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'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
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gianni diavolone Offline
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'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
chi ha avuto modo e attrazione per le vicende di questa avventura di mare,di vela,di Marinai....??

io mi sono attivato per rendere omaggio a quei marinai anche nella citta' di Ancona infatti uno dei tre era originario di Ancona...
nella citta' la vicenda e quasi completamente ignora,non conosciuta ..

ed ecco il mio interesse ho coinvolto il mio club Assonautica e cosi' spero tutta la citta'...

da solo ...no.. pensate ..sono riuscito a contattare il discendente diretto del Marinaio anconetano che vive a Verona e porta lo stesso nome e cognome...

Con Orlando siamo subito entrati in sintonia ,lui infatti e' gia' da molto tempo attivato per omorare il suo avo,per la ricostruzione della bella barca...

ora dico.... a chi conosce la vicenda e a chi piace documentarsi ,su internet si trova di tutto a proposito.....

vogliamo noi di ADV adottare queste vicende...gia parlarne e' molto ma coinvolgerci agli eventi che si stanno preparando sarebbe fantastico...

io ci sono insieme ai discendenti dei Marinai c'e' l'AIRE con la sua entusiasta presidentessa,c'e' ol comando generale della Guardia di Finanza,ci sara' Ancona e tanti altri..



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Sanza armatura, sanza paura, sanza calzari, sanza denari, sanza la brocca, sanza pagnocca, sanza la mappa, sanza la pappa...
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01-03-2010 17:48
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gianni diavolone Offline
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'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
RIPORTO L'ARTICOLO DELLA 'NAZIONE DI LIVORNO ' del 04/06/2009



LIVORNO MARTEDI’ SARA’ PRESENTATA RESTAURATA LA BALENIERA DELLA TRAVERSATA OCEANICA
Il Leone di Caprera ruggisce ancora
IL LEONE DI CAPRERA torna alla vita grazie ad «Arie», Associazione Recupero Imbarcazioni d’Epoca . Dopo la storica traversata oceanica compiuta nel XIX secolo da tre coraggiosi marinai...




IL LEONE DI CAPRERA torna alla vita grazie ad «Arie», Associazione Recupero Imbarcazioni d’Epoca . Dopo la storica traversata oceanica compiuta nel XIX secolo da tre coraggiosi marinai italiani, Vincenzo Fondacaro di Bagnara Calabra, Orlando Grassoni di Ancona e Pietro Troccoli di Marina di Camerota, «Arie» ha fatto rivivere una fra le più antiche e importanti barche della marineria storica italiana.

ERA L’ESTATE del 1999 e mi trovavo a passare sulla rotta tra la Sicilia e l’Argentario con il mio 8m SI ‘Aria’ fresco di restauro. Avevo da poco fondato «Arie» l’associazione con la quale mi sono attivata, negli anni, per la salvaguardia della marineria storica nazionale. Mi raggiunse un’inaspettata telefonata: la voce di un assessore del comune di Camerota mi invitava a fermarmi nel Cilento per far visita a una piccola baleniera che aveva condotto una grande impresa. Capii solo dopo molto tempo che quella telefonata non era casuale, ma frutto di un destino segnato a cui aveva contribuito anche Vincenzo Fondacaro, il comandante della spedizione del Leone di Caprera, morto in mare in una successiva traversata (1893). Ricoverata presso la grotta di Lentiscelle a Marina di Camerota, il Leone di Caprera, classe 1880, era custodita da Orlandino Troccoli.

AFFASCINANTI erano le fattezze della barca, concepita in modo avveniristico per l’epoca, ancora vivo il profumo dei suoi legni esotici, incredibili le misure (lunghezza 9,5 metri, larghezza 2,30 metri, puntale 110 centimetri circa, altezza di costruzione a prua 160 centimetri circa) e di assoluta, degnissima nota le motivazioni che condussero Vincenzo Fondacaro (Bagnara Calabra), Orlando Grassoni (Ancona) e Pietro Troccoli (Camerota) a condurre l’entusiasmante impresa. Il comandante Fondacaro ben le descrive nel suo diario di bordo scritto in lingua inglese durante i tre mesi di navigazione e dato alle stampe nel 1881 ‘per i Tipi di Alessandro Lombardi’: la traversata del Leone di Caprera avrebbe celebrato l’orgoglio e le capacità dei marinai italiani messe in dubbio dai membri delle Marine internazionali dopo la sconfitta della flotta italiana nella Battaglia di Lissa (1866) contro l’Impero Austro-Ungarico. In segno di affetto e di amore per la Patria, i tre marinai avrebbero portato un album con le firme degli italiani emigrati in Sud America a Giuseppe Garibaldi. Il suo ricordo, infatti, era ancora vivo presso la colonia italiana in Uruguay, paese nel quale il generale visse e combatté nel 1842. Ma l’impresa aveva, secondo Fondacaro, anche uno scopo scientifico: dimostrare l’efficacia dell’olio per calmare il mare in burrasca. Ecco spiegato il perché dei cento litri di olio a bordo, per placare le violente onde oceaniche in caso di emergenza. I tre marinai partirono il 3 ottobre 1880 risoluti e pronti a tutto, lasciando a terra le difficoltà incontrate nel concepimento dell’impresa e le onte subite da tutti coloro, connazionali e non, che non credevano in questo progetto.

