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Perché ora voglio due motori
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Stefano Di Offline
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Perché ora voglio due motori
Sono un accanito fautore della doppia motorizzazione, che vorrei sulla mia prossima barca (sto parlando di barche a vela). Come tutti coloro appassionati a qualcosa, mi meraviglio che il mio oggetto del desiderio non sia ampiamente condiviso.
Finalmente ho trovato la barca per me (ne parlo in http://forum.amicidellavela.it/showthrea...id=49789), che può venirmi fornita con due motori; vorrei quì spiegare meglio, come avevo anche promesso, il perché di quello che penso e di quello che cerco.
Premetto che sono anche un velista, ho fatto regate, conosco lo scorrimento dell' aria sull' acqua e i movimenti di questa; non sarebbero quindi pertinenti al mio caso considerazioni del tipo che farei bene a cercarmi una pilotina dislocante con piccola motorizzazione (pilotine che peraltro non si trovano più, se non in costosissime produzioni non di serie).
Io semplicemente voglio una barca a vela con guida interna, basso pescaggio e due motori.

Veniamo ai due motori, che sono l' argomento di questo 3D.
Tutti siamo d' accordo che in situazioni di perdurante poco vento il motore è indispensabile per cavarsi di impiccio , come siamo d' accordo che un'avaria al motore rende impossibile o almeno fortemente sconsigliabile la prosecuzione di una crociera; riguardo a situazioni di troppo vento è invece diffusa la convinzione, a mio avviso errata, che il motore serva a poco più che a manovrare in porto, e che viceversa sia la vela ad assicurarci la mobilità e la sicurezza.
Invece nella crociera costiera, che io amo, sono molte le situazioni nelle quali un forte vento di terra potrebbe trascinarci pericolosamente al largo, o un forte e improvviso vento di mare potrebbe ancor più pericolosamente spingerci verso riva.
La capacità di una barca di risalire il vento dipende dalla efficienza delle sue appendici aeree e subacquee, dalla superficie dell' opera morta e sopratutto dalla stabilità della barca stessa. Anche dando per scontato che a bordo ci siano persone capaci di sfruttare al 100% questa capacità della barca di risalire il vento, e che l' attrezzatura regga, va detto che al di sopra di 45 nodi alcune barche cominciano a non farcela più ad avere un VMG positivo, e all' ulteriore rinforzare del vento via via anche le barche più nobili cominciano a cedere le armi. In queste situazioni il motore diventa la parte più importante della barca a vela.
Per uscire dalla astrattezza porto alcune testimonianze personali,: se mi è capitato con un Dehler 38 di risalire bene a vela (col solo fiocco, secondo i dettami di Van de Stadt) un vento che costantemente di sicuro stava sopra i 40 nodi, con brevi raffiche probabilmente a 50, mi è anche capitato con un Oceanis 500 e un vento costantemente molto superiore ai 50 nodi e raffiche probabilmente intorno a 60, di risalire a motore con grandi difficoltà di ogni genere; la difficoltà più inquietante era nel guadagnare al vento: in raffica perdevo, nelle mollane (si fa per dire) guadagnavo, il bilancio era solo di poco positivo, e il rischio era quello di venire trascinato verso il mare aperto e l' onda. In questa ultima situazione, in raffica la barca, a secco di vele, aveva la falchetta sottovento con tutto il passavanti al baglio massimo in acqua, ed esporre al vento la pur minima tela non sarebbe stato né produttivo né tantomeno materialmente possibile; pensate che avevo dovuto indossare la maschera da sub per vedere qualcosa senza rovinarmi gli occhi, e che lasciare il pozzetto andare verso prua era problematico a causa delle difficoltà a respirare. Se quindi in quella situazione sono riuscito a guadagnare un porto lo devo solo al motore.
Anche un ipotetico recupero di uomo a mare con cattivo tempo, lasciando da parte i giochini a vela con cui si dilettano ottusi esaminatori di capitanerie di porto e di cui si inorgogliscono ingenui neopatentati, è una manovra a cui attribuisco maggiori possibilità di successo se realizzata a motore piuttosto che a vela.
Lasciando le situazioni estreme, molte volte mi è capitato di dover navigare sottocosta con forti venti di terra fino a forza 9. La necessità di navigare volta per volta derivava da svariate cause, che potevano essere il cambiare rada per trovarne una più adatta a causa di una lievemente mutata direzione del vento, l' avvicinarmi a un porto per imbarcare o sbarcare un ospite, l' allontanarmi da una barca minacciosamente male ancorata sopravento alla mia. Anche in queste situazioni, finché la andatura era prossima alla poppa poteva essere piacevole divertirsi con qualche metro quadro di fiocco, ma non appena si lasciava il gran lasco e si stringeva il motore diventava prezioso

