non resisto più devo dirlo: ma non vi mette tutto una gran tristezza?
uno partecipa a queste regate lunghe -immagino- per provare a competere in qualcosa di diverso, percorso lungo, la/le notti, il solitario, ci vuole un'altra preparazione (umana e magari finanziaria), si cerca di confrontarsi ad aspetti della regata diversi e relativamente meno frequenti (rispetto a regate più corte), eccetera eccetera, insomma uno degli aspetti potenzialmente più interessanti dello sport se non altro per la novità, che bello che bello...
...e ci si ritrova a discutere di giustizia sportiva/civile/penale, di illazioni, sospetti più o meno fondati, di prendere e mettere il motore per arrivare primo oppure no, di come fare per beccare i furbi, di errori procedurali, di cosa possa costituire prova e cosa no
indipendentemente da cosa il signore abbia fatto o non fatto, comitati controcomitati e controricorsi, ma non viene tristezza a vedere che quando la vela competitiva cerca di fare un passo verso qualcosa di un po' meno usuale ci si ritrovi fili di pagine e pagine su questo tenore, che immagino rappresentino il tipo di riflessioni che esistono nelle banchine dove sono le barche che hanno regatato?