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Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
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ZK Offline
Vecio AdV

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RE: Strallo volante per barche piccole e armatori poveri
le condizioni proibitive lo sono per l' indiano, per le frecce (barche a vela) sono un opinione, e non credere a @frank, quando sono dure sono dure uguale che tu sia su un 30 piedi o su un 60, l' ultima regata l' ho fatta su un 21,(con @brunello) la vela non e' un opinione, lo diventa quando si ritiene la fisica un opinione.
il tuo sistema ( vedi il modo dei vico) non 'e che non possa essere usato, non fuziona e rischia di fare danni su barche dove non e' previsto in fase di progetto, non puoi buttare li una cosa e non descriverne le condizioni al contorno, bene che ti vada.... ci prendi di "bischero", tuttavia io di bischero ci prendo tutti i giorni, fai bene a ragionare, a studiare soluzioni a immaginare scenari, non e' vero che e' stato gia inventato tutto ma e' altresi vero che prima di dire ho inventato tocca vedere se e' gia stato fatto e prima di dire funziona.. tocca farci i conti, sempre che tu non voglia ritrovarti piu povero di prima... guardalo il sistema del vico.. e' pure rullabile.. ciao

amare le donne, dolce il caffe.
26-08-2015 20:24
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ZK Offline
Vecio AdV

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RE: Strallo volante per barche piccole e armatori poveri
ps. con Pasquale ci so andato poco in barca, e' un marinaio e io preferisco andare coi velisti (tale albino fravezzi in primis) e' una persona molto piacevole ma molto riservata, (gli puzza un po l' alito.. di aglio) e' cosi umile che in barca si mette li ad osservarti e tace sulle cazzate e si fa curioso di tutte le cose strane che ti puoi inventare.. e in tal senso curala la tua curiosita e la fantasia, non sono dannose se ci aggiungi un po di quello che io chiamo marinita, non fare mai cose che non sai cosa potrebbero generare e che non si possano togliere in un "battito d'ala), non puo che farti bene e crescere in fretta in questa follia che e' la vela.

amare le donne, dolce il caffe.
26-08-2015 20:34
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opinionista velico Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole e armatori poveri
Infatti io mi sento più marinaio che velista...e la puzza di aglio non mi da fastidio. Ovviamente marinaio a vela Smiley2
Purtroppo, forse, non sono ne l’uno né l’altro 22
Sicuramente, però, la vela per me non è una follia.
Ci pensano già gli inglesi a farsi la doccia vestiti strappando banconote da 20 sterline.
Peccato che anche molti italiani li stiano imitando molto egregiamente.
Beh! Contenti loro 76
26-08-2015 22:11
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opinionista velico Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole e armatori poveri
(26-08-2015 20:24)ZK Ha scritto:  guardalo il sistema del vico.. e' pure rullabile.. ciao

http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=86528

Sapevo di non avere inventato alcunchè. Infatti avevo già visto qualcosa del genere, ma non ricordavo dove.
Ovviamente, con un attacco fisso, si risolverebbe il problema puleggia.

Comunque, siccome non mi piace improvvisare e neppure rischiare, ho contattato la ditta (italiana) che mi ha costruito e venduto l’albero. Secondo loro, che conoscono anche la barca, la puleggia tiene e la maggiore compressione sull’albero è accettabile.
Non ho chiesto una garanzia scritta, ma la loro parola (in italiano con forte accento dialettale), mi è più che sufficiente.

Ora l’accrocco è finito e aspetta solo di essere provato in mare, al momento con un fiocco (di sup circa metà del mio attuale Genova) che mi porterà un amico perché al momento non ho vele garrocciate (ma quest’inverno mi tornerà certamente la voglia di rimettermi alla macchina per cucire :smiley2Smile.

Abbinato alla Randa piena avrei una superficie velica all’incirca equivalente a Genova con Randa e 2 mani di terzaroli, per me già più che sufficienti per affrontare 15/16 nodi, con ulteriore margine di riduzione (Randa) fino a 22/23 nodi. Dopodichè si fa "dura".
Per qualcuno è robetta, ma per me e con questa barca sono già tanti Sadsmiley

Al posto del paranco (che lavorava male) ho messo un arridatoio da 10 mm che avevo, cui ho aggiunto una maniglietta fissa per poterlo stringere (autocostruita). Non sarà un tenditore Wichard, ma il suo lavoro lo svolge comunque.
Per la drizza (in basso) ho usato un normale bozzello Harken per i rinvii a piede albero che avevo di scorta.
In alto ho messo un bozzello HYE tutto metallico con perni da 6 mm (avevo in barca anche questo).

