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Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste
(29-08-2015 14:19)albert Ha scritto:  Ehm 91...

Dipende dal punto in cui fai l'analisi dei carichi.

L'analisi del carico a compressione di un albero in alluminio a sezione costante si fa sulla sezione più sollecitata, che è quella del piede, come in un pilastro od un muro.

Prendiamo i carichi che hai detto, anche se già su una barca di 10 mt. sono ben più importanti (quello dello strallo in particolare ha quasi bisogno di uno zero in più)

Se lo strallo a riposo ha un carico sui perni di 200 kg per contrastare i carichi di sartie e paterazzo, quando issi il genoa (che non è solidale allo strallo perchè "scorre") e dai alla drizza 80 kg di carico (una parte contrasterà il peso ed il carico della scotta e il resto si scaricherà sull'attacco della mura), la sezione dell'albero subito al di sotto della puleggia sarà caricata dalle stesse forze di prima ( sartie + paterazzo + 200 kg di strallo) più la reazione di vincolo della puleggia, ovvero circa 160 kg. per un bilancio strallo + drizza di 360 kg.

Se i 200 kg. di carico dello strallo venissero affidati anche loro alla drizza, il carico sulla sezione aumenterebbe degli altri 200 kg. relativi al carico del ritorno verso il piede della drizza, ovvero il bilancio relativo ai soli strallo e genoa passerebbe da 360 kg a 560 kg. con un incremento, per ottenere la stessa cosa, del 55% ....

Supponiamo ora che la catenaria sia eccessiva e che vogliamo incrementare la tensione da 200 kg a 300 kg. : con lo strallo vincolato l'aumento di carico sulla sezione è di circa (non considero gli angoli di lavoro) ulteriori 200 kg (paterazzo + strallo), mentre con lo strallo appeso alla drizza, i kg. in più da sopportare sono 300.

Probabilmente questo incremento dei carichi del 55% su quelli previsti, se tutto va bene, può essere compreso nel coefficiente di sicurezza considerato nei calcoli, per cui l'alberaio può dire "ok, nessun problema", ma il coefficiente di sicurezza serve a coprire inconvenienti ed eventi eccezionali, e, se ce lo siamo giocato volontariamene, quando la barca cadrà da un onda, o prenderà un frangente o.... il margine sarà ancora sufficiente ?

Come forse saprai, esiste un fenomeno che si chiama instabilità al carico di punta, che consiste nel fatto che un asta snella che sopporta un carico di compressione alle estremità, se viene contemporaneamente flessa (come succede all'albero), ad un certo punto non sarà più in grado di reggerlo e collasserà. Questo è il vero problema quando si aumentano i carichi di compressione ed è per questo, e non per regalare denaro ai fabbricanti di cime ed attrezzature che si usano le hook quando non si vogliono utilizzare stralli fissi e che le drizze si parancano.

Poi, ultimo ma non ultimo, nel caso dello strallo issato con drizza, si deve fare il conto, se la drizza ha a piede d'albero un rinvio a 90 gradi, di una reazione sul rinvio e sul suo attacco in coperta di circa 1.5 volte il carico della drizza, che, se l'albero è poggiato in coperta si annulla col carico di questo, mentre se l'albero è passante deve essere opportunamente contrastato....

Sono stato sufficientemente chiaro ??


Ciao Albert, probabilmente mi sono espresso male ma dato che l'argomento iniziale era incentrato sullo strallo, non intendevo analizzare i carichi di punta relativi all'albero, ma solo quello che agisce lungo lo strallo e che contrasta ciò che hai bene indicato tu, ma che essendo forza nella stessa direzione e verso di quella generata dalla drizza del genoa (secondo me), va ad "alleggerire" della stessa identica quantità di carico quella totale agente sullo strallo stesso.

Francesco
29-08-2015 15:41
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RE: Strallo volante per barche piccole, armatori poveri e navigazioni modeste - Franc - 29-08-2015 15:41

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