Qualcuno potrebbe obiettarmi che in tutti questi casi, essendo il porto, e non la rada, il posto più adatto per far passare il tempaccio, non mi trovavo nel posto giusto al momento giusto, che è la prima e più importante regola della crociera.
Purtroppo non è così, perché in stagione e in molti mari il porto non esiste più, essendo saturo di barche che lo hanno prenotato molti mesi prima e di barche che ci si sono rifugiate magari due giorni prima l' arrivo della perturbazione. La rada quindi per centinaia e centinaia di barche, certo per molte più barche delle poche che trovano posto nel porto, è il posto, l' unico posto possibile dove stare, e la rada va affrontata, gestita e vissuta col motore (oltre che con tante altre cose, quali attrezzature di ancoraggio impeccabili e con una chiarezza mentale ed una esperienza secondo me non inferiori a quelle necessarie per affrontare dignitosamente qualunque regata).

Relativamente alla barca (escludendo quindi incidenti alle persone), nella mia scala di priorità al primo posto pongo che l' acqua resti fuori, al secondo che la chiglia non si stacchi, al terzo che la pala del timone non diventi inutilizzabile, al quarto che il motore non mi pianti, a pari merito con l' albero che resti al suo posto. Ma, se già mi trovassi in situazioni delicate, probabilmente preferirei vedermi cadere l' albero, a patto che nel venir giù non faccia altri danni, piuttosto che subire una avaria irrimediabile al motore. Al sesto posto infine metterei il salpaancore, perchè ho 40 chili di ancora e catena da 10, ingestibili a mano col cattivo tempo. Dopo il sesto posto si sono esauriti i finalisti, e il resto è robetta.
Dobbiamo notare che, a parte il salpaancore (di cui peraltro ho un ricambio in un gavone), in questa classifica degli orrori, l' elemento di gran lunga più debole, la cui defaillance può prescindere dai nostri errori, e che statisticamente, o per lo meno per esperienza di tutti noi, più spesso cede, mettendoci in gravi ambasce e difficoltà, è proprio il motore.
I motivi di avaria sono molti: una cima, o una rete di pescatori nell' elica, il gasolio sporco o contaminato dai batteri, i contatti del motorino di avviamento (avete mai pensato che un auto si può mettere in moto a spinta, ma una barca no?), un precoce cedimento per fatica di un componente nato difettoso... e poi ingressi d' aria, perdite d' olio o di acqua, meccanici poco scrupolosi o che viceversa vogliono per forza farci risparmiare e ci propongono una manutenzione preventiva accurata ma di tipo automobilistico (che in caso di sfortuna prevede che parcheggiamo da una parte e ci facciamo venire a prendere dal carro attrezzi) mentre la barca richiederebbe un tipo di manutenzione più aeronautico. E' inutile che mi dilunghi, basta scorrere i 3D di questa sezione per verificare la fantasia diabolica dei motori per guastarsi.
Molti di questi guasti qualcuno di noi saprebbe ripararli, con fatica, tempo e molta apprensione se la barca si trova in una situazione difficile anche per altri motivi che non sono il motore, ma altri guasti non sono rimediabili a breve nemmeno da meccanici dilettanti esperti.

Da queste considerazioni ed esperienze mi si è sviluppata la convinzione che ci vogliono due motori (ovviamente indipendenti, con due eliche, due serbatoi, due batterie di avviamento) da usare normalmente uno per volta. O due gemelli affiancati, se il posto c'è e sopratutto se la barca ha due timoni, oppure un motore principale centrale e uno secondario di minor potenza laterale se la barca ha un timone solo e ci sono problemi di spazio. Si può usare allora il motore più piccolo per supporto alla navigazione a vela con poco vento, o per trasferimenti a bassa velocità o comunque a bassa resistenza, e lo si può usare tutte le volte che abbiamo bisogno di caricare le batterie, o scaldare il boiler, così non facciamo girare un motore inutilmente troppo grosso per questi semplici scopi. Il motore grosso verrebbe invece usato quando si ha bisogno di più potenza e nelle manovre più semplici (essendo allineato con il timone e offrendoci quindi manovrabilità); l' uso di entrambi i motori farebbe comodo per aumentare la manovrabilità in molti casi di manovre particolarmente difficili, oppure in navigazione quando abbiamo bisogno di molta potenza.
Chiaramente, a questo punto, una avaria ad un motore non ci lascerebbe più a piedi, anzi, a nuoto o a remi (a vela abbiamo visto che non sempre è possibile cavarci di impaccio).
I problemi del motore più piccolo, connessi ai disparatissimi carichi che potrebbe trovarsi a fronteggiare, potrebbero venire brillantemente risolti con l' istallazione di un' elica a passo autoadattativo.

