Maledetti cattivi odori!!!

[dapnia]

@kermit<<<<
Fori al controstampo di 8 cm ??! Ma stiamo scherzando? Io non farei mai una cosa del genere....
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Nemmeno io, in una situazione normale.
Ma il Comet come il Rimar, che è quasi uguale, ha i labbri dei vari controstampi incollati allo scafo con un cordolo di stucco.
I vari controstampi, sono formati da delle specie di scatolotti di varia forma e misura che hanno il solo scopo di rendere “a scalini” quello che in uno scafo è curvo.
Nei gavoni e sulle fiancate, il controstampo forma delle riseghe, sulle quali sono incollati gli arredi, e il fondo dei gavoni è una scatola incollata lì.
La cosa era pensata, credo, per potervi avvitare quello che allo scafo nudo non sarebbe stato possibile avvitare (mensole, arredi e cose varie), e in alcuni punti ci passano dietro anche cavi e tubi: quindi a voler vedere i fori ci sono già, ma sono dove non servono per drenare.
La teoria del “tutto il controstampo incollato” seguiva questo ragionamento: dato che l'acqua non poteva entrare, non vi era necessità di fori di drenaggio.
Il fatto è che l'acqua è molto agile, sottile e dispettosa, e entra anche da dove non dovrebbe.
Aggiungi che la sentina praticamente non esiste, il fondo dello scafo è attraversato da alcuni "longherini" su cui appoggia quel foglietto di compensato che (solo loro) chiamano pagliolo, lasciando sotto uno spazio di tre dita.
Poche decine di litri di acqua sono già a coprire la linea d’incollatura del controstampo in basso.
A mezza barca c'è un buco di una quindicina di centimetri e profondo una ventina, dove alloggia il pescante della pompa di esaurimento, e tutto finisce lì.
Tutto il controstampo sotto è vuoto, tranne in alcuni punti dove copre le strutture di rinforzo dello scafo, per questo è necessario fare delle prove, battendo e facendo dei forellini spia, prima di procedere con la tazza o con la sega oscillante (Fein e simili, NON seghetto alternativo e/o tazze con punta guida lunga).
Probabilmente sotto il suo controstampo c'è finito di tutto, entrando da imperfezioni delle incollature, crepe o buchi nascosti, e stando lì, il "di tutto" marcisce, fermenta, insomma puzza.
Personalmente, con il Rimar che ho per le mani adesso (e che era davvero conciato male in quanto a pulizia), ho smontato tutto lo smontabile, ho fatto qualche foro dove serviva, e verificato che tutto uscisse da tutto, ho allagato la barca entrando con la manichetta del pontile (roba di un duecento litri di acqua), poi ho esaurito tutta l’acqua; a seguire ho spruzzato sapone sgrassante dappertutto (celini e tutto il resto), con spugna e brite leggero, e tanto olio di gomito, ho grattato e strofinato parecchio, poi ho riallargato tutto dandoci con la manichetta in giro, e così di seguito per altri due risciacqui.
Esaurita l’acqua dalla sentina e asciugato l’asciugabile, l’ho lasciata tre giorni di sole, tutta aperta e con mangiavento sui boccaporti.
Non è ancora farmaceuticamente asettica, ma è abbastanza pulita e non puzza nemmeno restando chiusa per giorni.
La prima ragazza che mi capita a tiro con manfrine del tipo “Che bella la barca a vela, mi ci porti?!!” (e battito di ciglia a seguire) , si ritrova con straccetti in microfibra, polish leggero e via per il completamento dell’opera, perché l’arte della marineria s’impara partendo da mozzo (si può dire mozza?!).