stagione di incassi, diventa stagione di spese per il prossimo anno di attività commerciale, per il venditore ed il cantiere.
5. La questione della bandiera mi appare del tutto secondaria: se anche si dovesse interrompere il procedimento, il danno economico non è paragonabile al vero succo della vicenda: preoccuparsi delle cose serie, prima. Al massimo si chiuderà la pratica informando il registro che l'unità non è stata consegnata, alla fine, per problematiche varie (e c'è caso che si recuperano anche gli esborsi).
6. Attenzione alle cose che si descrivono: non mi pare che si sia nella condizione citata sopra, di una barca "trattenuta in custodia per terminare l'allestimento", che fa sembrare che il venditore lavorasse su una cosa appartenente ad altri ed a lui provvisoriamente affidata: qui mi sembra che il venditore lavorasse su una cosa sua, che non aveva ancora consegnata al cliente finale (il quale, per il momento, è semplicemente un creditore per la provvista finanziaria già versata ed a cui non corrisponde nessuna consegna effettuata). Se la partita si chiudesse con una mancata consegna e basta, il cliente avrebbe pieno diritto alla restituzione dell'intera somma versata, più i danni per l'inadempimento del contratto, i danni di altra specie subiti (mancato utilizzo, ecc...), e per giunta certamente si rivolgerebbe alla concorrenza per la sua prossima barca.
Rapidità e strategia chiara da subito: io credo che ci siano buone prospettive di sucesso.
Vedo che mentre scrivevo, mi sono sovrapposto anche alla risposta d
_Mino_, che ha correttamente indicato alcune cose che anche io ritengo del tutto corrette.
Vorrei però che si valutasse non solo la questione dal punto di vista della giusta reazione per il danneggiato, ma anche dal punto di vista propositivo, per evitare una causa in tribunale.