Le barche dove più facilmente possiamo inserire la doppia motorizzazione, sono quelle di dimensioni medie o grandi, specialmente i deck-saloon, grazie al loro pagliolo rialzato sotto al quale possiamo montare i motori; ma anche su barche di minore taglia potrebbe essere possibile. E' un fatto di richiesta del mercato. Se ci fosse richiesta i cantieri non avrebbero difficoltà a esaudirla.
Oltretutto, a valutare bene, i costi aggiuntivi al momento dell' acquisto non sarebbero poi eccessivi Avere ad esempio due motori da 40 hp oppure un 55 e un 30 piuttosto che un solo motore da 70 hp non costerebbe spropositatamente di più. E nel lungo periodo, tenendo conto che la somma delle ore di utilizzo dei due motori sarebbe uguale alle ore totali di utilizzo del motore unico l' iniziale sovracosto verrebbe parzialmente ammortizzato sia dalla possibilità di poter fare una manutenzione finalmente automobilistica e non più aeronautica (evitando cioèsostituzioni prudenziali precoci di pezzi ancora buoni), da un certo risparmio di carburante (tutte le volte che ho bisogno di poca potenza faccio girare un motore piccolo), sia infine da un minore invecchiamento di ciascun motore, che porterebbe spesso ad evitare la rimotorizzazione, o quantomeno ad evitare pesanti lavori di manutenzione straordinaria, dopo 20 o 30 anni di vita della barca.

Ma il sovracosto iniziale dei due motori spesso nemmeno ci sarebbe:
Da anni stanno diffondendosi sulle barche nuove, specie sulle taglie dagli 11 - 12 metri in su, una serie di dispositivi tendenti alla migliore e più facile fruizione della barca, specie nei suoi aspetti non velici.
Concentriamoci su generatore, bow- thruster e piede s-drive rotante. I primi due dispositivi sono ben noti, il piede rotante inizia ad essere proposto ora da Beneteau e Jeanneau, col nome rispettivamente di di Dock & go oppure 360 docking.
La mia convinzione è che la presenza di due motori possa rimpiazzare con accettabile efficacia questi tre dispositivi. Ad un costo inferiore.
Volendo ricaricare le batterie, far girare un motore piccolo, magari con installata l' opzione del doppio alternatore, non è proprio come far girare un generatore, ma è certo più accettabile che far girare un motore grande.
Inoltre è prevedibile che in un futuro molto vicino si diffondano sulle barche le batterie al litio, che essenzialmente grazie alla loro rapidità di ricarica contribuiranno a risolvere tutte le attuali difficoltà nello stockaggio di elettricità, e renderanno ancor meno opportuna la presenza a bordo di un generatore.
Specialmente se la barca è dotata di due timoni, avere due motori consente nelle manovre a motore facili rotazioni ed anche traslazioni trasversali (chi è abituato a manovrare con i catamarani lo sa bene); ma anche le barche dotate di un solo timone ricaverebbero dalla doppia motorizzazione un grosso miglioramento della loro manovrabilità rotazionale, tale da consentire la rinuncia quantomeno al sistema Dock & go / 360 docking, e forse anche la rinuncia al bow thruster.
Certo, sistema dock&go e bow-thruster sono specificatamente dedicati alla manovra, ed in essa sono probabilmente ottimali, superando in efficacia la motorizzazione doppia. Ma il fatto che la motorizzazione doppia in molti casi riuscirebbe alla meglio a rimpiazzare generatore, bow thruster e s-drive rotante è solo un vantaggio collaterale di essa; infatti i vantaggi principali, come si è visto, sono nella propulsione a motore, nella sua affidabilità ed economicità, vantaggi dei quali possiamo beneficiare in molti casi gratuitamente, grazie al risparmio sugli altri dispositivi.
Al contrario, specialmente il Dock'n go, installato su una motorizzazione singola, introducendoci elementi di complicazione ne riduce la affidabilità; e costa da solo quanto un secondo motore.

Vorrei brevemente prevenire alcune possibili critiche: la prima è facilmente immaginabile che 'andando di questo passo nella ricerca della sicurezza bisognerebbe avere due barche, per avere così il rimedio a ogni guasto' Guardate che intanto io non cerco il rimedio a ogni guasto ma solo a quelli più invalidanti e pericolosi; poi se condividete la mia 'scala degli orrori', dovete riconoscere che già abbiamo tutti l' autogonfiabile per rimediare all' eventuale affondamento, per cercare di fronteggiare il disalberamento i più previdenti tra noi hanno a bordo adeguate cesoie, al timone di emergenza molti pensano, prefigurandosi ad esempio usi del tangone finalizzati a governare... manca solo il secondo motore per cercare di fronteggiare tutte quelle più gravi avarie. Secondo motore che oltretutto sarebbe assai utile per aiutare a governare in caso di avaria del timone. All' altra obiezione che allora potrei comprarmi una pilotina ho già risposto all' inizio; altre critiche ed obiezioni le aspetto, sempre che qualcuno abbia avuto la forza di arrivare fino in fondo.
19-11-2010 03:54
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Oceanis Offline
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Messaggio: #2
Perché ora voglio due motori
Bella discussione e sono arrivato fino in fondoBig Grin la mia riflessione però non è tecnica.

