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Pesca traina - tassa?
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HAL9001 Offline
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Pesca traina - tassa?
Citazione:remoto ha scritto:
....andros....ok...capisco attè!Big Grin.....quindi, mi par di capire che necessiti licenzina e tassinaSmile

42 Ma da che l' hai capito ?, in italia, al mare ? Nooooooo ne licenzina ne tassina Big Grin. Gli amici ADV stanno parlando della Croazia Wink.

In zwanzig Jahren wirst du dich mehr über Dinge ärgern, die du nicht getan hast, als über die, die du getan hast.
Also, wirf die Leinen und segle fort aus deinem sicheren Hafen. Fange den Wind in deinen Segeln. Forsche. Träume. Entdecke.
13-01-2010 05:15
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pippu2007 Offline
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Pesca traina - tassa?
TRAINA SILENZIOSA


Circola ancora la voce secondo la quale le barche a vela non sarebbero adatte per praticare la pesca sportiva. Niente di più sbagliato! Direi anzi che, per alcuni tipi di pesca dilettantistica mediterranea, la vela è addirittura più funzionale di molti quotatissimi fisherman con doppia e potente motorizzazione. Perché? Perché le barche a vela:
• hanno quasi sempre motori ausiliari diesel aspirati di potenza non eccessiva tale cioè da consentire andature lentissime (1-2 nodi) ottimali per la traina costiera con esca naturale, ovvero un po' più sostenute (3-6 nodi) potenzialmente buone per tutti gli altri tipi di traina;
• durante le crociere, soprattutto se di lungo corso, navigano sovente con o senza motore alla velocità giusta (4 o più nodi) in acque lontane e spesso inesplorate agli effetti del trolling e ove sono possibilissimi incontri entusiasmanti con i pelagici di altura (tonni, alalunghe, aguglie imperiali, ecc.); ovvero in bacini costieri privilegiati (isole e arcipelaghi) ove è tutt'altro che improbabile centrare bersagli di alto pregio sportivo e gastronomico come le palamite combattive e i dentici squisiti;
• sono in grado di garantire, grazie alla loro opera viva, notevolmente pronunciata, una stabilità senza confronti nell'azione di pesca a bolentino e in drifting; in verità la seconda un po' penalizzata a causa delle sartie che limitano la libertà di movimento e della mancanza del seggiolino da combattimento;
• salvo poche controindicazioni possono essere agevolmente attrezzate per la pesca, in particolare per la traina.
L'unico handicap, che si aggiunge a quello concernente il drifting al 'molto grosso' appena accennato, riguarda i tempi, talvolta eccessivamente lunghi, necessari per raggiungere teatri di pesca molto distanti dalla base di partenza; sennonché questo problema esula dal contenuto del presente articolo che è essenzialmente incentrato sulla traina svolta, senza deviazione alcuna, sulle rotte seguite durante i viaggi di trasferimento. Agli accennati fattori concernenti la validità del mezzo nautico invelato ai fini della pesca, ne va poi sommato un altro, anche esso di segno positivo, attinente agli equipaggi: di norma l'andare a vela in crociera ha come presupposto e come stimolo una particolare forma mentis improntata allo spirito di avventura, alla ricerca di evasione dai paradigmi ricorrenti nella vita di tutti i giorni, al desiderio di scoprire il nuovo in noi stessi e nelle cose più belle che ci offre la natura; e allora possiamo ben dire che questo insieme di sentimenti e di aspirazioni si armonizza pienamente con la pratica della traina che, in definitiva, è anch'essa una proiezione del nostro interiore verso l'insolito e verso l'imprevisto.

Prima di andare avanti con il discorso, penso che sia interessante rievocare un esempio di portata emblematica concernente le crociere mediterranee a largo raggio. Si tratta di questo. Un mio amico, nell'estate di ogni anno, intraprende con la sua barca a vela di 11 metri crociere familiari che lo conducono dal porto di armamento continentale (Fiumicino) alla Sardegna, o alla Corsica, o alle Baleari o ad altre isole che vengono abitualmente circumnavigate per intero. Questo mio amico ha preso l'abitudine di rimorchiare perennemente una sola traina costituita da una canna da 30 libbre, da un mulinello del 9/0, da un cuscino di lenza in dacron da 50 libbre, da 200 yards di filo metallico autoaffondante (monel), da un terminale in nylon dello 0,60 lungo 15 metri e da un'esca artificiale (Rapala) di 13-18 centimetri. Per regola inderogabile a mare ci vanno l'artificiale, il terminale e il monel (40 metri nelle traversate, 100 metri nei peripli costieri). Ebbene, con questa semplice attrezzatura il mio amico riesce spesso ad approvvigionare di pesce fresco la mensa di bordo: primeggiano i tonni di branco e le alalunghe durante le traversate, i dentici e le palamite nel corso delle circumnavigazioni insulari effettuate queste ultime con l'unica accortezza di seguire, nei limiti del possibile, la batimetrica dei -20.

Come attrezzare la barca
Servono, per partire, un paio di portacanne amovibili (al limite ne basterebbe uno solo) con chiusura a morsetto che possono essere piazzati senza problemi sulle tubolature della battagliola di poppa. Possiamo dire che, con questo o con questi soli portacanne, la nostra barca è già pronta per cimentarsi in attività di pesca. Se però le aspirazioni raggiungono un certo livello occorreranno anche portacanne a incasso (uno centrale e due laterali); l'ecoscandaglio con allarme acustico posizionato preferibilmente in prossimità del posto di guida, il pilota automatico, la strumentazione elettronica di radio-posizionamento, la vasca per le esche vive (può bastare una bacinella di plastica da 30 litri) con presa di acqua di mare o con un modesto ossigenatore. Quasi sempre alcuni degli aggeggi appena elencati fanno già parte delle dotazioni di bordo. Di altri ammennicoli - e cioè poltrona o seggiolino da combattimento, bigo, basamenti fissi per downrigger (affondatori a palla di cannone) e per outrigger (divergenti per canne) - ne dovremo fare a meno in quanto incompatibili con le strutture e gli armamenti delle barche a vela.

Se poi, oltre alla traina, penseremo di dedicarci al bolentino occorreranno ancore con braccia pieghevoli, ancorotti da scoglio e cime per l'ancoraggio (sezione: un millimetro per ogni metro di lunghezza dello scafo) di lunghezza almeno doppia rispetto a quella dei fondali prescelti per la pesca.

Le attrezzature pescanti
Il minimo indispensabile per una traina polivalente è costituito da una sola canna da 30 libbre con mulinello a tamburo rotante dei numeri 6/0 o 9/0 imbobinato con dacron o nylon da 50 libbre meglio se seguito da una intera bobina di monel (180 metri) di pari libbraggio; ma per aumentare le probabilità di cattura è certo più conveniente disporre anche di una seconda e di una terza canna con relativi mulinelli. Le potenze so-praindicate possono apparire un po' eccessive; peraltro - considerata la possibilità di in-contrare prede particolarmente impegnative specie quando si viaggia con la sola vela in alto mare - sono quelle praticamente più adeguate alle nostre esigenze specifiche.

