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utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - Versione stampabile

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utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - gommo - 08-09-2013 16:44

Citazione:lupo planante ha scritto:
se hai lo stick: siediti bene, schiena dritta, busto rivolto al pozzetto, gira solo la testa per guardare avanti, piedi uniti, accorcia lo stic in modo ta tenere la parte finale quasi a contatto con lo terno. A quel punto diventi un tutt'uno con la barca la senti bene, ne percepisci i movimenti prima di vederli e il timone è una prolunga del tuo corpo.
Poniamo sei mure a sx....Quando l'onda al giardinetto di raggiunge e la prua cade nel cavo come un'auto che scende uno scivolo del box e senti che la barca cerca di girarti sopra (straorza) e il tuo busto tende per gravità ad andare in avanti verso il pozzetto, in automatico ti viene da tirarti indietro verso le draglie ma a quel punto hai lo stick appoggiato al busto... e tirandoti verso le draglie, tiri lo stick verso di te, ovvero poggi mentre scendi nel cavo...poi quando arrivi in fondo al cavo, la barca frena e si rimette dritta tirando su la prua e tu di conseguenza ti riporti a centrobarca con il busto, ovvero orzi....
La randa? se hai un randista sveglio, gli fai dare una cazzatina quando scendi perchè l'apparente, aumentando di velocità scendendo, ti gira davanti.... poi quando freni nel cavo lasca..lasca..lasca, perchè se ti fai beccare dal vento con le vele cazzate e barca ferma sei morto
Devo quotare, perche' l'hai scritto troppo bene: sintetico e preciso.

Vorrei invece puntualizzare su quanto scritto sulla mano piatta e il vang. Ricordo che stiamo parlando di gran lasco e di onde al giardinetto. Al gran lasco hai voglia di appiattire la vela. Non serve a nulla perche' le vele non portano per una componente 'portante' ma per una componente di trascinamento.

Mi spiego meglio: Al vento, una vela grassa ed una magra portano uguali. Conta quasi solo la superficie esposta al vento.

'Mano piatta ?' come viene definita non serve a scaricare, come non serve a scaricare lascare il vang. Al massimo, lascare il vang serve a rovinare le vele, sopratutto su un SO32 che ha l'armo acquartierato.

Secondo punto: Randa leggermente cazzata a ridurre la superficie esposta aiuta il genoa a stare gonfio e a portare. Bisogna avere mano ferma al timone e fare il possibile per non orzare, anticipando le onde e non seguendole quando e' troppo tardi.

Per ridurre in queste condizioni, il motore e' piu' di impiccio che di aiuto. Portandosi al vento serve solo a spingere la barca in avanti aumentando l'apparente. Fossero anche solo 2-3 nodi possono fare la differenza.

Infine, la manovra per ridurre in quelle condizioni, se non si hanno i carrelli non e' una oppinione. Bisogna andare all'orza, altrimenti la randa non solo non viene giu', ma se la si abbassa con un 'ala basso ?', diventa pericolosa, perche' non stara' mai dentro al easy jack/lazy bag.

Dicevo... la manovra giusta e' lascare la randa totalmente, e portarsi all'orza con il solo fiocco, andando di bolina STRETTA che non sara' molto stretta, portando il solo fiocco, ma diciamo cercando di mettere il boma il piu' possibile dentro la barca.

Sarebbe bene che qualcuno si occupasse della scotta randa durante l'orza, per evitare che si attorcigli diventando un nodo (si recupera quanto basta ma non tanto da renderla portante).

A questo punto, qualcuno va all'albero per murare la mano, oppure se si e' fornutani di avere la mano portata in pozzetto, si sta anche comodi (ma il SO32 se non erro ha le mura all'albero).

Naturalmente, e' bene fare esperienza.... al OP consiglierei di fare almeno 15-20 prese di terzaroli con vento reale di 10-15 nodi per sapere come fare quando ce ne sono di piu'.

Per me la vela non e' una opinione.


utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - lfabio - 08-09-2013 17:11

gian, si parlava di andare all' orza, come ha scritto gommo, per ridurre sta benedetta randa. E per quanto tu abbia un 41 DP vecchio stile, se lo fai quando hai 27 nodi di reale per conto mio devi essere ben pronto con un equipaggio che sa cosa sta facendo. Tutto qua.