Mi sembra che il tuo ragionamento si fondi sulla sicurezza che una motorizzazione più potente e affidabile ti potrebbe dare; lo spieghi bene e lo motivi. Ok, a parte alcune considerazioni, nulla da eccepire.

Ma perchè vuoi veramente questo? Per essere tranquillo al 100% quando navighi sottocosta, d'estate, con tempo e previsioni ok, perchè non si sa mai che improvvisamente, come dici tu, ti sparano un forza 10 sul naso che ti spinge al largo o,peggio, a terra?

Se è questo il tuo obiettivo allora subito dopo dovresti preoccuparti di avere una barca inaffondabile, perchè se ti becchi un container semigalleggainte anche con due motori vai a fondo! E quando hai la barca inaffondabile con due motori ti senti tranquillo e sicuro?? Credo di no. Come dici alla fine, potresti trovare mille altre ragioni per non sentirti sicuro in mare al 100%

Non voglio trarre conclusioni ma penso che la vera tranquillità e sicurezza la si conquisti dentro di se, mettendoci perizia e ovviamente prudenza, accettando quel poco di rischio che comporta la vela, almeno come la praticano la maggioranza dei diportisti qui in italia.

bv
19-11-2010 04:51
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mckewoy Offline
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Messaggio: #3
Perché ora voglio due motori
mi viene in mente il tizio che non voleva assolutamente figli.

costringeva la moglie a prendere la pillola, a mettersi la spirale e la membrana

lui si metteva due preservativi uno sull'altro e poi si sparava una sega così stava tranquillo.



sono già molti anni che la mia barca ha sia dock&go che docking 360.

ha un piede tipo s-drive e lo posso brandeggiare dal pozzetto

i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati

mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento



19-11-2010 05:42
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Stefano Di Offline
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Messaggio: #4
Perché ora voglio due motori
Ciao Oceanis,
grazie della tua attenzione e dei tuoi commenti, e sopratutto del garbo col quale li porgi.

Volevo essenzialmente dire che oggi una doppia motorizzazione può offrire un rapporto costi benefici molto più vantaggioso di quello di molti accessori che montiamo comunemente. In particolare la doppia motorizzazione secondo me è assolutamente vincente in confronto al neonato Dock & go, purché il confronto sia razionale e venga fatto da un velista che sappia un pochino sfruttare le attrezzature che ha a disposizione, e sappia un pochino manovrare anche se non ha un joistick tra le dita. Tant' è vero che alcuni cantieri, più o meno noti (Kirié, Meta, EgeYat) l' opzione dei due motori la offrono.

Sono d'accordissimo con te quando dici che la tranquillità è una situazione interiore; sono anche daccordissimo che (se ti interpreto bene) dobbiamo predisporre ogni ragionevole precauzione, ma poi, inshallah, la sicurezza al 100% non esiste: siamo mortali e dobbiamo affrontare serenamente quel che ci arriva. Ma le ragionevoli precauzioni comunque dobbiamo predisporle, dobbiamo prima aiutarci se vogliamo che poi Dio ci aiuti; e scegliere di avere un bow thruster, un piccolo generatore, e un solo motore da 70 cavalli, in tanti casi, è molto meno ragionevole e meno di aiuto che rinunciare a bow thruster e generatore ma avere in compenso due motori da 40 cavalli.
L' ansia può entrare in gioco facilmente se ci sono sensi di colpa; ma se questi non ci sono, è più facile restare nell' ambito di un calcolo del rischio: se io ho a bordo un autogonfiabile, non ho l' ansia di investire un container semisommerso: al massimo ho solo un ragionevole e calcolato piccolo timore. Ma se io posso avere doppia motorizzazione, e scelgo di non averla, nel momento in cui mi dovessi trovare affidato completamente al motore probabilmente andrei in ansia, e se il motore mi mollasse lasciandomi nei pasticci, maledirei di non avere scelto di averne due.