E' consigliabile che le canne siano del tipo stand-up lunghe cioè poco più di un metro e mezzo meno ingombranti di quelle normali (m 2,20-2,30) e concepite peculiarmente per il combattimento in piedi senza l'ausilio del seggiolino; è inoltre opportuno scegliere mulinelli muniti di allarme sonoro (la cosiddetta cicala) molto sonoro e perciò ben percepibile anche quando in zona pozzetto non c'è nessuno. Almeno uno dei mulinelli sarà fornito di lenza metallica come indicato sopra; per imbobinare l'altro o gli altri mulinelli sarà sufficiente impiegare il solo dacron (o nylon) appesantito, quando è necessario, con piombi amovibili. Le esche di più facile impiego e spesso anche di maggior cattura sono quelle artificiali: nel nostro caso pesci finti (minnows) con paletta metallica (ottimi i Rapala da 11 a 18 cm) e, in altura, anche le piume con testina solida da 5 a 8 cm montate su ami ad occhiello ed a gambo corto dei numeri dal 3/0 al 7/0. Ci occorrerà anche qualche altra cosetta e cioè: un grande coppo e una robusta gaffa di ferraggio con manichi lunghi tanto quanto basta per immergerli almeno mezzo metro abbondante, un giubbetto da combattimento con bicchierino e bretelle, una nutrita serie di piombi amovibili da 200 grammi in su.
Se intenderemo dedicarci al bo-lentino o al drifting, le attrezzature pescanti saranno quelle specifiche per tali forme di pesca.

L'azione di traina
Sia a vela che a motore la nostra azione di traina incontra precisi limiti connessi alla situazione meteorologica. Orientativamente:
• con mare calmo o quasi calmo e vento fino a 6-7 nodi potremo impiegare tre canne;
• con mare formato e vento dai 7 ai 15 nodi dovremo scendere a due canne;
• con mare ben formato e vento da 15 a 20 nodi il massimo è rappresentato da una sola canna;
• oltre questo ultimo limite non si può più trainare. Se pescheremo con più di una traina e non vorremo correre il rischio di ritrovarci con le lenze aggrovigliate fra di loro, dovremo sempre recuperare, quanto meno in parte, le lenze a mare in caso di considerevole variazione di rotta: perciò attenzione ai bordi.
Le frizioni dei mulinelli andranno di regola tarate su valori prossimi alla metà del carico di rottura dell'elemento più debole della lenza. In altura le lenze saranno filate a distanze comprese tra i 15 ed i 40 metri da poppa. Monteremo sia i pesci finti (dai 7 ai 18 cm) sia le piume con testina solida. I terminali di nylon varieranno dallo 0,60 allo 0,90 e saranno lunghi 4 o 5 metri. Non avremo bisogno di usare piombature. Durante le traversate il segnale principe circa la presenza dei predatori in mangianza è rappresentato dai salti degli stessi pesci ovvero dal volo concentrato e frenetico dei gabbiani che volteggiano, picchiano, si tuffano e risalgono senza interruzioni. E' bene perciò tenere sotto attenta osservazione visiva, le acque ed il cielo vicini e lontani; e, non appena individuati detti segni, avvicinarsi quanto più rapidamente è possibile alla zona di mare interessata. Altri indizi di presenza possono essere costituiti dagli stuoli di uccelli (più sono e meglio è) posati 'a bagnomaria', ovvero dal bip-bip dell'allarme acustico dell'ecoscandaglio regolato su una profondità di 10-15 metri. Da non trascurare infine i relitti galleggianti alla deriva sotto i quali allignano di solito corpose lampughe. La velocità di traina mediamente più proficua varia dai 5 ai 7 nodi.

A costa i risultati migliori si ottengono facendo viaggiare le esche sotto la mezzacqua o in prossimità del fondo. Traineremo perciò con lenze affondate mediante il monel il quale a 4 nodi (andatura più congeniale nelle acque litoranee) scende di 60 centimetri per ogni decametro immerso ovvero mediante i piombi amovibili; al riguardo è da tener presente come parametro che un piombo fusiforme di 300 grammi rimorchiato a 50 metri da poppa naviga circa 3 metri sotto la superficie. I terminali, in nylon dello 0,50-0,60, saranno lunghi una quindicina di metri. Come esche useremo esclusivamente pesci finti con paletta metallica lunghi dai 7 ai 14 centimetri; è da ricordare, allo scopo di evitare i sempre fastidiosissimi arroccamenti, che i pesci finti hanno un loro autonomo coefficiente di affondamento che varia, in rapporto alle dimensioni dell'esca e sempre all'andatura di 4 nodi, da un minimo di m 2,50 (il 7 centimetri) ad un massimo di m 3,50 (il 14 centimetri).

Le lenze vanno sempre filate a distanze diverse: ad esempio una laterale a 40 metri e l'altra laterale (imbobinata con il monel) a 100 o più metri; la traina centrale, se messa in pesca, sarà portata sempre più a corto e sempre più a fondo delle laterali. Durante le crociere ci sono abitualmente delle tabelle di marcia da rispettare anche in fase di navigazione costiera per gli spostamenti da una località all'altra. Ciò può comportare la convenienza di adottare la tattica escogitata da quell'amico di cui ho parlato prima seguendo costantemente una batimetrica di potenziale validità che, di norma, varia dai 15 ai 20 metri. Questo modus operandi funziona certo meglio quando si viaggia in acque pescose quali sono di solito quelle che contornano le isole e gli arcipelaghi; ma molto meno nei bacini continentali purtroppo molto più poveri perché troppo sfruttati. Comunque, se nel nostro costeggiare ci imbatteremo in fondali particolarmente propizi quali sono di regola quelli rocciosi caratterizzati da cospicui salti batimetrici, nessuno ci vieterà, tabelle di marcia permettendolo, di insistere e persistere in loco.

