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Versione completa: Incidente barca a vela “Platino”. Risultanze.
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Nel luglio 2016 la barca di 22 mt Platino, in navigazione tra la Nuova Zelanda e le Fiji, al lasco con mare mosso e 30 nodi di vento sotto pilota automatico, incappa in una strapoggia con conseguente cambio di mura, e la ritenuta del boma cede. Un uomo muore a bordo, un altro cade in mare ed è disperso.
La barca era al meglio delle attrezzature ed era stata da poco controllata e messa a punto senza economia.

Qui le risultanze dell’inchiesta che ne è seguita, di grande interesse per chiunque navighi in altura.

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Grazie molto interessante. Non solo per chi fa long distance, una strambata involontaria e un uomo a mare succede anche in Med.
Non mi farei mai fare un'albero con crocette acquartierate verso poppa.
Non conosco l'Inglese.
Certo che strambare col vento al lasco è difficile, per me al lasco significa avere il vento reale tra 110°/120°,l' app. sarà al traverso.
SEmpre meglio andare in staorza.-
Molto interessante con utili considerazioni su come armare correttamente una ritenuta.

I criteri usati per analizzare l'incidente sono un bell'esempio "safety culture", un'indagine accurata ed onesta il cui intento è quello di prevenire ed insegnare piuttosto che additare e condannare

Direi che, così a spanne, sono culturalmente avanti di una trentina d'anni rispetto alle nostre autorità marittime (e non solo....)
E qui ribadisco quanto ipotizzato in un altro thred: ... se esistesse anche nella nautica un ente che diffonde, e rende, obbligatorio applicare i consigli di riconosciute perizie ... sai quanti incidenti, causati da varie cause, in meno potrebbero esserci!
Ho letto casualmente una perizia su un disastro navale circa 1988 (sinistro nel porto di Palermo): esattamente la stessa impostazione e modalità.
CREDO che sia il normale operare di un perito/collegio peritale.
La differenza in Italia sembra essere la mancata abitudine alla pubblicazione e, quindi, alla diffusione dei risultati ed alla conseguente "maturazione" degli utenti.
(14-08-2018 23:23)bullo Ha scritto: [ -> ]Non mi farei mai fare un'albero con crocette acquartierate verso poppa.
Non conosco l'Inglese.
Certo che strambare col vento al lasco è difficile, per me al lasco significa avere il vento reale tra 110°/120°,l' app. sarà al traverso.
SEmpre meglio andare in staorza.-
Bullo cosa c'entrino le crocette acquartierate in questo incidente non lo so, ormai tutte le barche sono fatte così .... comunque dovresti leggere l'investigazione, l'albero non c'entra nulla.

Il problema principale in questo incidente è la mancanza di competenza dell'equipaggio ed a seguire ci sono una serie di concause anche tecniche che hanno portato al disastro.

Come sempre è un valore che ci siano nel mondo anglosassone enti che si occupano di investigare i vari incidenti in Italia non abbiamo nulla di simile per la nautica
Con le crocette acquartierate verso poppa non si può lascare bene la randa.
Le crocette acquartierate le capisco solo per la stazza ORC IRC, paghi meno.-
(15-08-2018 09:02)bullo Ha scritto: [ -> ]Con le crocette acquartierate verso poppa non si può lascare bene la randa.
Le crocette acquartierate le capisco solo per la stazza ORC IRC, paghi meno.-
Vabbè ...ma in questo contesto mi sembri veramente OT e di parecchio, immagina se avesse avuto le volanti con le crocette non acquartierate con un boma di oltre 600 kg che passa da una parte all'altra senza controllo...l'albero sarebbe venuto giù prima..

Comunque Bullo ti volevo segnalare che quello che dici con questo incidente non c'entra una fava...
Non ho letto.
Comunque anche con un'armo frazionato il boma quando stramba non prende la volante ma solo la volantina più bassa e prima è la randa che si appoggia sulle volanti.-
Hanno strambato a causa del malfunzionamento dell'autopilota. Lo studio ha accertato che già da prima l'autopilota stava dando problemi, ma l'equipaggio non si era accorto. Ci sono volute 9 ore di violenti passaggi del boma (contro le sartie) da una parte all'altra per far venire giù l'albero. L'equipaggio non è riuscito a bloccare il boma che nei suoi movimenti (da quello che ho capito trascinando con se parte dell'attrezzatura) ha distrutto parte del pozzetto e danneggiato la ruota del timone. Considerato che non riuscivano a imbrigliare il boma, hanno sperato che l'albero venisse giù il prima possibile, ma come ho detto ci sono volute 9 ore. Il primo a cedere è stato il paterazzo. L'equipaggio, pur vedendo il compagno fuori bordo, non ha lanciato l'anulare e non è stato in grado di fare alcun tentativo di recupero. Prima di essere recuperati da un cargo hanno attivato l'epirb per avere riferimenti per il recupero che è avvenuto mediante un rimorchiatore (la persona deceduta è rimasta sulla barca all'atto del salvataggio). Non sapevo che in Nuova Zelanda una barca da diporto che abbia intenzione d'intraprendere una navigazione d'altura debba essere sottoposta ad ispezione ed avere il consenso della Maritime NZ.
(15-08-2018 11:57)atnike Ha scritto: [ -> ]Hanno strambato a causa del malfunzionamento dell'autopilota. Lo studio ha accertato che già da prima l'autopilota stava dando problemi, ma l'equipaggio non si era accorto.....