Credo poi che forse abbiamo due diverse percezioni della crociera e delle situazioni scabrose ad essa connessa; questo può dipendere dalla lunghezza delle crociere, dall'area di navigazione, dagli equipaggi con i quali abbiamo navigato o semplicemente dal caso che ha portato ciascuno di noi a confrontarsi con alcune situazioni piuttosto che con altre.
La lunghezza delle crociere (le altre possibili cause sono più ovvie e non ne parlo) incide perché è ben diverso fare in una stagione sei crociere da una settimana, partendo e arrivando ogni volta dal proprio porto di attracco, oppure una unica lunga campagna di sei settimane. Nel primo caso, nella eventualità di maltempo iniziale o finale si può rispettivamente ritardare la partenza o anticipare l' arrivo, e prendere dalla crociera solo il buono; e nel caso di un grave maltempo previsto per la metà del periodo si può cambiare la destinazione per una destinazione più facile, o al limite si può annullare la crociera. Invece nella unica campagna di sei settimane, ci si prende tutto quello che nelle sei settimane arriva. Tu mi attribuisci che 'con tempo e previsioni ok, non si sa mai che arrivi forza 10'. Non è la mia situazione, non è la mia psiche. Qualche anno fa sono partito da Livorno il 26 giugno, e ho fatto la prima notte in porto il 31 agosto. Se fare le notti buone in rada era una scelta, farci le notti cattive era una necessità, per la saturazione dei porti. Chiaramente, quei 60 e passa giorni e notti passati nelle spesso affollate rade della Corsica non stati tutti di previsioni e tempo ok !
Non so che tipo di crociere sei abituato a fare, e magari non è nemmeno importante: la saggezza e la corretta valutazione delle situazioni, anche marinaresche, non dipende certo esclusivamente da quanto e come una persona sta in mare; anzi, a volte sospetto che più ci stiamo, nelle situazioni, e peggio le vediamo.

Comunque io voglio stare in mare, possibilmente anche nella stagione affollata, che non a caso è la più bella, e per farlo in sicurezza e rispettando le persone che si affidano a me ho bisogno di avere determinate attrezzature e di adottare determinati comportamenti.

Su queste fondamentali (credo) oggettività si può inserire certamente una certa variabilità nella percezione soggettiva, e io forse certe cose le sento con più forza di altri. Per esempio il comportamento delle barche nel Fastnet del '79, o l' affondamento del Silvia (qualche anno fa', otto istruttori e capi istruttori di Utopia partiti da Portoferraio per Marciana Marina, una diecina di miglia lungo costa, una successione impressionante di errori e quattro sopravvissuti), o le molte diecine di barche affondate o spiaggiate (per non parlare di quelle gravemente danneggiate) in Corsica in una sola notte verso Ferragosto del '95 o '96, o altre vicende che in mare sono capitate, mi hanno lasciato un segno. Tante vicende non credo mi sarebbero potute capitare, ma altre è solo un caso che non abbiano aggredito anche me. Molti altri certamente si sono emozionati meno di me per quelle vicende, o per le tante altre di cui ciascuno è a conoscenza e fa tesoro. Ma, ti ripeto, credo che alla fine è la razionalità, e non l' emotività, che gestisce le mie scelte nautiche, e la mia passione per la motorizzazione doppia.

Invece, per mckewoy, la storiella è divertente, anche se contribuisce poco alla discussione.
Mi chiedo che penserebbe il tizio a una eventuale gravidanza della moglie.
Griderebbe al miracolo o si gratterebbe perplesso la testa?Big Grin

Saluti
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-11-2010 23:41 da Stefano Di.)
19-11-2010 22:59
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RMV2605D Offline
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Perché ora voglio due motori
Vuoi una barca che si inclini poco, senza bow-truster ma con due motori completamente indipendenti, con una grande abitabilità....non sei il solo.... ci sono tanti che amano i catamarani, prendine uno anche tu e sii felice!


Big GrinBig GrinBig Grin
20-11-2010 04:30
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gaspare.agate Offline
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Perché ora voglio due motori
Stefano Di, non c'è lo fatta a leggere tutto,
io sono uno che ha una barca a vela in acciaio con deriva mobile di 11,25 ed indovina un pò? con due nanni 29,9 completamente indipendenti l'uno dall''altro, cioè due line d'assi inmpianti elettrici separati ecc...
Ogni cosa a qualche contro: cioè cabina di poppa piccola, due motori doppio spazio e manutenzione a due motori. Ma vuoi la soddisfazione dopo che avevamo rifiutato il posto barca nel marina di Teulada ed il tipo ci aveva infilato la cima del suo barchino nell'elica e già pensava 'ora saranno costretti a dormire qui' noi abbiamo semplicemente detto pazienza spegniamo un motore e con l'altro andiamo in rada. e lui come avete due motori e noi Siiiiiiiiiii.Big Grin
Per la costa mi dispiace deluderti, ma quando sono vicino alla costa con un giocattolo di 12 tonellate vado in fibrillazione e poi c'è la CP che quando ti vede sottocosta deve venire a multarti, è più forte di loro.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-11-2010 04:58 da gaspare.agate.)
20-11-2010 04:51
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mckewoy Offline
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Messaggio: #7
Perché ora voglio due motori
la storiella divertente non contribuisce affato alla discussione. che credo sia conclusa con la lista dei desiderata alla quale non si comanda, non si obietta e che non si discute.

serviva a criarire il mio pensiero al riguardo.

se hai avuto occasione di leggermi avrai capito che sono un minimalista. già un motore mi sembra troppo.