Il recupero delle prede
Soffermiamoci ora un minuto sulle azioni successive all'abboccata, dirette al salpaggio del pesce. Sono possibili due scenari diversi.
1. Il pesce ferrato è di taglia modesta. Ce ne renderemo conto immediatamente per la limitata violenza dell'impatto: il filo fuoriesce lentamente dal mulinello, ovvero non fuoriesce affatto mentre la canna si flette moderatamente e vibra appena un poco. In tal caso, sia a vela che a motore, ridurremo o cercheremo di ridurre la velocità della barca e daremo subito corso al recupero accostando a destra o a manca per ridurre la trazione. Se il comando direzionale è affidato alla barca basterà una sola persona che potrà lavorare con la canna ed il mulinello e, contemporaneamente, agire sulla barra stessa servendosi delle gambe. Se viceversa c'è la ruota sarà bene che un membro dell'equipaggio si metta ai comandi. Ove la barca stia navigando con il pilota automatico, la soluzione del problema recupero sarà notevolmente facilitata. Di norma le prede minori vanno 'volate' direttamente a bordo.
2. Il pesce ferrato è di buona stazza. Anche in questo caso l'indicazione dell'evento fuori ordinanza ce la fornirà la velocità di scorrimento del filo scandita dal rabbioso e costante gracidio della cicala. Ecco il da farsi:

- se andiamo a vela metteremo un attimo la prua al vento per accendere il motore e per serrare la frizione del mulinello quanto serve; prenderemo poi la rotta che consente di procedere all'andatura più lenta, cominceremo a ridurre la superficie velica esposta, recupereremo le lenze non impegnate. Solo dopo essere rimasti a secco o quasi a secco di vele potremo provvedere al salpaggio; in questa fase faremo evoluire la barca e stringeremo o allenteremo la frizione quanto serve in rapporto al comportamento del signore che sta attaccato all'estremità del filo. E' importante non mandare la lenza in bando ad evitare che il pesce possa cambiare senza fatica la direzione di fuga e riuscire così a liberarsi dell'amo o dell'ancoretta. Le operazioni di emergenza da effettuare sulla velatura sono le seguenti:
a) fiocco in bando;
b) scotta e randa allascate al punto di assicurare, avuto riguardo alla direzione ed alla forza del vento, una certa governabilità della barca.
E' ovvio che, nelle menzionate evenienze, avranno maggiori possibilità le unità fornite di equipaggi numerosi e bene affiatati. Qualche esercitazione di prova con correlativa assegnazione di ruoli precisi a ciascuna delle persone imbarcate non guasterà mai.

- Se invece navighiamo a motore tutto diventa più semplice. Nell'uno e nell'altro caso ricordiamoci sempre che il pesce in canna non ha alcuna intenzione di arrendersi e che, se non vogliamo perderlo, dovremo farlo stancare parecchio senza mai serrare a morte la frizione del mulinello prima di portarlo sottobordo ove, alla vista ravvicinata dello scafo, scatenerà tutte le sue residue energie spesso ancora incredibilmente possenti. Le prede di taglia, diciamo dai cinque chili in su, non vanno né coppate né tantomeno 'volate'. Ci vuole un deciso colpo di raffio inferto con forza possibilmente nella parte dorsale anteriore del corpo.
Quello che abbiamo descritto finora può, entro certi limiti, essere fatto anche impiegando robuste traine a mano; con le quali non potremo utilizzare il monel, correremo in maggior misura l'alea di ritrovarci con la lenza spezzata e dovremo rinunciare a priori alla esaltazione della sportività della pesca. Ma tant'è: meglio le traine a mano che niente
13-01-2010 16:11
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pippu2007 Offline
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Pesca traina - tassa?
I PESCI DELLA TRAINA COSTIERA




Aguglia
Vive in branchi relativamente numerosi in tutti i mari italiani. La si incontra dalla primavera all'inizio dell'inverno in prossimità delle coste specie se rocciose, delle scogliere e delle opere portuali. Rarissimamente raggiunge il chilo di peso. Viene insidiata soprattutto per essere a sua volta impiegata come esca.
Attrezzatura: sono più che sufficienti le canne e i mulinelli adoperati per il bolentino ultra leggero.
Lenza madre: dalle 20 libbre in su.
Terminale: dallo 0,15 allo 0,25 lungo almeno 5 metri.
Esche: in passato si usavano piccoli cucchiaini fusiformi o, con una tecnica abbastanza complicata, gli anellidi o i filetti di pesce. Ma oggi vanno giustamente per la maggiore le 'matassine' cui le aguglie restano attaccate senza riportare ferite per effetto del semplice aggrovigliamento del loro piccolo rostro nella trama tessile; nei rari casi in cui la matassina da sola non funziona, si suole collocare, immediatamente a tergo della stessa, un minuscolo amo (n. 9-10) innescato con un verme.
Zavorra: niente o al massimo 50 grammi.
Assetto: due o tre lenze filate ad almeno 40 metri da poppa.
Velocità: 4 nodi ridotti a 3 scarsi se la matassina è arricchita con il vermi.
Orari: le ore di luce fatta, con preferenza per quelle del primo mattino.
Recupero: facilissimo.



Dentice
Fa vita gregaria soprattutto allo stato giovanile ma è raro che i branchi siano molto numerosi. Accosta dalla primavera all'autunno ed è reperibile sugli alti fondali rocciosi o ghiaiosi preferibilmente cosparsi di vegetazione algacea. Ottime le secche al largo con profondità superiori ai 25 metri. Lo si può insidiare in tutte le acque della penisola e delle isole (il primato spetta alla Sardegna) ove si riscontrino caratteristiche subacquee del tipo appena accennato. Può superare abbondantemente il peso di 10 chili.
Attrezzatura: basterebbero le 12 libbre; ma, per via dei piombi e dei possibili attacchi da parte di grandi ricciole, è meglio non scendere sotto le 20 libbre.
Lenza madre: da 30 libbre in su.
Terminali: in nylon dallo 0,50 allo 0,70.
Esche: in primavera e in piena estate sono preferibili i pesci finti con paletta metallica da 13 a 18 centimetri; successivamente subentrano le esche naturali, specialmente la seppia e il calamaro.
Zavorra: da 500 grammi in su in quanto le esche debbono lavorare in prossimità del fondo.
Assetto: due lenze filate ad almeno 50 metri da poppa.
Velocità: uno-due nodi con esca viva, tre nodi con esca naturale morta, quattro nodi con gli artificiali.
Orari: dal mattino avanzato al pieno pomeriggio.
Recupero: ferrare subito con forza per impedire che il pesce vada ad intanarsi. Una volta staccato dal fondo il dentice non oppone eccessiva resistenza.




Dotto
Si tratta di un serranide, appartenente alla famiglia delle cernie, che è ancora abbastanza diffuso in alcune zone costiere rocciose delle Puglie, della Calabria e della Sicilia ove viene catturato a traina soprattutto nella buona stagione. Anche il dotto può agevolmente superare i 10 chili di peso. Valgono le indicazioni fornite per il dentice.




Leccia
Pesce pelagico di aspetto e abitudini molto simili a quelle della ricciola (vedi dopo) ma di presenza occasionale e limitata nelle nostre acque. Nelle sue puntate verso costa preferisce, a quanto risulta, i bacini dell'Arcipelago Toscano. Può superare i 30 chili di peso. Le modalità di traina sono identiche a quelle indicate per la ricciola.