L’unica spesa (€ 25) è stata lo strallo inox (spiraiodale 1x19 dim. 4), con redance e manicotti in rame da pressare. È lo stesso diametro delle volanti (non strutturali) e del paterazzo. Il resto del sartiame è da 5 mm.

Al momento non ho foto, ma se interessano provvederò.
28-08-2015 09:04
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ZK Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
so abbastanza sicuro che quell' accrocco sul vico va su con la drizza.. ma so lontani ricordi, meglio se intervisti @barca polacca.. o come si chiama adesso!

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28-08-2015 16:30
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sailor13 Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
beh, a dire il vero c'è una sottilissima differenza fra i due accrocchi: uno ha uno strallo vero e l'altro no, che voglia dir qualcosa?

"per ottenere le giuste risposte bisogna porre le giuste domande"
28-08-2015 18:44
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opinionista velico Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(28-08-2015 18:44)sailor13 Ha scritto:  uno ha uno strallo vero e l'altro no, che voglia dir qualcosa?

Scusa, ma qui non siamo sul forum di https://www.aenigmatica.it
Se qualcosa non ti convince, allora sarebbe utile che tu la dicessi, spiegandola possibilmente bene.
Gli ADV ti ringrazierebbero (me compreso).
Ti sei iscritto a questo forum solo per giocare agli indovinelli?
32
29-08-2015 07:03
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sailyard Offline
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Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
Sbaglio o è il sistema Bartels ??

https://www.facebook.com/ondablusail
29-08-2015 07:22
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albert Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(29-08-2015 07:03)opinionista velico Ha scritto:  
(28-08-2015 18:44)sailor13 Ha scritto:  uno ha uno strallo vero e l'altro no, che voglia dir qualcosa?

Scusa, ma qui non siamo sul forum di https://www.aenigmatica.it
Se qualcosa non ti convince, allora sarebbe utile che tu la dicessi, spiegandola possibilmente bene.
Gli ADV ti ringrazierebbero (me compreso).
Ti sei iscritto a questo forum solo per giocare agli indovinelli?
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L'ultima volta che ti è stato spiegato che appendere uno strallo ad una drizza è una ca..ta pazzesca ti sei imbufalito, dunque ora ci si va coi piedi di piombo Smiley2

@ sailyard: Il sistema di cui al link mi sembra un Nemo, e, come si vede confrontando la foto rispetto allo schema, la girella non ha il passaggio della drizza per usarlo come in figura.
Questo tipo di configurazione di immagazzinatore, Bartels o Top-Reff, dato che la drizza rimane solidale con lo strallo, non ha bisogno della girella cui agganciare la drizza e la penna della vela: per contro, la manovra di issata/ammainata va fatta a prua e c'è bisogno di un messaggero che va poi tolto per prolungare la drizza.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-08-2015 08:39 da albert.)
29-08-2015 08:38
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opinionista velico Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(29-08-2015 08:38)albert Ha scritto:  L'ultima volta che ti è stato spiegato che appendere uno strallo ad una drizza è una ca..ta pazzesca ti sei imbufalito, dunque ora ci si va coi piedi di piombo Smiley2

Se permetti, io preferisco fidarmi di chi fa l’alberaio, conosce il mio albero e la mia barca.

Se permetti anche un’altra osservazione, cerca di esprimerti con toni meno volgari e di basso profilo. Non so se tutti gli ADV lo apprezzerebbero, mai io certamente si e anche tutte le altre persone di buona educazione, sperando che tra questi ci siano anche i moderatori.