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20-11-2010 05:06
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kermit Offline
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Perché ora voglio due motori
Ciao Stefano, ovviamente si rispettano tutte le opinioni ma con grande franchezza dopo aver letto appena 10 righe del tuo 'velapensiero' sono abbastanza inorridito ed ho ritenuto che fosse già abbastanza per considerare che siamo su due galassie differenti. Cordialità e Buon vento
20-11-2010 05:16
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mckewoy Offline
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Messaggio: #9
Perché ora voglio due motori
un motore entrobordo ed uno fuoribordo diesel da usare all'occorrenza sono due motori??

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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-11-2010 05:35 da mckewoy.)
20-11-2010 05:34
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Montecelio Offline
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Perché ora voglio due motori
Non ce l'ho fatta a leggere tutto, il problema è secondo me che tu vuoi una barca a vela con due motori, perchè non hai capito che le barche a vela, non hanno i motori, ma i motori ausiliari.
Se non ti entra in testa questa cosa...
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-11-2010 05:37 da Montecelio.)
20-11-2010 05:35
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infinity Offline
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Messaggio: #11
Perché ora voglio due motori
@ gaspare, ch ebarca hai?^? ha una serie di caratteristiche che me la rendono interessante....

ciao

Vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se tu non dovessi morire mai!
20-11-2010 05:35
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mikael Offline
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Perché ora voglio due motori
breve e conciso.....meglio senza albero che senza motore....
boh....Smiley39Smiley39Smiley39
20-11-2010 05:39
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kitegorico Offline
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Perché ora voglio due motori
Premetto di essere un velista della domenica; prima di lasciare l'ormeggio (soprattutto in crociera e anche per brevi trasferimenti) guardo almeno 5 siti meteo per farmi un'idea di quello che mi aspetta fuori. Però in effetti quest'estate in Grecia a nord di Fiscardo ci siamo trovati senza vento ma con un mare molto formato. Ovviamente siamo andati a motore, senza problemi. Non nascondo tuttavia che vedendo le onde che in lontanza si frangevano sulla costa ho dovuto sforzarmi per scacciare il pensiero delle eventuali conseguenze di un malfunzionamento del motore ... di quì però a pensare di avere un secondo motore.....
20-11-2010 07:03
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Palmitos way Offline
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Messaggio: #14
Perché ora voglio due motori
Non capisco. Se ti piace navigare sottocosta e il vento viene da terra la condizione è ottimale: il mare non ha ancora spazio per alzarsi, il vento è essenzialmente al traverso. Che c'è di meglio per una bella veleggiata?

but go easy...step lightly...stay free
20-11-2010 07:23
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Francopoggia Offline
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Messaggio: #15
Perché ora voglio due motori
In questo forum ,ricco di argomenti interessanti e discussioni profonde e dispensatrici di sani insegnamenti, si trovano sempre argomenti interessanti.
Sono daccordo con l'amico 'STEFANO DI' su tutto e anche sull'ordine delle priorità al riguardo dei problemi su di una barca a vela.
Vorrei ricordare che solo agli DEI DELLA VELA tra cui Moitessier e i vari solitari di un tempo e anche attuali come Di Benedetto, Soldini e i vari Cammas ecc..eccc. è permesso non avere problemi nella mancanza del motore, tanto il mare aperto è ampio e cura quasi tutti i mali basta avere tempo e pazienza (loro lo possono fare , ne hanno competenza e una buona dose di sana follia).
Ma a noi comuni mortali condizionati dal tempo materiale, a volte dalla fretta di arrivare e dalle comuni ansie , penso che ciò che ha scritto in questo argomento comunque trova una sua pertinenza e validità.
Ma ciò non toglie (e credo che l'autore l'ha specificato per bene)che anche le risposte contrarie e/o con dei distinguo abbiano il loro senso .
Quello che è bello in mare, è che EGLI è ampio e può ospitare tutti: i prudenti , i timorosi come me, gli esperti e anche gli spavaldi.
Buon vento a tutti
Franco
20-11-2010 19:12
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infinity Offline
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Messaggio: #16
Perché ora voglio due motori
Attenzione perchè spesso gli spavaldi si prndono delle 'sberle' (che ovviamente non raccontano) che gli fanno sporcare lungamente le mutande!!!


il mare non perdona esige sempre RISPETTO!

Vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se tu non dovessi morire mai!
20-11-2010 20:49
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Stefano Di Offline
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Messaggio: #17
Perché ora voglio due motori
Ciao cari.
Scusate il ritardo con cui rispondo a qualcuno.
Vedo che l' argomento non lascia indifferenti.