Leccia stella
Le lecce stella sono abbastanza diffuse nei nostri mari ed accostano in estate-autunno trattenendosi in regime pressoché stanziale su fondali medio bassi di sabbia o roccia, generalmente in prossimità delle foci. I branchi non sono di solito eccessivamente numerosi; il peso supera raramente il chilo.
Attrezzatura: come per le aguglie.
Lenza madre: 20 libbre o oltre.
Terminale: almeno 5 metri dallo 0,20 allo 0,30.
Esche: cucchiaini argentei fusiformi di 4-5 centimetri, piumette semplici della stessa misura e piccoli pesci finti.
Zavorra: dai 50 ai 100 grammi; non serve con gli artificiali autoaffondanti.
Assetto: due o tre traine scaglionate dai 30 ai 40 metri.
Velocità: 4 nodi.
Recupero: le stelle combattono bene e non vanno quindi forzate troppo quando i terminali sono di spessore minimo.



Occhiata
L'occhiata, che è uno dei pesci da traina più diffusi nei mari italiani, vive in branchi in prossimità delle coste su fondali rocciosi medio bassi. Le stagioni migliori sono quelle calde. Raramente supera il mezzo chilo.
Attrezzatura: come per le aguglie.
Lenza madre: dalle 20 libbre in su.
Terminale: almeno 5 metri dello 0,18 - 0,20.
Esche: piumette semplici bianche di 2-4 centimetri montate su piccoli ami (n. 5-8), cucchiaini lunghi dai 3 ai 5 centimetri.
Zavorra: generalmente non è necessaria con le piume; 50 grammi al massimo per i cucchiaini.
Assetto: da due a quattro lenze filate dai 25 ai 40 metri.
Velocità: dai 2 ai 4 nodi.
Sono più redditizie le ore del primo mattino e, se c'è vento, anche quelle successive di luce piena.
Recupero: facile.



Palamita
Poderoso scomberoide, è presente in quasi tutte le acque italiane. Accosta dalla primavera a tutto l'autunno. Talvolta si stabilizza per lunghi periodi nei tratti di mare prossimi o insistenti su grandi formazioni rocciose. Raggiunge i 10 chili di peso.
Attrezzatura: 6-12 libbre.
Lenza madre: non meno di 20 libbre.
Terminali: 0,40-0,60 lungo 5 o più metri.
Piume con testina solida da 5 a 8 centimetri montate su ami del 2/0 - 3/0; cucchiaini di pari lunghezza, pesci finti in balsa con paletta lunghi da 9 a 14 centimetri.
Zavorra: niente per le piume e i pesci finti, 100-200 grammi per i cucchiaini.
Assetto: tre traine portate parecchio a lungo a partire dai 35 metri da poppa.
Velocità: dai 4 ai 5 nodi.
Orari: di mattino a luce abbastanza fatta e di pomeriggio inoltrato.
Recupero: caratterizzato da veloci fughe sul piano sia orizzontale che verticale ma, in definitiva, abbastanza agevole.



Ricciola
Pesce pelagico nei mesi freddi, costiero e catturabile a traina dall'estate inoltrata all'autunno anche esso inoltrato. In tali periodi preferisce le acque profonde in prossimità o a ridosso dei promontori rocciosi ovvero delle secche ubicate anche a diverse miglia da terra. Mangia volentieri a fondo ma soprattutto nella mezza acqua. Può superare il peso di mezzo quintale.
Attrezzatura: non si dovrebbe mai scendere sotto le 20 libbre salvo il caso di passo limitato ad esemplari di dimensioni ridotte.
Lenza madre: se si cerca il bestione e manca l'esperienza ci vogliono le 50 libbre.
Terminale: 10-15 metri dello 0,30-0,40 per gli esemplari di taglia modesta, dello 0,70-0,80 negli altri casi.
Esche: aguglia morta o, assai meglio, viva con ami dal 2/0 al 5/0; vanno bene anche la seppia, il totano e il calamaro. Per i soggetti medio piccoli (che danno anche agli artificiali) conviene provare con le piume, con i pesci finti da 7 a 13 centimetri o cucchiaini di 6-8 centimetri.
Zavorra: 100 - 200 grammi con gli artificiali; da mezzo chilo in su con l'esca naturale.
Assetto: due traine a 40-50 metri da poppa e oltre.
Velocità: 1-2 nodi con il vivo, 3 nodi con esca naturale morta, 4 nodi con gli artificiali.
Orari: assai redditizie le ore centrali della giornata.
Recupero: la ricciola è uno dei pesci più combattivi in senso assoluto; infatti, a parità di peso, oppone una resistenza addirittura superiore a quella del tonno rosso. Bisogna perciò lavorarla con attenzione cedendo filo quando occorre e facendo fare eventualmente dei giri concentrici alla barca.



Serra
E' un pesce sportivamente superbo con diffusione purtroppo finora circoscritta ad alcuni bacini centromeridionali della penisola e nord occidentali della Sardegna, con rare ed occasionali apparizioni in Mar Ligure. E' abbordabile dalla piena estate alla fine dell'autunno, periodi in cui si stabilisce in acque poco profonde su sabbia o fango ovvero su o in prossimità di roccia. Sono peraltro possibili accostamenti estemporanei anche durante la stagione fredda. Fa vita di branco, caratteristica che va attenuandosi con il crescere della stazza. I tratti di mare frequentati sono sempre gli stessi. Il peso massimo mediterraneo è di poco superiore ai 10 chili.
Attrezzatura: da 6 a 12 libbre.
Lenza madre: 20 o più libbre.
Esche: l'aguglia viva fa faville; ma anche la morta non scherza; per entrambe ami dall'1/10 al 3/0. Si può anche provare, specie nei confronti di elementi di taglia ridotta, con piume semplici biancheggianti, gialle o policrome lunghe circa 10 centimetri su ami dal n. 2 al n. 1/0. Indispensabile il cavetto metallico.
Terminali: lunghi almeno 6 metri dallo 0,35 allo 0,60.
Zavorra: niente per le piume, da 100 a 300 grammi per le aguglie.
Assetto: 2 sole canne (perché i serra saltano come i marlin) con esche portate ad almeno 30 metri da poppa).
Velocità: 2 nodi con l'aguglia viva, 3 nodi con l'aguglia morta, 3-4 nodi con gli artificiali.
Orari: di gran lunga più produttive le prime luci dell'alba e quelle intorno al tramonto. Con l'aguglia viva i serra, specie quelli di taglia, mangiano anche a luce piena.
Recupero: ci troviamo di fronte ad un antagonista dotato di grande combattività ed astuzia che spesso riesce a portarsi via l'aguglia o una parte di essa senza restare ferrato, ovvero a liberarsi dall'amo con spettacolari salti fuor d'acqua accompagnati da acrobatiche capriole. Recuperare il più rapidamente possibile. Fare attenzione ai micidiali denti del serra.