Infine ti invito ancora una volta a leggere bene ciò che si scrive.
Sailor13 non parlava di puleggia, ma di strallo.
Sono ben consapevole dei problemi che potrebbe creare la puleggia. Lo avevo già scritto all’inizio di questa discussione, per cui è un aspetto da valutare con la massima attenzione.
Bastava averlo letto.
Sono queste sparate a zero che mi fanno girare un po’ le…. eliche Smiley2, e non le osservazioni tecniche, motivate e circostanziate, sempre molto gradite 28
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-08-2015 09:10 da opinionista velico.)
29-08-2015 09:08
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ZK Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
i conti so relativamente facili:
lo strallo con relativi finali ci vuole comunque
un golfare costa meno di un bozzello
un sistema per mettere in tensione lo strallo ci vuole comunque.

in soldoni a me sembra che quello che manca non siano i quattrini ma la voglia di fare un lavoro fatto bene.
le cose provvisorie e tirate via in barca si "pagano" sempre care.

in pratica stai ragionando di usare lo strallo vero per una vela da venti leggeri e quello (scusa la definizione) farlocco per una vela da ventone.

inverti le opzioni, usa lo strallo vero per la vela da ventone che e' piatta e si avvolge bene e lo strallo "farlocco" per la vela da ariette che cosi la vela la puoi progettare piu grassa (tanto non la devi avvolgere) e magari la catenaria in piu dovuta al sistema "elastico" e "regolabile" ti torna pure comodo.

amare le donne, dolce il caffe.
29-08-2015 09:28
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albert Offline
Vecio AdV

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Messaggio: #52
RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
Allora, mi scuso se i miei interventi sono stati un po' "beceri", ma a volte ripetere continuamente le stesse cose a chi non vuol sentire ragione stanca ... bisognerebbe lasciar perdere e girare pagina.

Traggo da un'altra discussione un paio di risposte ben circostanziate date da un adv ad un altro adv che aveva avuto più o meno la stessa idea:


Su barche piccole la puleggia potrebbe reggere tranquillamente. Per puleggia intendo non solo la scatola e il suo fissaggio all’albero, ma anche il perno e la puleggia stessa.

Il primo problema è che, usando la drizza, avresti una lunghezza almeno doppia rispetto allo strallo, con conseguente maggiore allungamento, quindi ripercussioni negative sulle andature strette per via della catenaria.

Altro problema è che, se hai una sola drizza di rispetto con l'altra impegnata sull'avvolgifiocco, dovrai dotarti di vele cd. autoportanti (come i fiocchi delle derive), molto più difficili da gestire con vento e mare rispetto a quelle con garrocci.

Potrebbe poi esserci anche un problema di eccessiva compressione sull’albero.


Condivido al 1000% quello che ha scritto questo adv.....













.....che se non sbaglio ha il tuo stesso nickname Smiley2Smiley2Smiley2

Se poi non vuoi ascoltare ragione qui sul forum perchè ti fidi solo di ciò che ti dice l'alberaio, posso capire e condividere, ma allora non capisco perchè tu ponga qui delle domande.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-08-2015 11:49 da albert.)
29-08-2015 11:16
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Franc Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
Non vorrei distrarre l'attenzione dall'argomento di questa discussione (in tal caso prego i moderatori di spostarlo) ma vorrei chiarirmi le idee in merito alla ... eccessiva compressione sull'albero .. citata da Albert, ed io aggiungo anche sulla tuga o sentina comunque ovunque sia poggiato l'albero.
Il mio dubbio è questo: supponiamo che la pressione agente sull'albero, tuga o ..., dovuta, in condizione di riposo, alla tensione delle sartie e stralli. Ora armiamo randa e genoa.
Le ulteriori tensioni delle relative drizze, secondo me, non vanno ad aumentare la compressione dell'albero ma a togliere identico sforzo alle manovre dormienti. Es.: se lo strallo esercita una forza di 200 kg senza genoa, e per tendere correttamente l'inferitura a genoa armato servano 80 kg, lo strallo ora eserciterà una tensione di 120 kg! Tuttalpiù si sposterà il punto di attacco dello sforzo sulla coperta o tuga o, ecc.. O no???? 919191

Francesco
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-08-2015 12:22 da Franc.)
29-08-2015 12:15
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albert Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(29-08-2015 12:15)Franc Ha scritto:  Non vorrei distrarre l'attenzione dall'argomento di questa discussione (in tal caso prego i moderatori di spostarlo) ma vorrei chiarirmi le idee in merito alla ... eccessiva compressione sull'albero .. citata da Albert, ed io aggiungo anche sulla tuga o sentina comunque ovunque sia poggiato l'albero.
Il mio dubbio è questo: supponiamo che la pressione agente sull'albero, tuga o ..., dovuta, in condizione di riposo, alla tensione delle sartie e stralli. Ora armiamo randa e genoa.
Le ulteriori tensioni delle relative drizze, secondo me, non vanno ad aumentare la compressione dell'albero ma a togliere identico sforzo alle manovre dormienti. Es.: se lo strallo esercita una forza di 200 kg senza genoa, e per tendere correttamente l'inferitura a genoa armato servano 80 kg, lo strallo ora eserciterà una tensione di 120 kg! Tuttalpiù si sposterà il punto di attacco dello sforzo sulla coperta o tuga o, ecc.. O no???? 919191

Ehm 91...