IN TASCA solo la forza dei loro ideali e il coraggio, a bordo una bussola, un barometro e un sestante, tra la diffidenza generale (non venne loro affidata la spada d’oro che il governo uruguayano avrebbe dovuto forgiare in onore di Giuseppe Garibaldi perché il naufragio era dato per certo) e senza l’aiuto di nessuno, i tre marinai italiani mollarono gli ormeggi di Montevideo volgendo la prora alla volta dell’Italia, con il forte desiderio di raggiungere Garibaldi a Caprera. La traversata, nel «Diario di bordo», è narrata nei particolari: dai pasti frugali alle provvigioni di acqua contenute nel serbatoio, stimate dal comandante in 1000 litri d’acqua dolce.

I NOSTRI TRE connazionali diedero felice compimento alla traversata e, dopo circa cento giorni passati in mezzo all’Oceano, il 9 gennaio 1881, raggiunsero Las Palmas, dove ricevettero i dovuti festeggiamenti. Fecero rotta su Gibilterra e toccarono Malaga. Non potendo proseguire per mancanza di fondi e aiuti, caricarono l’imbarcazione su un vascello inglese e con esso fecero il loro ingresso nel porto di Livorno il 9 giugno 1881. In patria i tre marinai non ricevettero gli onori sperati e i nostri regnanti dimostrarono di non comprendere appieno il significato di questa straordinaria impresa. Fondacaro, Troccoli e Grassoni caddero di nuovo in ristrettezze economiche. Benchè l’imbarcazione fosse esposta nel laghetto della Villa Reale di Monza e poi all’Arsenale di Venezia, i tre, delusi dall’accoglienza ricevuta, non ebbero alternativa se non quella di riprendere la via dell’emigrazione. Vincenzo Fondacaro morì, come detto, nel 1893 nell’oceano durante una successiva traversata, Orlando Grassoni si spense nel 1901, poco dopo essere rientrato in Italia, e Pietro Troccoli morì a Montevideo nel 1939.
Dal 1932 la baleniera entrò a far parte del Civico Museo navale didattico di Milano. Nel 1953 l’imbarcazione, oggi proprietà del comune di Milano, fu trasferita nel parco del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove rimase fino all’agosto del 1995, anno in cui venne trasportata a Marina di Camerota (Salerno) per essere ricoverata ed esposta al pubblico presso la grotta di Lentiscelle.
Solo il 23 marzo del 2007 riuscimmo a trasferire, con l’ausilio della Guardia di Finanza, la storica imbarcazione a Livorno, presso il Cantiere Old Fashioned Boats di Francesco Crabuzza che aveva ottenuto da Arie l’appalto per il restauro museale.
*Presidente di ARIE




ARIE nasce alla fine del 1998.
La viva ed emozionante esperienza del recupero di Aria induce Serena Galvani a fondare l'Associazione, insieme a Guglielmo Martignetti, appassionato velista e a Federico Nardi.

http://www.arie-italia.it/arieassociazio...efault.htm

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01-03-2010 17:52
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Andel Offline
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Messaggio: #3
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Bella impresa.
Ricordo a tutti che il buon Garibaldi era un marinaio a dir poco eccezionale, per l'epoca. Basta vedere le traversate Atlantiche verso il sudamerica nordamerica, coste del pacifico, che ha fatto con piccoli velieri senza nessuna tecnologia e con equipaggi raccogliticci. UN MITO.
02-03-2010 03:02
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caricabasso
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Messaggio: #4
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Stupenda la barca,l'iniziativa...tutto.
02-03-2010 03:06
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gianni diavolone Offline
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Messaggio: #5
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Citazione:caricabasso ha scritto:
Stupenda la barca,l'iniziativa...tutto.

zitto e aggregati a noi ... Carlo l'ho gia' cooptato...
e' molto probabile che la barca raggiunga per mare le citta' dei tre marinai...

ciao

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02-03-2010 03:34
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fanfulla Offline
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Messaggio: #6
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Forse a qualcuno può interessare sapere che Manuel Campos
si è ispirato a queste barche per progettare il LeghII di Dumas.
02-03-2010 03:52
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caricabasso
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Messaggio: #7
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Citazione:gianni diavolone ha scritto:
Citazione:caricabasso ha scritto:
Stupenda la barca,l'iniziativa...tutto.

zitto e aggregati a noi ... Carlo l'ho gia' cooptato...
e' molto probabile che la barca raggiunga per mare le citta' dei tre marinai...

ciao

Agli ordini!
Obbedisco!Big Grin
02-03-2010 04:59
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gianni diavolone Offline
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Messaggio: #8
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Citazione:fanfulla ha scritto:
Forse a qualcuno può interessare sapere che Manuel Campos
si è ispirato a queste barche per progettare il LeghII di Dumas.

la provenienza e' la stessa Rio de la Plata....
le baleniere costruite per il fiume e per l'oceano..


Por mucho la mayoría de los diseños de yates de Campos (y por los que es más conocido) son doble proa. Pasó toda su carrera explotando esta forma de casco. El ketch oceánico de doble proa se volvió su marca registrada, y en sus balleneras adaptó el tipo doble proa a las aguas muy poco profundas del Río de la Plata (recuerden que fueron estos barcos los que me guiaron hasta él).

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02-03-2010 05:29
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caricabasso
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Messaggio: #9
'LEONE DI CAPRERA' ricostruzione di una baleniera
Mi pare che quando Vito Dumas arrivò a Mar del Plata il primo che lo aiutò nell'ormeggio fu un Portorecanatese.
Un certo Pietro Giri.
02-03-2010 05:33
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