Sgombro
E' un piccolo pesce pelagico più o meno presente in tutte le acque nostrane. Accosta dalla tarda primavera a tutta l'estate portandosi generalmente a 2-3 miglia da terra con preferenza per le rade e gli estuari. Le zone litoranee più frequentate sono di norma sempre le solite. Peso record: un chilo; peso medio corrente dai 2 ai 3 etti.
Attrezzatura: come per le aguglie.
Lenza madre: 20 libbre o più.
Terminali: 0,25-0,30 lunghi 5/6 metri o più.
Esche: cucchiaini da 3 a 5 centimetri, piume giapponesi di 5-6 centimetri armate con ami dei numeri dal 2 all'1/0.
Zavorra: da 100 a 300 grammi in quanto gli sgombri dimorano e mangiano abitualmente sotto la superficie.
Assetto: due o più traine a 30-40 metri.
Velocità: 3 nodi circa.
Recupero: agevole.
La misura minima legale è di 15 centimetri.



Spigola
La spigola è il predatore costiero più ambito dai pescatori sportivi (e non solo da essi!). E' reperibile lungo i litorali ove ci siano scogliere sommerse medio basse alternate a tratti di fango o sabbia, praterie di posidonia, manufatti portuali e di contenimento vari. E' catturabile a traina soprattutto nel pieno dell'inverno e a primavera. Nel primo periodo della sua vita (quando a malapena raggiunge i 2-3 etti) è fortemente gregaria. Successivamente i branchi, mai peraltro molto numerosi, tendono a dissociarsi. Può superare i 10 chili di peso. E' incredibilmente capricciosa ed incostante.
Attrezzatura: 6 - 12 libbre.
Lenza madre: 20 libbre ed oltre.
Terminale: mai meno di 10 metri dallo 0,25 allo 0,40.
Esche: pesci finti con paletta lunghi dai 5 ai 14 centimetri. Le piumette, i cucchiaini e le esche naturali ancora usate da molti rendono assai di meno.
Zavorra: 2 traine sui fondali fino a 4 metri; da 100 a 300 grammi in acque più profonde.
Assetto: 2 traine laterali dai 40 ai 50 metri ed, eventualmente, una traina centrale più a corto e più affondata.
Velocità: intorno ai 4 nodi.
Orari: di buon mattino e con il sole allo zenith; ogni altra ora di luce secondo il capriccio delle 'Signore'.
Recupero: non è facile far abboccare la spigola che però, una volta ferrata, reagisce con forza soltanto al principio e quando vede la barca.



Sugarello
Si tratta di un modesto pescetto che nei mesi caldi si avvicina molto alle coste. Frequenta le scogliere sommerse e le acque adiacenti. Difficilmente supera il mezzo chilo.
Attrezzatura: come per le aguglie.
Terminali: almeno 5 metri dello 0,20 - 0,30.
Esche: piume semplici o con testina solida di 3-5 centimetri armate con ami dal n. 3 al n. 1/0; cucchiaini di pari lunghezza.
Zavorra: niente per le piume, fino a 100 grammi per i cucchiaini.
Assetto: 2 o 3 lenze a circa 30 metri.
Velocità: dai 2 ai 3 nodi.
Orari: di buon mattino.
Recupero: senza problemi.
La misura minima legale è cm 20.
13-01-2010 16:17
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pippu2007 Offline
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NOME HABITAT METODI
DI
PESCA ESCHE PERIODI
MIGLIORI NOTE
AGUGLIA IMPERIALE

In mare aperto Traina cucchiaini
kona Maggio-Ottobre Poco diffuse, l'incontro è casuale. Maggiore presenza nello stretto di Sicilia
AGUGLIA

Coste rocciose
Moli dei porti
Le piu'grandi a largo Canna e mulinello
dalla costa
Traina sarda
cucchiaini
matassina Luglio-Ottobre Ottima esca per serra anche surgelata
BOGA
rocce,sabbia
fondali con posidonie pesca da riva
bolentino Vermi Gamberi Primavera
Autunno Di qualche interesse solo come esca per Tonni
CALAMARO

A fine estate
su fondale roccioso
da 10 a 20 mt. lenza a mano
Trainetta Gambero artificiale Ottobre
Dicembre Ottima esca per Tonno e Spada
COCCIO
(Gallinella)

Su fondale misto fango-roccia
da 60/70 mt a oltre 100 Coffa
Raro a Bolentino Sarda Dicembre
Marzo Piu' diffuso nelle zone Centrali e Meridionali
CORVINA In fondali sassosi
a poca profondita Bolentino Granchio
Cannolicchio Tutto l'anno Specie in rapida diminuzione
DENTICE Accosta in
primavera-estate
su scogliere Traina a fondo Esca viva
Cucchiaini
Estate Difficile da pescare per la profondita di traina
DONZELLA
Scogli e praterie di posidonie Bolentino
Esca bianca Dalla primavera
all'autunno inoltrato Di qualche interesse come esca per Dentici
GRONCO Quasi ovunque
fino a 1000 mt Palamito
di profondita Tutte le
esche
naturali Dalla primavera Ottimo se grande. In inverno i piu' piccoli accostano sottop riva nelle zone scogliose e all' interno dei porti
LAMPUGA

A largo su fondali da oltre 70mt.
Sosta all'ombra di oggetti gallegianti Traina Penna
Cucchiaino
Artificiali Settembre
Novembre Colori bellissimi che scompaiono dopo poche ore
LECCIA(Stella)

Accosta
in primavera Pesca
notturna sarda Giugno
Agosto Piu' diffusa nelle acque della Sicilia
MERLUZZO

Oltre 100 mt Palamito
di
profondita Sarda
Occhio di canna Dicembre
Marzo Discreta diffusione nel Tirreno centrale
MARMORA

Litorale fangoso
da 2/3 mt Scarroccio
di notte Vermi
Occhio si canna Giugno
Ottobre Occorre mare molto calmo e poco vento
MORMORO Fondali sabbiosi
a 300-400 mt Bolentino
di
profondita Crostacei Marzo
Giugno E'una pesca molto specializzata
MUGGINE

Porti e
foce dei fiumi Canna bolognese o da punta Bigattino
Impasti Tutto l'anno Indispensabile il brumeggio. Esca per Serra
OCCHIATA

Sotto costa
su fondale
roccioso Pesca notturna
Traina Sarda
Cucchiaino,Pescetto Aprile
Giugno si possono catturare esemplari fino a 0,5 Kg.
Le catture di dimensioni maggiori risultano in prevalenza lungo le coste della Sardegna e della Corsica
OMBRINA Media profondita
(10-20mt)
alle foci di fiumi Bolentino Cannolicchio gambero Maggio
Settembre Catture prevalentemente in prossimità di foci.
Generalmente esce dalla tane di notte e vi rientra alle primi luci dell'alba
ORATA