Per RMV2605D: non c' è bisogno che scrivi grosso. Più grosso scrivi e meno capisco. Avrei voluto risponderti con caratteri piccolissimi, ma lo scherzo non mi è riuscitoSmile. Non ho detto che voglio una barca che si inclini poco, anche se come tutti gli ex derivisti mi piacerebbe navigare piatto, ma so che per un monoscafo 'normale' questo è intrinsecamente impossibile; né ho detto che voglio una barca con grande abitabilità, e oltretutto a parità di costi e di qualità i cata non hanno tanta abitabilità in più rispetto ai monoscafi, e certamente non hanno più capacità di carico (per caricare il gasolio, ovviamenteBig Grin). Non gradisco, e questo è un discorso serio, che si attribuiscano, a me o ad altri, cose che non sono state dette, nemmeno cose innocenti e nemmeno per scherzo; non è ne il momento storico né la nazione per questo tipo di leggerezze. Il discorso catamarano è complesso; comunque non è la barca per me.

Grande Gaspare, con due motori! Anch'io sono incuriosito dalla tua barca. Riguardo alla vicinanza a costa, era chiaro che io flirto con la costa con vento di mare moderato e tempo buono, oppure con vento di terra. Credo che tu vada in fibrillazione quando hai tempo brutto dal largo, o no?
La CP è un problema italiano. Io ho la fortuna di avere la Francia vicinissima e la Spagna non lontanissima.

Kermit ... ohohohohSmile!... (sta per. “perbacco!' o qualcosa del genere). Non ho capito quali sono le poche righe che ti hanno fatto inorridire. Può darsi che su alcune cose siamo molto lontani; per altre certamente no. Sarei molto curioso di avere un tuo parere, preciso come al solito, su quello che ho detto nel suo complesso, e non solo su poche righe. Comunque non voglio farti inorridire la domenica, quindi se leggere tutto è troppo pesante, lascia perdere. Però corri il rischio che mi credi in un altra galassia, e io invece vivo, che so, nell' appartamento sotto al tuo, o sopra... chissà!
La conoscenza e la profondità sono spirali.
Cordialissimi saluti anche a te.

mckewoy, si, un FB in caso di avaria del principale ti supporta. Un problema è che più grande è la barca, meno la poppa segue l' onda, e così un FB rischia di uscire con l' elica dall' acqua o di entrarci col motore. Comunque su tutte le mie barche ho sempre inventato un qualche marchingegno a poppa che mi consentisse al bisogno di piazzarci l' FB del tender, e da un bel po' di tempo uso FB per il tender più potenti che posso ed a gambo lungo (ho appositamente modificato lo specchio di poppa del tender), proprio per migliorare l' efficienza di questo 'paracadute'. FB diesel esistevano, mi pare della Selva, non so se esistono ancora, ma avrebbero un peso e un costo notevoli.
Apprezzo il minimalismo, perlomeno in certe sue forme; non ti avevo mai letto, perché ultimamente ero stato lontano dal forum, ma avrei ugualmente potuto inquadrarti grazie al tuo motto 'Il Meglio è nemico del Bene'. Motto decisamente carino, anche se non sempre vero.
Il problema è che in alcune situazioni, anche se sei minimalista, non puoi essere minimo.
Io con la barca ho lavorato per 20 anni, come charter, e se fossi stato minimo non sarei stato professionalmente corretto.

Montecelio, menomale lo capisci tu al volo, senza bisogno di leggermi, cosa ho capito e cosa non ho capito. Poi magari me lo spieghi anche a me. Se me lo spieghi bene non c'è bisogno che tu me lo faccia entrare in testaSmile.

mikael, in questo gioco della torre direi che in genere si, meglio senza albero che senza motore. Dipende ovviamente da quanto è grosso il motore, e da altro ancora. Non sarebbe per esempio vero in una traversata dell' Aliseo.
Pensa che quando vengono a recuperarti in caso di avaria o di pericolo, lo fanno con barche a motore (o con elicotteri, non con deltaplani o alianti). E pensa che uno scafo di barca a vela con tanto di zavorra ha caratteristiche marine non inferiori a quelle di una buona pilotina, anzi. Uno scafo di barca a vela, ben motorizzato, anche se gli levi l' albero, si comporterà non certo peggio di una barca del salvataggio, no?
Io comunque preferisco averci anche l' albero. La vela mi diverte.

kitegorico, nel filmato che alleghi c'è la traversata a cui ti riferisci? Capisco la apprensione che hai provato. Mi hai fatto pensare al naufragio della nave Italia, sulle coste del Cile un centinaio di anni fa. Nave bellissima e seminuova, uno degli ultimi mercantili a vela della marineria Italiana. Zero vento, onda lunga dal largo e probabilmente una corrente superficiale verso riva, tipo quelle che ci ammonticchiano le meduse e le piume di gabbiano, per intendersi, e poi vanno a fondo e escono verso il largo. Nave senza motore a vapore, equipaggio limitato al minimo per risparmiare i costi, le tentarono di tutte, compreso rimorchiare la nave con le lance a remi. Niente. La nave finì lentamente a terra, dove le onde piano piano la distrussero. L' equipaggio tutto salvo, perché le condizioni non poi erano brutte. Solo avverse a quella nave.