Per il resto mi ritrovo in quello che ha detto gommo - per quel che vale, vista la mia autodefinizione.


utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - albodo - 08-09-2013 17:21

Ho appena fatto una traversata con l'armatore terrorizzato dal vento.
La situazione era di un 12 metri che doveva affrontare 20, 25 nodi.
Onda di un metro, metro e mezzo.
Strategia:
Fiocco chiuso, bolina strettisima, randa con tutte le mani di terzaroli possibili, motore acceso a 1800 giri.

5 nodi...DisapprovazioneSmiley39

Ho provato a fargli notare che eventualmente si doveva chiudere la randa e avendo il rollafiocco, apriva quello che si doveva per andare al lasco.
Terrore e descrizione minuta del effetti della strapoggiata.
Considerando che non volevo perdere tempo e infastidire la già tormentata ...anima, mi sono dato dell'imbecille per la mia mancanza di discernimento.

Comunque, è stato utile a capire una cosa: 12 metri a me non bastano.



Se chi fa i corsi della PN si limitasse a fare quello che sa, invece di trasmettere paure e ossessioni, forse sarebbe meglio.





Citazione:kermit ha scritto:
Citazione:bullo ha scritto:
Abram con 15 nodi di reale al gran lasco di apparente in barca ne sentirai 10 circa, si va a vela in rotta diretta cercando di sfruttare l'onda se ce. Con grande felicità per tutti.
Da quello che scrivi, i problemi che ti poni, mi fanno intuire che hai bisogno di fare esperienza.
Per gli esperti mollando il vang della randa la barca rolla di più.
Boma in acqua? Ma quanto lungo c'è l'avete? e quanto basso?
Le barche odierne rollano meno di quelle marine di una volta.
La vela è un'opppppinione.-
Quoto Bullo!!!! Correre correre ragazzi, sulle onde si corre. Il cinematismo di una barca che corre sulle onde con il vento al giardinetto e che è ben portata è la cosa più affascinante e bella della vela , ci sono piccole surfate , ci sono orzate, ci sono poggiate, anche a vele bianche si possono raggiungere velocità interessanti, ma la condotta della barca è come una sinfonia e gli orchestrali devono suonare benissimo le note pensando sempre che la prossima nota (onda) sarà la migliore se prima abbiamo raggiunto 7 nodi nella prossima onda dobbiamo fare 8 quindi via con la surfata ...

Accendere il motore naaaa.... è una mazzata all'autostima....



utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - albodo - 08-09-2013 20:17

Citazione:Messaggio di abram
Domanda da neofita..

Se non intendiamo neofita nell'accezione ecclesiale, per esclusione dovremmo immaginare che abram ha da poco iniziato ad andare in vela.

Se un neofita avesse esperienza, allora....sarebbe un fenomeno della natura, un mostro!
E' una questione di cervello....

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O no??42424242


utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - mckewoy - 08-09-2013 22:12

ho letto su questo forum di qualcuno che suggeriva di cazzare il genoa per dare pressione al retro della randa e facilitare la presa di terzaroli. chiaramente non al giardinetto, forse ad andature più strette. mi sembrava un buon consiglio.


utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - Gagio - 09-09-2013 06:56

Citazione:gommo ha scritto:
[
A questo punto, qualcuno va all'albero per murare la mano, oppure se si e' fornutani di avere la mano portata in pozzetto, si sta anche comodi (ma il SO32 se non erro ha le mura all'albero).