Fondali roccia
e sabbia Bolentino Molluschi
Cannolicchio
Gambero Novembre
Marzo Piu' diffusa in Adriatico Centro-Meridionale.
Per la sua pesca selettiva si usa come esca la Cozza (Mitile) chiusa che non puo' essere attaccata da altri pesci
PAGELLO (Fragolino)

Fango in
prossimita di scogli
e ciliate Bolentino Vermi
Gamberi
Cannolicchio Dicembre
Aprile Piu' diffuso in Adriatico e alcune zone della Sardegna.
PAGRO Fondali ghiaiosi
e sabbiosi
da 40 a 200 mt. Bolentino Crostacei
Cannolicchio Aprile
Settembre Spesso confuso col Dentice
PALAMITA

Fondali oltre 50mt.
In preferenza in zone rocciose Traina
Coffa a galla Artificiali
Sarda Marzo
Settembre Molto diffuso in Adriatico e
nel Tirreno Settentrionale
PERCHIA Su rocce tra 10
e 100 mt. Bolentino Gambero
Vermi
Cannolicchio Tutto l'anno Molto facile.Ottimo per sughi
Puo' raggiungere i 15 cm.
PESCE PILOTA
Al largo su fondali oltre 60mt in presenza di zone scogliose Traina
alle prime luci dell'alba Artificiali
Cucchiaino Agosto
Novembre Traina lenta a metà acqua.
A volte accosta numeroso, in questi casi si puo' catturare a drifting
RICCIOLA

Su roccia e sabbia da pochi metri Traina Esca viva
Cucchiaini
Artificiali Giugno
Ottobre Le piu' giovani (Cavagnole o Limoncelle) in gruppi
Gli adulti isolati
SALPA

Su tutti i fondali in presenza di alghe Bolentino
Canna da riva Alghe
Inpasti
Le piu' giovani vermi Primavera Estate Ha un forte sapore di erba
Media diffusione in tutti i mari Italiani
SARAGO
Fondali rocciosi da pochi metri fino a 60/70 Bolentino Gambero
Cannolicchio
Vermi Marzo Dicembre Poco gregario si muove isolato o in piccoli gruppi
Generalmente mangia a fondo
SCORFANO Fondale roccioso fino oltre 100 mt. Bolentino Crostacei Vermi Cannolicchi Primavera Estate Occasionale in quanto si muove poco
SEPPIA

Inizio Autunnno
Sotto costa
da 10 a 20 mt. Bolentino a mano
Trainetta Gambero artificiale Settembre-Novembre Accosta anche in primavera in zone scogliose
per la deposizione delle uova
SCOMBRO

A largo 6/10 Nmg.
Accosta di notte Traina
Pesca notturna Artificiali Cucchiaino Sarda Maggio-Ottobre Profiqua la pesca notturna se con la luna
Di giorno si sposta, a galla, in mare aperto
SERRA

Accosta fino a pochi metri dalla riva Traina. Bolentino notturno Aguglia,cefalo,boga
Sarda di notte Giugno Ottobre Accosta dal tramonto all'alba. Molto diffuso nel Tireno Centrale e in alcune zone della Sicilia
SPIGOLA

Da sottoriva a 15/30 mt
nei periodi caldi all'interno dei porti Traina.
Canna da riva Rapala
Bigattino
Sarda per Surf casting Mesi invernali su fondali piu' alti In primavera e in estate di notte
con bigattino nei porti
SUGHERO

Da 10/20 mt
al mare aperto Traina
Bolentino notturno
Coffa a galla Rapala
Verme
Sarda Dalla Primavera all'Autunno Maggiore diffusione nel Tirreno Centro-Meridionale
TANUTA

Fondali rocciosi da 50 a 100 mt. Bolentino Cannolicchio
Gambero
Vermi Marzo Giugno Depone le uova tra Marzo e Giugno su fondale di sabbia è l'unico sparide del Mediterraneo con questa abitudine
TOMBARELLO

A largo 6/8 Nmg su fondali da 60 a 100 mt Traina Artificiali
Cucchiaino Agosto-Ottobre Di scarso valore a causa del sapore molto forte
TONNO

A largo 6/12 Nmg
Su fondali da 50 a 120/130 mt. Traina
Pesca con la canna Cucchiaino
Penna
Artificiali
Sarda(canna) Settembre-Dicembre Si sposta a metà acqua in gruppi anche numerosi.La sua presenza è spesso indicata dai Gabbiani.Ha l'abitudine di seguire le paranze con reti a strascico
TRACINA

Da riva a 20/30 mt.
su fondali di fango o sabbia Traina(a fondo)
Bolentino Cucchiaini
Gamberi
Vermi Giugno Ottobre Si pesca facilmente a Traina su fondali di sabbia e fango mantenendo l'esca in prossimità del fondo
13-01-2010 16:18
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pippu2007 Offline
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Messaggio: #25
Pesca traina - tassa?
ARTIFICIALI PER LA TRAINA

Le esche artificiali che ci interessano si suddividono in cinque grandi gruppi: i cucchiaini, le piume semplici, le piume con testina solida, gli octopus e i pesci finti. Dal punto di vista del pescatore queste esche rappresentano la soluzione clou, quella di gran lunga più gradevole in quanto ci consente illimitate possibilità di scelta a seconda delle diverse esigenze e, inoltre, ci fa sporcare le mani solo quando e se le prede giungono a bordo.
L'unico aspetto negativo è quello che, per regola quasi ferrea, esse non sono appetite dai grandi esemplari di ricciola, di leccia e di serra che, tutti, vogliono il vivo.

I cucchiaini
Sono validi per molti pesci: spigole, dentici, occhiate, sgombri, sugarelli, lecce stella, palamite, tracine, lampughe, aguglie e, qualche volta, anche tonnetti. Ma diciamolo chiaramente: in molti casi sono oramai superati dai pesci finti in costa e dalle piume con testina solida in altura. Tanto per esemplificare, un cucchiaino può catturare una spigola o un dentice mentre - nello stesso luogo, nello stesso tempo e nelle stesse condizioni - un pesce finto può prenderne tre o quattro. I cucchiaini hanno varie fogge e lunghezze. In linea di massima sono da preferirsi quelli di forma allungata e fusiforme, tale cioè da assomigliare alla mangianza più diffusa nell'ambiente marino: sarde e alici. Le dimensioni consigliabili sono quelle medio-piccole: dai 3 ai 7 centimetri. In definitiva i cucchiaini (che hanno sempre bisogno di una zavorra piazzata almeno cinque metri a monte) possono definirsi esche ottime per le occhiate, le lecce stella, gli sgombri e... le tracine; inoltre rappresentano il mezzo di ingresso più semplice e più economico nel mondo della traina per quelli che iniziano le loro esperienze e hanno bisogno di 'farsi le ossa'. Personalmente, allo stato attuale dell'evoluzione tecnica degli artificiali, li uso soltanto quando tento di impossessarmi di qualche pescetto da utilizzare in più ambiziosi programmi di traina con il vivo. L'andatura della barca più congeniale ai cucchiaini varia dai due ai quattro nodi scarsi.

