(18-10-2019 13:16)Nimbo Ha scritto: Spinner, i tuoi dubbi soragono proprio perche' non sai come funziona e quali sono i vataggi del sistema dsc.
Prima domanda, in caso di emergenza se chi ti e' vicino non ha l'ais come ti trova?
2- hai bisogno di contattare una nave che vedi sull'ais, o che vede te, ma non risponde sul 16, come la contatti?
3-ho sentito la tua chiamata, ma non sono stato rapido a segnarmi tutto e tu non puoi piu' trasmettere...
4- tuo figlio preme per gioco quel bel pulsantino rosso....cosa fai?
5-la nave mercantile che potrebbe intervenire in 15minuti non e' italiana (quasi una certezza) come ti comporti?
Ecco, fare il corso e superare l'esame serve a saper dare queste risposte, che non sono per nulla teoriche o buraocratiche, ma molto pratiche, se navighi; se invece resti in porto a prendere il sole puoi smontare la radio, tanto non e' dotazione obbligatoria in porto.
Beh si, mettendo in conto di usarlo mi documenterei meglio. Non so come funzioni questa chiamata, ma ne conosco altre simili. immagino che attivino in chiamata selettiva delle stazioni atte a ricevere il segnale di soccorso fornendo le coordinate del luogo al momento dell'azionamento del pulsante facendo partire il soccorso.
Essendoci un unico pulsante non credo che si possa differenziare il tipo di chiamata preimpostato. Immagino poi che, se possibile, la procedura vada ribadita od annullata chiamando sul 16 e se possibile via telefono alle centrali di soccorso.
Credo anche che ci sian diversi apparecchi radio con diverse possibilità e livelli di funzionamento. Con un VHF normale, pur dotato di tasto ma senza mmsi inserito, non l'ho mai visto attivarsi a ricevere una chiamata.
Se una nave che vedi non ti risponde sul 16 sta commettendo una grave mancanza e potrebbe quindi ignorare anche la chiamata selettiva a meno che non riesca a svegliare il pilota.
Per l'ais invece è un discorso diverso. Vista l'enorme efficacia dello stesso sistema lo renderei obbligatorio su tutte le imbarcazioni abilitate a navigare oltre le 12 miglia.
E' vero che qualcuno potrebbe non averlo ma chi ricevesse sul 16 una chiamata fonia di soccorso indicante almeno il nome del richiedente, e lo stesso abbia l'ais acceso, potrebbe far rintracciare da altri la posizione.
Per l'ultimo punto basta una lettura delle norme di salvataggio, utili sicuramente anche senza distress a bordo.
Concludo che non è la patente che impedisce ad un bambino di premere il tasto e di non dirlo a nessuno per poi accorgersi della chiamata partita a frittata fatta. Ed aggiungo che un sistema di sicurezza vitale NON dovrebbe essere condizionato dal possesso di una patente. Qua parla chiaro NON si può inserire il codice MMSI in una radio senza che sia garantita la presenza a bordo di un titolare abilitato e quindi non parte nulla a pressione involontaria se detto codice non si mette.
Una cosa interessante in proposito che alcune assicurazioni, come la mia, garantiscono il rimborso di sanzioni in caso di uso errato od illegale del sistema distress. Questo conferma di per se che all'assicuratore è più gradita la chiamata a vuoto o la situazione non regolamentare che la non chiamata in caso di necessità.
Come ho già detto io sono un radioamatore da decenni, ho passato ai tempi una marea di esperienze pratiche con sistemi analogici e poi semi digitali prima che gli stessi passassero ad uso pubblico. (pre internet)
Ho utilizzato i satelliti di radiocomunicazione (amatoriali) prima che esistesse qualsiasi servizio pubblico satellitare. Per non parlare della telefonia mobile.
Conosco perfettamente ogni problematica tecnica e le caratteristiche di un impianto e di ogni frequenza da esso utilizzata. Ho trasmesso su tutte le frequenze, a qualsiasi distanza, realizzato ripetitori terrestri, ho parlato con gli astronauti collaborato ad attivare, ed ho in parte gestito, le prime reti digitali pre internet ed utilizzato la luna come riflettore per ripetere i segnali (EME)
Tutto ciò è un bagaglio che nessun esame del genere può garantire. Per le procedure basta una breve lettura ed in un relativo attimo si sa che bisogna fare.
A fronte di questa esperienza ritengo che una semplice boetta EPIRB sia la miglior soluzione in caso di grave difficoltà o naufragio. Vuoi solo perchè detta boetta non opera sul canale 70 ma su una frequenza areonautica a 121 MHz (sui modelli base ed anche su una UHF intorno ai 402 mi pare) che ha come interlocutori aerei e satelliti. Da qua la convinzione che detto esame, per un diportista, non serva ad un gran che in quanto può tutelare la sua sicurezza, ed anche meglio, in altro modo per fortuna.
E si, il distress standard "nostro" poi è solo VHF sul canale 70 con tutte le limitazioni che ne conseguono. Se trasmetto e non mi riceve in diretta nessuno sono fritto.
Cosa deve fare un diportista comune per tutelare la sua sicurezza in navigazone ?
1) avere sempre il VHF acceso sul 16 (cosa che fanno troppo pochi diportisti)
2) essere dotato di AIS almeno in ricezione (molto meglio se anche in TX)
3) avere a bordo almeno un EPIRB
4) conoscere le nozioni base di chiamata di soccorso e comportamento in caso di attivazione indesiderata dell'EPIRB e conoscere le modalità di soccorso.
5) avere un telefono satellitare on una stazione HF nel caso di traversate oceaniche
il distress non rientra in queste voci e diventa superfluo come di conseguenza la patente peraltro detto documento lo hanno in pochissimi. Questo intendevo sostenere sperando di non trovarmi mai ad aver bisogno di tutto ciò