Il mio SO43 ha i terzaroli riportati in pozzetto, ma il sistema secondo me e' ingegnoso ma fa schifo e devo comunque andare all'albero... considerate che faccio tutto da solo, io di solito se devo ridurre lascio portare solo fiocco, il pilota mi tiene la bolina abbastanza stretta, lascio quasi sventata la randa e procedo.
Non ho mai avuto bisogno di mettere una ritenuta al boma, il pilota e' bravo! Big Grin


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - igor - 20-02-2016 21:21

(08-09-2013 16:44)gommo Ha scritto:  
Citazione:lupo planante ha scritto:
se hai lo stick: siediti bene, schiena dritta, busto rivolto al pozzetto, gira solo la testa per guardare avanti, piedi uniti, accorcia lo stic in modo ta tenere la parte finale quasi a contatto con lo terno. A quel punto diventi un tutt'uno con la barca la senti bene, ne percepisci i movimenti prima di vederli e il timone è una prolunga del tuo corpo.
Poniamo sei mure a sx....Quando l'onda al giardinetto di raggiunge e la prua cade nel cavo come un'auto che scende uno scivolo del box e senti che la barca cerca di girarti sopra (straorza) e il tuo busto tende per gravità ad andare in avanti verso il pozzetto, in automatico ti viene da tirarti indietro verso le draglie ma a quel punto hai lo stick appoggiato al busto... e tirandoti verso le draglie, tiri lo stick verso di te, ovvero poggi mentre scendi nel cavo...poi quando arrivi in fondo al cavo, la barca frena e si rimette dritta tirando su la prua e tu di conseguenza ti riporti a centrobarca con il busto, ovvero orzi....
La randa? se hai un randista sveglio, gli fai dare una cazzatina quando scendi perchè l'apparente, aumentando di velocità scendendo, ti gira davanti.... poi quando freni nel cavo lasca..lasca..lasca, perchè se ti fai beccare dal vento con le vele cazzate e barca ferma sei morto
Devo quotare, perche' l'hai scritto troppo bene: sintetico e preciso.

Vorrei invece puntualizzare su quanto scritto sulla mano piatta e il vang. Ricordo che stiamo parlando di gran lasco e di onde al giardinetto. Al gran lasco hai voglia di appiattire la vela. Non serve a nulla perche' le vele non portano per una componente 'portante' ma per una componente di trascinamento.

Mi spiego meglio: Al vento, una vela grassa ed una magra portano uguali. Conta quasi solo la superficie esposta al vento.

'Mano piatta ?' come viene definita non serve a scaricare, come non serve a scaricare lascare il vang. Al massimo, lascare il vang serve a rovinare le vele, sopratutto su un SO32 che ha l'armo acquartierato.

Secondo punto: Randa leggermente cazzata a ridurre la superficie esposta aiuta il genoa a stare gonfio e a portare. Bisogna avere mano ferma al timone e fare il possibile per non orzare, anticipando le onde e non seguendole quando e' troppo tardi.

Per ridurre in queste condizioni, il motore e' piu' di impiccio che di aiuto. Portandosi al vento serve solo a spingere la barca in avanti aumentando l'apparente. Fossero anche solo 2-3 nodi possono fare la differenza.

Infine, la manovra per ridurre in quelle condizioni, se non si hanno i carrelli non e' una oppinione. Bisogna andare all'orza, altrimenti la randa non solo non viene giu', ma se la si abbassa con un 'ala basso ?', diventa pericolosa, perche' non stara' mai dentro al easy jack/lazy bag.

Dicevo... la manovra giusta e' lascare la randa totalmente, e portarsi all'orza con il solo fiocco, andando di bolina STRETTA che non sara' molto stretta, portando il solo fiocco, ma diciamo cercando di mettere il boma il piu' possibile dentro la barca.

Sarebbe bene che qualcuno si occupasse della scotta randa durante l'orza, per evitare che si attorcigli diventando un nodo (si recupera quanto basta ma non tanto da renderla portante).

A questo punto, qualcuno va all'albero per murare la mano, oppure se si e' fornutani di avere la mano portata in pozzetto, si sta anche comodi (ma il SO32 se non erro ha le mura all'albero).

Naturalmente, e' bene fare esperienza.... al OP consiglierei di fare almeno 15-20 prese di terzaroli con vento reale di 10-15 nodi per sapere come fare quando ce ne sono di piu'.

Per me la vela non e' una opinione.