Le piume semplici
Si tratta di ciuffetti di piume (2-7 cm, solitamente bianchi) di gabbiano, di marabù o semplice pollastro che, unite fra di loro alla base con appositi leggeri legamenti e munite di amo nella parte posteriore, simulano le sembianze e il movimento dei piccoli pesci che costituiscono la 'mangianza' presente in loco. Essenzialmente vanno bene per le occhiate, i sugarelli, le lecce stella e altri predatori di taglia non eccessiva ivi compresi, qualche volta, i pesci serra che non superano i due kg di peso. La versione pesce serra è poco conosciuta. La costruisce per sé e per gli amici l'appassionato trainista Rino Caldarelli di Anzio. Non possono definirsi piume in senso stretto ma, senza bisogno di amo, catturano ottimamente le aguglie per 'ingarbugliamento' del becco, le ormai famose matassine denominate 'skeinfish'. Secondo regola le piume semplici non vanno zavorrate. La velocità di traina oscilla fra i due e i tre nodi.

Le piume con testina solida
Sono ottime per la caccia ai predatori pelagici anche di taglia medio-grande e grande, in altura e media altura. La struttura di questi artificiali è caratterizzata dalla presenza di un ciuffo piumato, che può essere costituito anche da sottili filamenti vinilici, assemblato mediante una testina di metallo, plastica o altro materiale solido. Attraverso la testina che è forata all'apice, si fa passare il capo del terminale cui viene assicurato l'amo che, per fornire il massimo rendimento, deve essere posizionato in modo che la sua curvatura si trovi all'altezza della parte posteriore estrema del ciuffo. Come detto, le possibili prede sono tutti i predatori di altura e media altura: tonni, tonnetti, lampughe, sgombri, palamite e, qualche rarissima volta, addirittura pesci spada.
La lunghezza ottimale è compresa fra i 5 e i 9 cm con armamento di ami a occhiello dei numeri dal 2/0 al 7/0. Alle piume comprese in dette dimensioni possono spesso interessarsi, indipendentemente dalla rispettiva taglia, pesci piccoli e pesci enormi: dal maccarello di tre etti ai tonni giganti di alcuni quintali; i quali ultimi in classica azione di scippo mi hanno 'portato via tutto', non una sola ma decine di volte.
I colori statisticamente più catturanti sono il bianco, il nero carbone e il bianco-rosso. Anche gli altri colori possono trovare il loro utile campo di impiego in determinate zone e momenti e per determinati predatori. E' perciò consigliabile partire dagli anzidetti colori standard e, se dopo qualche ora i risultati sono negativi, cambiare e ricambiare più volte. La velocità di traina con piume munite di testina solida varia dai 5 ai 7 nodi. Di regola non serve zavorra.

Gli octopus
Si tratta di simulacri che imitano le sembianze e il comportamento di cefalopodi e ottopodi di limitate dimensioni. Costruiti in gomma e in materiali similari hanno lo stesso campo di impiego che abbiamo appena indicato per le piume con testina solida. Identico anche il sistema di montaggio.

I pesci finti
Di pesci finti in commercio ce ne sono a bizzeffe: in metallo leggero e pesante, in materiali gommosi, in plastica, legno e via dicendo. Ma, gira e rigira, nei nostri mari il primato assoluto di capacità di cattura lo detengono i modelli in legno di balsa, in primis quelli prodotti dalla nota casa finlandese Rapala. Questi simulacri, il cui campo d'azione spazia dall'immediato sottocosta alla grande altura, sono tutti muniti di una appendice anteriore (paletta) che, alla velocità giusta, determina il famoso 'guizzo', elemento di sicuro richiamo per quasi tutti i predatori.

La paletta può essere di plastica o metallica. La seconda, che determina un maggiore affondamento e un guizzo più pronunciato, è senza dubbio più congeniale alla traina nostrana; c'è però da dire che, soprattutto nei bassi fondali (2-5 metri), la paletta di plastica può offrire anch'essa risultati di notevole rilievo. Le lunghezze vanno dai 3 ai 26 cm. Per ogni singola specie, anche in rapporto alla taglia delle prede insidiate, c'è la misura giusta. Anche i colori hanno la loro importanza, spesso determinante: in assoluto è certamente più catturante il bianco-rosso; seguono il color maccarello, il bianco-celeste e il bianco-nero. Con i Rapala ho preso di tutto: dall'occhiata di mezzo etto al tonno rosso di due quintali. Ma la valenza di queste esche veramente micidiali si manifesta soprattutto nei confronti delle spigole, dei dentici e dei tonni di branco. Ci sono, come accennato, anche altri pesci finti di marche diverse, provenienti soprattutto dall'Est asiatico. In qualche caso funzionano ma fino a quando non saranno adattati, in fase di progettazione e di realizzazione, ai 'gusti' dei predatori dei nostri mari, il loro rendimento non sarà ottimale. In molti casi i pesci finti hanno bisogno, tranne che nella traina alturiera e semialturiera, di lavorare molto affondati. Con i pesci finti la traina non può mai essere lenta: almeno tre nodi con i modelli più piccoli, per arrivare ai 7-8 nodi con i modelli più grandi in altura.

Le esche esotiche
Oltre a quelle sopradescritte il mercato offre molte altre esche da traina di fogge e dimensioni diverse. Si tratta quasi sempre di oggetti di importazione che hanno una loro indubbia validità negli oceani ma che, 'da noi', funzionano solo in rarissime occasioni.
13-01-2010 16:20
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Frappettini Online
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Messaggio: #26
Pesca traina - tassa?
I sugarelli non sono buoni; se catturati, rilasciateli.
13-01-2010 16:41
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CapitanGatto Offline
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Messaggio: #27
Pesca traina - tassa?
Citazione:Frappettini ha scritto:
I sugarelli non sono buoni; se catturati, rilasciateli.
tuttalpiu' escateli vivi e fate la traina con il sugarello
13-01-2010 17:21
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Roberto Benfenati Offline
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Pesca traina - tassa?
1) confermo il dover pagare (in teoria) la tassa in Croazia per la pesca anche a traina. Però mi risulta che sia una tassa 'locale' cioè che a Pola non puoi pagare una tassa che vada bene nelle acque antistanti Lussino - ho capito male? In ogni caso che io sappia fanno storie al 'pescatore' attrezzato. Navigo lì da anni e ho spesso avuto una canna fuori, quando facevo trasferimenti da un'isola all'altra e non mi hanno mai considerato. Però sono conscio di essere 'fuorilegge'.