Palmitos way, non hai forse registrato l' ambito di cui sto parlando, che era però ben chiaro. Se il vento di cui parli è 20 nodi non c'è niente di meglio che una bella veleggiata al traverso. A volte il vento però è a 40 nodi, la pressione diventa quadrupla, e già qualcuno si allarma. A 60 nodi (possono capitare, non dipende da noi, e come ti ho spiegato a volte siamo costretti a star fuori dai porti) la pressione sull' opera morta è nove volte quella che con 20 nodi, la stabilità della barca è già totalmente impegnata a contrastare il windage dell' albero, e non si può più tenere tela, né tantomeno bolinare, perlomeno non con le nostre barche. Ed anche su di un eventuale veleggiare romanticamente al traverso in quelle condizioni ci sono tantissime cose che sono molto più piacevoli, compreso farsi fare una multa per divieto di sosta o farsi otturare una carie dal dentista; per non parlare di una bella birra al bar. Provare per credere.

Francopoggia, si.

Infinity, è vero; come dicevo dobbiamo capire sempre l' ambito della discussione, prendere la misura al contesto di cui parliamo.

Buon vento a tutti.
21-11-2010 01:04
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caricabasso
Utente non regsitrato

 
Messaggio: #18
Perché ora voglio due motori
Scusami,non ce l'ho fatta a leggere tutto.
Ma quando dici un forte vento di terra che potrebeb spingerti pericolosamente al largo.
Ma....non hai le vele?
Risalire a motore con 50 nodi di vento è una condizione che va quasi oltre i limiti della navigazioen a motore.
Io li ho visti questi 50 e ti assicuro che navigare a motore controvento è estreammente difficile proprio per la visibilità.
In questi casi la timoneria interna non serve a nulla.
Quale barca hai avuto prima?
21-11-2010 01:31
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Palmitos way Offline
Senior utente

Messaggi: 1.216
Registrato: Apr 2010 Online
Messaggio: #19
Perché ora voglio due motori
Citazione:Stefano Di ha scritto:
Palmitos way, non hai forse registrato l' ambito di cui sto parlando, che era però ben chiaro.

Che tu stessi parlando dei 60 nodi era chiaro.
mi sembra però sbagliato commisurare le proprie forze e possibilità ad una situazione che è estrememente rara.
Delle due una: o si è professionisti della vela (sportivi, non charteristi) e allora la barca sarà certamente preparata ad affrontare le situazioni più impegnative si, ma con le vele; o si esce per diporto, concetto che porta con se tutta una serie di cautele ed attenzioni.
Il diportista si trova molto raramente nei 60 nodi (non 25, 30, chiaro), probabilmente alla stragrande maggioranza degli iscritti non è mai capitato. In quei casi si mettono in atto tutte le conoscenze mirate alla sopravvivenza e null'altro. Anche qui le soluzioni prevedono l'utilizzo di ancore galleggianti (per chi le apprezza) e tormentine per cercare la cappa. Ma c'è ancora un fattore che fa preferire l'uso di piccole vele ad un motore ausiliario ed è l'equilibrio della barca, problema di relativa incidenza sulle barche a motore dove non c'è l'albero.
Continuo comunque a credere che nessuno di noi esce quando il vento fischia a 30/40 nodi (io personalmente dai 20 in sopra mi fermo alla trattoria del porto..). Capita di essere sorpresi in mare, ma la vera sorpresa di solito è estiva e non dura più di un'oretta: essere colti in mare da una buriana di 4 giorni è cosa da incoscienti, fatto puramente personale.

but go easy...step lightly...stay free
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21-11-2010 02:02 da Palmitos way.)
21-11-2010 01:59
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LorenzoL Offline
Amico del forum

Messaggi: 130
Registrato: Sep 2008 Online
Messaggio: #20
Perché ora voglio due motori
In 4 anni di navigazione intorno al mondo 60 nodi in navigazione credo di non averli mai visti (non avevo l'anemometro ma ne ho visti 50 certi).

In ogni caso con 60 nodi veri (non la singola raffica) non si va contro vento ne a vela ne tanto meno a motore perchè c'è un mare infernale.

In poppa la differenza tra andare a motore e a vela è che la potenza del motore è costante, mentre quella della vela aumenta con il (quadrato) del vento. In poppa con le onde sollevate da un vento da 60 nodi occorre molta potenza per non farsi traversare.
21-11-2010 02:24
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