Smiley32Smiley32Smiley32 infa5tti non mi è chiara sta roba del opinione?Smiley32Smiley32Smiley32


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - blackninja - 23-02-2016 00:03

Io ho poca esperienza, ma mi safei portato all'orza con il fiocco mollando la randa tanto l'onda mi dovrebbe spingere la poppa sotto vento. Appena di bolina riduco la randa del necessario e riprendo la navigazione.
Il motore?se serve a dare sicurezza ben venga!


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - infinity - 23-02-2016 09:18

Black, ti quoto


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - ADL - 23-02-2016 09:30

premesso che se parliamo di vento reale sono condizioni gestibili pure con un canotto (con esperienza s'intende).

se la randa ti si porta a spasso dal traverso in giù per me devi mollare il vang (oltre naturalmente avere la scotta in mano e il carello già sottovento e il paterazzo già cazzato). il vang a queste andature è l'acceleratore della barca in pratica.

in particolare con vento non poggerai mai se hai il vang cazzato.


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - France WLF Sailing Team - 23-02-2016 10:16

L'esperienza insegna, il nostro amico la prossima volta che si troverà in una condizione simile avrà sicuramente più tranquillità in quanto si ritrova in una situazione già vissuta, questo gli permetterà di fare degli esperimenti (tipo provare ad orzare, provare a fare un pà di traverso, provare a cazzare, provare a lascare, prendere terzaroli ecc..), quando ci si trova in barca in condizioni che riteniamo essere "al limite" si scorda tutta la teoria del mondo e si reagisce quasi d'istinto, ecco che essere rilassati ci da sicurezza e possiamo sperimentare soluzioni alternative. Le condizioni non erano al limite per il tipo di barca, al massimo su una stra-orzata avresti potuto mettere la falchetta in acqua, non gli fa niente alla barca, ma voi reggetevi bene e cinture sempre.

Quello che invece mi sento di dissentire completamente è il motore acceso.. Non ne faccio una questione di autostima ma di sicurezza! Quando si va a vela, con mare e vento sostenuto, la probabilità che cada fuori bordo una cima è molto concreta! Ad esempio? Metti la ritenuta al boma, su una straorza il boma tocca l'acqua e spezza la ritenuta, che finisce in acqua, drizze mal raccolte possono fare altrettanto e via andare.. il motore acceso è rischiosissimo, meglio averlo quando serve davvero.


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - bullo - 23-02-2016 10:17

Andatura al giardinetto 135° la randa va lascata il più possibile, la forza aereodinamica essendo normale alla vela, circa, spinge in avanti e non lateralmente, vang cazzato così la parte alta non si appoggia sul sartiame e fa diminuire il rollio.
Il genoa fiocco il punto di scotta va portato più avanti per diminuire lo svergolamento e più in fuori se possibile sulla falchetta con pastecca, migliore forma.
Al timone bisogna anticipare l'onda non si deve guardare a poppa ma solo sentire la barca il timone va toccato con dolcezza e il meno possibile, se a barra non si deve usare lo stick, all'arrivo dell'onda si agguanta la barca con barra alla poggia appena si sente che la pressine dimunuisce si porta la barra al centro o addirittura anche un po all'orza la barca parte aumentando la velocità. Con la ruota si può mollare e ritorna da sola al centro.
Igor questa è la mia oppppppinione, come faccio io, gli altri fanno come credono.-


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - corradino - 24-02-2016 00:22

ciao ..quoto tutto ma perché no STICK?
io faccio così.essendo spesso e volentieri solo o con prole e compagna .. porto la randa con la quale potrei bolinare nelle condizioni attuali, fatta eccezione per il rollabile.. che riduco per bolinare se ho bisogno di prendere un'altra mano alla randa
tutto sta nell'anticipare.


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - bullo - 24-02-2016 09:29

No stick perchè io non sono capace in poppa di stare con lo stick devo avere la barra in mano per dosare meglio il timone. Con poco vento lo uso, anche di bolina con vento tengo la barra non mi serve più guardare le vele sento la barca, se grande guardo il log.-


RE: utilizzo randa vento forte al gran lasco/giardin - corradino - 24-02-2016 23:15

dipende da dove ti senti meglio a timonare.. sulla mia per stare seduto sul lato sopravento devo usare lo stick. alla barra non ci arrivo, se non in piedi al centro del pozzetto.