2) SGOMBRI. Il segreto per avere un buono sgombro è semplicemente quello di pulirlo ed eviscerarlo il prima possibile. Altrimenti il suo pasto fermenta e peggiora il sapore e il profumo delle sue carni. Pur non essendo un pesce 'pregiato' è buono e facile da prendere.
13-01-2010 17:27
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AndreaB Offline
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Messaggio: #29
Pesca traina - tassa?
pesca a traina e con canna in amvrakikos golfo,
nel canale fra Preveza e Aktio



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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-01-2010 17:56 da AndreaB.)
13-01-2010 17:53
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CapitanGatto Offline
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Messaggio: #30
Pesca traina - tassa?
spigolette e leccia stella?
13-01-2010 18:15
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remoto Offline
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Messaggio: #31
Pesca traina - tassa?
....grazie infinite a tutti per i chiarimenti....Big Grin...mi stà crescendo la voglia di traina..
13-01-2010 20:48
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andros Offline
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Messaggio: #32
Pesca traina - tassa?
Citazione:Frappettini ha scritto:
I sugarelli non sono buoni; se catturati, rilasciateli.

non hai mangiato mai il sugo di sugarello?Wink

quando muori,non sai di essere morto,non soffri tu ma soffrono gli altri. la stessa cosa quando sei un imbe..lle

13-01-2010 21:07
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andros Offline
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Messaggio: #33
Pesca traina - tassa?
ammazza!pippu ha scassinato la piccola enciclopedia della pesca.Big GrinBig GrinBig GrinBig Grin

quando muori,non sai di essere morto,non soffri tu ma soffrono gli altri. la stessa cosa quando sei un imbe..lle

13-01-2010 21:11
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AndreaB Offline
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Messaggio: #34
Pesca traina - tassa?
Citazione:CapitanGatto ha scritto:
spigolette e leccia stella?

si ottime alla griglia

Big GrinBig GrinBig Grin
14-01-2010 01:15
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remoto Offline
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Registrato: Oct 2009 Online
Messaggio: #35
Pesca traina - tassa?
....meteo piacendo, finalmente domenica 24 gennaio si parte da ravenna per trasferire la barca che ho acquistato lì fino a rodi garganico....vi chiedo di fornirmi una sorta di decalogo di regole e consigli su come 'tentare' di cimentarmi nella traina....vi faccio prima l'elenco del materiale acquistato: fantastico primo acquisto da Decathlon!Big Grin....per 25 eurozzi canna, mulinello, nylon e terminale, ivi compresi 5 artificiali!....appena ho letto qualcosina sulla traina ho realizzato che al primo pescetto la canna mi si sarebbe spezzata in mano, e così ho preso una 40-60 libbre, con mulinello rotante, un policromo da 60 libbre, girelle di qualità, e terminale (ricordo bene? fluorocarburo?), insomma lenze di qualità....infine due rapala di 13 cm, oltre a zavorra a sgancio rapido di 250 gr.....domanda: è vero cge d'inverno bisogna spingersi più in profondità? sono pochi 250 gr? anche se gli artificiali hanno la paletta autoaffondante?...è utile abbinare anche la scarpetta o lo stim che dir si voglia?....poi, non ho la minima idea di come si liberi lenza a mare, se sia poi possibile lasciare la canna sul portacanna, ecc ecc....insomma avrete capito che ho solo il mio potenziale c...o e nessuna competenza di tecnica per sperare di pescare!Big Grin...help me!
14-01-2010 06:22
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andros Offline
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Registrato: Oct 2007 Online
Messaggio: #36
Pesca traina - tassa?
in gennaio direi che puoi risparmiarti la fatica.
il cannone lo lascierei nella custodia.
invece,guarda un pò,userei quella cannette da 25€
con filo del 30 una piumettacucchiaino ondulante.46cm.
ma senza nessuna velleità.
con 250 gr di zavorra a 5 nodi affondi 2 mt...4 và.
invece quando avrai la barca a rodi la musica cambia.
6mn da peschici e vieste ci sono delle assomate favolose
a dentici.
la 60lbs lo puoi usare là con 1000 gr di piombo e una bella seppiotta
attaccata a due ami del 2 con veloctà 081,2kn.

quando muori,non sai di essere morto,non soffri tu ma soffrono gli altri. la stessa cosa quando sei un imbe..lle

14-01-2010 06:47
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pippu2007 Offline
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Messaggio: #37
Pesca traina - tassa?
Citazione:andros ha scritto:
ammazza!pippu ha scassinato la piccola enciclopedia della pesca.Big GrinBig GrinBig GrinBig Grin

se interessa avrei qualche altra cosina Big GrinBig GrinBig GrinBig GrinBig Grin
14-01-2010 08:30
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Thembi Offline
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Registrato: Oct 2008 Online
Messaggio: #38
Pesca traina - tassa?
Citazione:Frappettini ha scritto:
I sugarelli non sono buoni; se catturati, rilasciateli.


ma allora siete tutti signoriBig Grin4242....il sugarello appena pescato messo sulla brace fatta di legna trovata in spiaggia + qualche ramo di mirto (fresco) recuperato nella macchia mediterranea.....si sgrassa e senti il sapore del mare...
un pesce 'povero' è vero ma ricordo che il mio nonno, siciliano e marinaio, quando li prendevamo, li cucinava anche in altro modo: li apriva a metà e li metteva sulla brace per pochi minuti, poi li spennellava con il 'salmoriglio' un intingolo composto di olio, aglio, origano e rosmarino soffritti per qualche minutoTongue...
Il Nonno, mi ha insegnato un mucchio di ricetteSmile
14-01-2010 18:08
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lazo Offline
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Registrato: Jul 2007 Online
Messaggio: #39
Pesca traina - tassa?
Citazione:Thembi ha scritto:
Citazione:Frappettini ha scritto:
I sugarelli non sono buoni; se catturati, rilasciateli.


ma allora siete tutti signoriBig Grin4242....il sugarello appena pescato messo sulla brace fatta di legna trovata in spiaggia + qualche ramo di mirto (fresco) recuperato nella macchia mediterranea.....si sgrassa e senti il sapore del mare...
un pesce 'povero' è vero ma ricordo che il mio nonno, siciliano e marinaio, quando li prendevamo, li cucinava anche in altro modo: li apriva a metà e li metteva sulla brace per pochi minuti, poi li spennellava con il 'salmoriglio' un intingolo composto di olio, aglio, origano e rosmarino soffritti per qualche minutoTongue...
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quotissimo! Ma siete pazzi che i sugarelli li snobbate!? Big GrinBig Grin
14-01-2010 19:07
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