Dipende dal punto in cui fai l'analisi dei carichi.

L'analisi del carico a compressione di un albero in alluminio a sezione costante si fa sulla sezione più sollecitata, che è quella del piede, come in un pilastro od un muro.

Prendiamo i carichi che hai detto, anche se già su una barca di 10 mt. sono ben più importanti (quello dello strallo in particolare ha quasi bisogno di uno zero in più)

Se lo strallo a riposo ha un carico sui perni di 200 kg per contrastare i carichi di sartie e paterazzo, quando issi il genoa (che non è solidale allo strallo perchè "scorre") e dai alla drizza 80 kg di carico (una parte contrasterà il peso ed il carico della scotta e il resto si scaricherà sull'attacco della mura), la sezione dell'albero subito al di sotto della puleggia sarà caricata dalle stesse forze di prima ( sartie + paterazzo + 200 kg di strallo) più la reazione di vincolo della puleggia, ovvero circa 160 kg. per un bilancio strallo + drizza di 360 kg.

Se i 200 kg. di carico dello strallo venissero affidati anche loro alla drizza, il carico sulla sezione aumenterebbe degli altri 200 kg. relativi al carico del ritorno verso il piede della drizza, ovvero il bilancio relativo ai soli strallo e genoa passerebbe da 360 kg a 560 kg. con un incremento, per ottenere la stessa cosa, del 55% ....

Supponiamo ora che la catenaria sia eccessiva e che vogliamo incrementare la tensione da 200 kg a 300 kg. : con lo strallo vincolato l'aumento di carico sulla sezione è di circa (non considero gli angoli di lavoro) ulteriori 200 kg (paterazzo + strallo), mentre con lo strallo appeso alla drizza, i kg. in più da sopportare sono 300.

Probabilmente questo incremento dei carichi del 55% su quelli previsti, se tutto va bene, può essere compreso nel coefficiente di sicurezza considerato nei calcoli, per cui l'alberaio può dire "ok, nessun problema", ma il coefficiente di sicurezza serve a coprire inconvenienti ed eventi eccezionali, e, se ce lo siamo giocato volontariamene, quando la barca cadrà da un onda, o prenderà un frangente o.... il margine sarà ancora sufficiente ?

Come forse saprai, esiste un fenomeno che si chiama instabilità al carico di punta, che consiste nel fatto che un asta snella che sopporta un carico di compressione alle estremità, se viene contemporaneamente flessa (come succede all'albero), ad un certo punto non sarà più in grado di reggerlo e collasserà. Questo è il vero problema quando si aumentano i carichi di compressione ed è per questo, e non per regalare denaro ai fabbricanti di cime ed attrezzature che si usano le hook quando non si vogliono utilizzare stralli fissi e che le drizze si parancano.

Poi, ultimo ma non ultimo, nel caso dello strallo issato con drizza, si deve fare il conto, se la drizza ha a piede d'albero un rinvio a 90 gradi, di una reazione sul rinvio e sul suo attacco in coperta di circa 1.5 volte il carico della drizza, che, se l'albero è poggiato in coperta si annulla col carico di questo, mentre se l'albero è passante deve essere opportunamente contrastato....

Sono stato sufficientemente chiaro ??
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-08-2015 15:19 da albert.)
29-08-2015 14:19
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(29-08-2015 12:15)Franc Ha scritto:  Non vorrei distrarre l'attenzione ..: supponiamo che la pressione agente sull'albero, tuga o ..., dovuta, in condizione di riposo, alla tensione delle sartie e stralli. Ora armiamo randa e genoa.
Le ulteriori tensioni delle relative drizze, secondo me, non vanno ad aumentare la compressione dell'albero ma a togliere identico sforzo alle manovre dormienti...

direi che non torna, a volte le barche vanno a vela, e se vanno a vela...