Infatti, la causa sembra essere proprio quella.... a quanto pare il livello del liquido idraulico era molto basso ma non sono state trovate tracce di perdite. Tra l'altro, nessuno si è accorto del livello così basso.

Relazione veramente esaustiva e interessante.
Sapevo che la NZ è nazione di navigatori consapevoli e la prova è la lettura del rapporto pubblicato da Maroglia. SONO SERI. Per esempio l’ MTA richiede ai comandanti delle imbarcazioni da diporto che hanno intenzione di partire per per l'estero di notificare il loro viaggio . L’MTA deve poi accertarsi che l'imbarcazione da diporto, i suoi equipaggiamenti di sicurezza e l'equipaggio siano adeguati per il viaggio proposto. Il certificato di autorizzazione è un prerequisito per la partenza. Per esempio viene richiesta la dimostrazione di essere in grado di affrontare un MOB, che ci siano procedure scritte a disposizione dell’equipaggio, ecc.
Va bene se uno non sa neanche da che parte viene il vento.
Quando faccio la presa al gavitello per la patente il problema più grosso è che non capiscono se sono sopra o sotto vento.
Nessuno si è accorto che la barca non stava in rotta rispetto al vento? Bastava orzare e il boma sarebbe stato fermo sottovento.
La ruota del timone è dietro al boma come fa a distruggerla, si rompe prima il boma di tutto il resto.-
Bullo, non semplificare troppo. Leggi l'analisi fatta. Magari il traduttore di google ti potrà essere d'aiuto.
Un autopilota che deve gestire le inerzia e la manovrabilità di un mostro da 36 tonnellate (non un imoca, quindi) che naviga a vela con trenta nodi e mare formato tutti di coda a che derivata è calcolato? Quanto è rapido nel correggere? In altre parole, gli autopiloti hanno limiti oltre ai quali almeno il buonsenso direbbe di disinserirli?
Io invece ,sperando di non urtare la sensibilità o la capacità di qualcuno ,ma da sempre ,da sempre ho pensato che la ritenuta del boma sia una cosa estremamente pericolosa e da evitare.
Approvo, anche a me piace poco, vang a ferro per tenerla piatta in alto, sulla mia non la ho mai voluta, ho sempre pensato che è meglio far girare la randa che far girare la barca ma lo dico poco in giro perché chi la sostiene, mediamente, ha addosso molte più miglia ed esperienza di me. Confortante.
(15-08-2018 20:19)mimita Ha scritto: [ -> ]Io invece ,sperando di non urtare la sensibilità o la capacità di qualcuno ,ma da sempre ,da sempre ho pensato che la ritenuta del boma sia una cosa estremamente pericolosa e da evitare.

Non vedo perché ci si debba sentire urtati da opinioni diverse, anzi ben vengano, quindi...parliamone !

Io ho la mura del gennaker rinviata in pozzetto, all'occorrenza la cima è abbastanza lunga da poter essere usata come ritenuta del boma, lo schema è molto simile a quello che, nei disegni allegati all'indagine di cui sopra, viene indicato come quello corretto. In pratica dal bozzello sul musone la ritenuta si aggancia ad un grillo tessile posto in corrispondenza dell'attacco del vang.

l'ho usata a dire il vero ben poche volte, l'ultima l'anno scorso rientrando dall'Istria con mare al giardinetto e scirocco sostenuto. L'ho trovata comoda e funzionale, in caso di rogne si apre lo stopper in pozzetto e si fila per occhio.

Parli di estrema pericolosità . forse vi sono dei rischi che a me sfuggono, puoi specificare meglio ?
Mi sembra di aver capito che l'indagine abbia concluso che la ritenuta avrebbe dovuto essere più solida.
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