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Franc Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(29-08-2015 14:19)albert Ha scritto:  Ehm 91...

Dipende dal punto in cui fai l'analisi dei carichi.

L'analisi del carico a compressione di un albero in alluminio a sezione costante si fa sulla sezione più sollecitata, che è quella del piede, come in un pilastro od un muro.

Prendiamo i carichi che hai detto, anche se già su una barca di 10 mt. sono ben più importanti (quello dello strallo in particolare ha quasi bisogno di uno zero in più)

Se lo strallo a riposo ha un carico sui perni di 200 kg per contrastare i carichi di sartie e paterazzo, quando issi il genoa (che non è solidale allo strallo perchè "scorre") e dai alla drizza 80 kg di carico (una parte contrasterà il peso ed il carico della scotta e il resto si scaricherà sull'attacco della mura), la sezione dell'albero subito al di sotto della puleggia sarà caricata dalle stesse forze di prima ( sartie + paterazzo + 200 kg di strallo) più la reazione di vincolo della puleggia, ovvero circa 160 kg. per un bilancio strallo + drizza di 360 kg.

Se i 200 kg. di carico dello strallo venissero affidati anche loro alla drizza, il carico sulla sezione aumenterebbe degli altri 200 kg. relativi al carico del ritorno verso il piede della drizza, ovvero il bilancio relativo ai soli strallo e genoa passerebbe da 360 kg a 560 kg. con un incremento, per ottenere la stessa cosa, del 55% ....

Supponiamo ora che la catenaria sia eccessiva e che vogliamo incrementare la tensione da 200 kg a 300 kg. : con lo strallo vincolato l'aumento di carico sulla sezione è di circa (non considero gli angoli di lavoro) ulteriori 200 kg (paterazzo + strallo), mentre con lo strallo appeso alla drizza, i kg. in più da sopportare sono 300.

Probabilmente questo incremento dei carichi del 55% su quelli previsti, se tutto va bene, può essere compreso nel coefficiente di sicurezza considerato nei calcoli, per cui l'alberaio può dire "ok, nessun problema", ma il coefficiente di sicurezza serve a coprire inconvenienti ed eventi eccezionali, e, se ce lo siamo giocato volontariamene, quando la barca cadrà da un onda, o prenderà un frangente o.... il margine sarà ancora sufficiente ?

Come forse saprai, esiste un fenomeno che si chiama instabilità al carico di punta, che consiste nel fatto che un asta snella che sopporta un carico di compressione alle estremità, se viene contemporaneamente flessa (come succede all'albero), ad un certo punto non sarà più in grado di reggerlo e collasserà. Questo è il vero problema quando si aumentano i carichi di compressione ed è per questo, e non per regalare denaro ai fabbricanti di cime ed attrezzature che si usano le hook quando non si vogliono utilizzare stralli fissi e che le drizze si parancano.

Poi, ultimo ma non ultimo, nel caso dello strallo issato con drizza, si deve fare il conto, se la drizza ha a piede d'albero un rinvio a 90 gradi, di una reazione sul rinvio e sul suo attacco in coperta di circa 1.5 volte il carico della drizza, che, se l'albero è poggiato in coperta si annulla col carico di questo, mentre se l'albero è passante deve essere opportunamente contrastato....

Sono stato sufficientemente chiaro ??


Ciao Albert, probabilmente mi sono espresso male ma dato che l'argomento iniziale era incentrato sullo strallo, non intendevo analizzare i carichi di punta relativi all'albero, ma solo quello che agisce lungo lo strallo e che contrasta ciò che hai bene indicato tu, ma che essendo forza nella stessa direzione e verso di quella generata dalla drizza del genoa (secondo me), va ad "alleggerire" della stessa identica quantità di carico quella totale agente sullo strallo stesso.

Francesco
29-08-2015 15:41
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albert Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
Questo è quanto hai detto:

Le ulteriori tensioni delle relative drizze, secondo me, non vanno ad aumentare la compressione dell'albero ma a togliere identico sforzo alle manovre dormienti

Ed io a ciò ho risposto.

Tieni presente comunque che la quasi totalità del carico della drizza contrasta il carico della balumina, mentre ha poca influenza sui carichi dello strallo, e solo a scotta lasca.

Poi, l'ordine di grandezza delle tensioni per contenere la catenaria in quantità accettabili per bolinare con vento (generalmente di progetto 5/1000 della lunghezza dell'inferitura) è di circa il 50% del cr dello strallo, dunque è il carico prevalente.

Fai una prova stupidissima: prendi una cimetta, tienila in orizzontale ed appendici un pesetto da poco e poi tenta di farla stare dritta; valuta la proporzione tra il pesetto e lo sforzo necessario per tenere rettilinea la cimetta.

Se tu affiderai alla drizza il compito di sostituire lo strallo, è vero che non avrai più il carico di quest'ultimo, ma lo trasferirai doppio sull'albero, attraverso la scatola di drizza e la relativa puleggia, di solito non concepite per questo scopo.

Se stiamo parlando di una migliaiata di kg., capisci che non è lo stesso averne applicati 2000.

Questi esperimenti di vele autoportanti funzionano benissimo quando si provano in banchina, con poco vento, al traverso......poi quando dovrebbero funzionare nella realtà, i carichi aumentano col quadrato della velocità del vento, e perciò l'albero caricato di punta sulle onde pompa e flette più del necessario, la drizza si allunga e la catenaria aumenta, così ci si trova con la barca poggera per la randa magra e il fiocco grasso e con la ghinda sottovento ... e la bolina diventa uguale, se non peggiore di quella che si riesce a fare col genovone semiavvolto, con l'unica differenza che si sono spesi dei soldi e ci si è fatti una sudata a montare l'accrocchio.
29-08-2015 19:00
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Franc Offline
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
Certo Albert è vero quanto affermi e ho riconosciuto di essermi espresso male ma, che vuoi, son zuccone e le cose le devo capire per farle mie.
Ora sono in partenza per il mitico Salento dove avrò tempo per fare delle prove e raccontarle.
Grazie e a presto!
Ciao 100

Francesco
29-08-2015 19:14
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
Oh! Così mi piacciono le discussioni. Interventi tecnici e circostanziati 28

Riguardo al problema “compressione” vorrei limitarmi ad un’osservazione pratica.
Sulle derive, la drizza-strallo è la regola.
Il Flying Junior ha un albero con sezione a goccia da 5,4x6,5 cm (cioè poco più del mio mezzo marinaio telescopico).
Quello del 470 è leggermente più grosso (5,8x7,5) perché deve sopportare carichi maggiori.
Quanti alberi di derive avete visto rompersi o deformarsi per eccessiva compressione provocata dalla drizza-strallo?

Se pensiamo ad un cabinato (es. 8 mt), dove tutto è dimensionato di conseguenza, perché il sistema non dovrebbe funzionare?
A questa domanda mi si potrebbe rispondere che sulle barche grandi l’albero non è stato concepito per funzionare in quel modo.
Può anche essere, ma occorrerebbe chiederlo a chi lo ha progettato.
Immaginiamo che, durante la navigazione, scopriamo che lo strallo (quello buono) stia per cedere e non possiamo ripararlo.
Che facciamo?
Lo alleggeriamo di tutto il carico e armiamo uno strallo di fortuna (farlocco) usando la drizza.
Un bravo progettista di alberi non avrebbe dovuto considerare anche questa eventualità?
Poi, come ha detto Albert, non bisogna abusare dei coefficienti di sicurezza.


Riguardo al problema “catenaria” secondo me si sta creando un eccessivo spauracchio.
La catenaria è inevitabile anche con lo strallo “buono”. Su quello “farlocco” potrebbe essere un po’ più accentuata, ma non è detto che sia questo il male peggiore.
Dobbiamo quindi imparare a conviverci e a farla lavorare a nostro favore.
A pag. 49/50 del libro “Trim” (cito questo perché mi sembra il testo più suggerito in questo forum), viene spiegato come gestire la catenaria che, con molta onda, può anche essere utile perché “aumenta il grasso e la potenza della vela per avere più velocità…. e una migliore accelerazione”.
Ovviamente sul presupposto che il velaio abbia fatto bene il suo lavoro.


@Albert
Anch’io condivido al 1000% ciò che scrisse quell’ADV mio omonimo. Se sono qui a discutere di questa soluzione è perché più teste ragionano sempre meglio di una.
Ad esempio ringrazio Sailor13 che ha evidenziato il problema dell’arricavo al quale non avevo effettivamente pensato.
Ringrazio anche te perché mi hai un po’ rassicurato sul fatto che con 15 nodi (:smiley26Smile potrebbe andare tutto bene. Ho già spiegato che, per me, è già un’intensità significativa e un buon punto di partenza per poi osare qualcosina di più seguendo i suggerimenti di pag. 90 (sempre di Trim), cioè “alzare un fiocco più piccolo prima di terzarolare la randa” (ovvero il contrario di ciò che ho fatto sinora).
Può anche darsi che poi mi stanchi di trafficare 5-10 minuti per armare lo strallo farlocco e issare il fiocchetto garrocciato. Ma intanto ci provo.
Per affrontare invece l’uragano cercherò di attrezzarmi meglio Smiley2
Pace? 98

@ZK
Quello che proponi nel tuo ultimo intervento potrebbe anche rappresentare una soluzione alternativa.
Nel mio caso vorrebbe però dire che userei per il 10% (o meno) lo strallo “buono” e per il restante tempo quello “farlocco”.
Dovrei poi rinunciare alle comodità dell’avvolgifiocco, oltre ad avere un Genova più difficile da gestire perché più arretrato rispetto al punto di mura attuale (lo strallo “farlocco” è agganciato in coperta a circa 77 cm da quello buono). L’arretramento potrebbe inoltre sballarmi il centraggio CV-CD e quindi la stabilità di rotta. Farei anche meno bolina perché aumenta l’angolo di scotta dovendo passare esternamente alle sartie.
Preferisco allora lasciare tutto così come sta, con lo strallo “farlocco” che dorme tranquillo nel calavele Smiley2
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-08-2015 07:49 da opinionista velico.)
30-08-2015 07:38
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ZK Offline
Vecio AdV

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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
comincerei dalla definizione di fiocco medio:
e' una vela progettata per venti tra i 10 e i 16 nodi (nodo piu nodo meno)
e' un intensita che non corrisponde assolutamente al vento piu presente nel mediterraneo, ma e' di fatto la vela piu grassa possibile che si presti ad essere rullata e alla presa della mano, per questo e' la piu usata sui rullafiocchi.

il concetto vela giusta passa dalla forma, ma il velista medio e' convinto (complici i corsi patente) che sia la superficie quella che conta e questo e' in numeri l' errore piu grave, propinato spesso con la complicita dei velai.. che alla fine i clienti so soddisfatti se la vela non fa grinze, e come dice @utente non attivo in un altro spaventoso 3d "a nessuno importa di due o tre decimi in piu!"

il modo strallo di trinchetta o da solent senza volanti e' inefficace, che siano armi in testa o frazionati poco cambia, se non ci sono anche le volanti e se non sono adeguate e ben progettate.
non 'e che lo strallo principale con su avvolta una vela stia li buono buono quando per effetto del "secondario" si trova in bando, e quasto genra sollecitazioni di inerzia importanti e genera attriti tali da annullare l' efficienza della vela armata.

in soldoni io penso che:
e' importante poter cambiare le vele sullo strallo vero, che e' quello con piu regolazioni e che non soffre di interenze

e' importante se si aggiunge uno strallo prendere in considerazione le forze aggiuntive che non sono modeste per nulla e a nulla valgono le garanzie verbali dell' alberaio, se non vengono giu perche la catenaria aumenta e riduce le sollecitazioni ma questo vuole anche dire che sono inutili.

e' importante capire che gli alberi sono progettati per le sollecitazioni valutabili che dipendono dal raddrizzamento con una maggiorazione a stima di quelle che sono le sollecitazioni di inerzia, se si carica la barca oltre il valore di progetto, il raddrizzamento aumenta anche di molto e la maggiorazione per le forze di inerzia se ne va a donnine allegre.(questo solo per coloro che tra catene, serbatoi e accessori sono costretti a rivedere l' altezza dell' antivegetativa)

io penso che la soluzione piu economica per armatori "poveri" sia una vela da vento (che definirei come un 3) sul rulla e un piccolo frullone su un bompresso con briglia con su un fly per le ariette.

ci si ritrova con due vele di lunghissima durata molto efficienti per tutte le condizioni e i danni che si possono fare sono veramente modesti.

amare le donne, dolce il caffe.
30-08-2015 13:24
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