[attachment=19288] cari amici della vela, vi sottopongo un caso di studio interessante: nella foto allegata vedete un passascafo spezzato di un nauticat 33 del 1980, recentemente acquistato da un mio amico. Fortunatamente l'incidente è avvenuto a barca alata, ma la cosa inquietante è che si è spezzato non a seguito di chissà quale grave urto, ma con pochi e delicati colpetti di pinza sulla maniglia della valvola, che era bloccata. Ora: va bene che la barca è datata e da ristrutturare, va bene che valvole e passascafi sono da cambiare ogni 15 anni, ecc. Ma è davvero plausibile secondo voi che un incidente del genere sia dovuto alla mera vetustà del passascafo? O ci può essere dell'altro? (Sollecitazioni ripetute, vibrazioni, ecc?) Inoltre: ho sentito parlare di una sorta di fenomeno di "cristallizzazione" cui sarebbe sottoposto l'ottone dopo molto tempo a contatto con l'acqua di mare, che lo renderebbe fragile. È una leggenda metropolitana o ci potrebbe essere del vero, secondo voi? In attesa delle vostre considerazioni, Buon Vento! Ermanno Di Ronco
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Cambiare passascafi e valvole ogni 15 anni non è la regola. Magari dipende dal loro materiale, quelle in vetroresina rinforzata come quelle della Randex o in bronzo forse, ma se sono in ottone devi almeno dimezzare i tempi. Per sicurezza ad ogni Rina.
Caspita!
Ho i turaccioli di legno a bordo, colgo l'occasione per fare un tuffo e andarli a provare e numerare, per fortuna (a questo punto) la mia barca ne ha solo due prese a mare... Oltre al saildrive
(29-05-2016 01:37)Ermanno78 Ha scritto: [ -> ]cari amici della vela, vi sottopongo un caso di studio interessante: nella foto allegata vedete un passascafo spezzato di un nauticat 33 del 1980, recentemente acquistato da un mio amico. Fortunatamente l'incidente è avvenuto a barca alata, ma la cosa inquietante è che si è spezzato non a seguito di chissà quale grave urto, ma con pochi e delicati colpetti di pinza sulla maniglia della valvola, che era bloccata. Ora: va bene che la barca è datata e da ristrutturare, va bene che valvole e passascafi sono da cambiare ogni 15 anni, ecc. Ma è davvero plausibile secondo voi che un incidente del genere sia dovuto alla mera vetustà del passascafo? O ci può essere dell'altro? (Sollecitazioni ripetute, vibrazioni, ecc?) Inoltre: ho sentito parlare di una sorta di fenomeno di "cristallizzazione" cui sarebbe sottoposto l'ottone dopo molto tempo a contatto con l'acqua di mare, che lo renderebbe fragile. È una leggenda metropolitana o ci potrebbe essere del vero, secondo voi? In attesa delle vostre considerazioni, Buon Vento! Ermanno Di Ronco
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l'ottone non cristallizza, ma con il tempo e causa fenomeni corrosione elettrochimica, il rame contenuto nella lega, che gli da robustezza, emigra all'esterno (si nota quando si vede il classico colore verde all'esterno) e la lega di conseguenza perdendo le sue caratteristiche originarie, si indebolisce.
Su queste cose non esiste risparmiare. Prese a mare solo Blakes nella mia barca. Ho sostituito due anni fa quelle del 1979 che peraltro non davano segni di cedimento.
NON E' UNA LEGGENDA METROPOLITANA!
A questo proposito sono tante le discussioni che hanno trattato l'argomento.
Vale la pena di ricordare che alla visita RINA gli ispettori fanno cambiare i passascafi ma non indicano nessuna normativa di riferimento.
Sulle pagine di ADV, invece, l'argomento è trattato in maniera esauriente anche dal punto di vista tecnico.
In questo caso (come in tanti altri), ADV supera ampiamente RINA e normative varie scritte da funzionari che non hanno mai messo piede in banchina.
Se vuoi, nel campo "ricerca", digita
passascafi e ti verranno proposte tutte le informazioni del caso.
Fra le tante discussioni, una è questa:
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Buona lettura.
e.... B.V.
Molto interessante! Dopo quanto accaduto ieri sul nauticat del mio amico, che mi ha aperto gli occhi su un fenomeno che francamente nemmeno immaginavo, stamattina ho contattato l'ex armatore della mia Solidea, pilot cutter del 1984, per chiedergli info sui miei passascafi: poiché lui lavorava proprio nel settore valvole marine mi ha confermato il perfido fenomeno della "migrazione" del rame dall'ottone di cui giustamente parla Mania 2. Proprio per questo motivo, quando costruì la barca 32 anni fa, approfittando delle conoscenze nel settore installò passascafi in acciaio inossidabile maggiorati, che mi consiglia di non sostituire in quanto praticamente eterni, qualsiasi alternativa attualmente in commercio sarebbe decisamente più scarsa. Sarei per seguire il suo consiglio, essendo peraltro la mia barca un natante non soggetto alle ispezioni Rina. Voi che ne pensate?
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Io ho grande fiducia nell'inox, maggiore nel bronzo ma di anno in anno confido sempre di più nei polimeri (plasticaccia) da cambiare ogni 3, 4 anni.
Ci sono altre cose che in barca nessuno cura e da per scontate: gli ombrinali del pozzetto dove presenti, ad esempio.
Sono in VTR e non sono mai protetti dalla roba stivata nel gavone.
Magari, hanno 30 o 40 anni e stanno li, indisturbati; aggiungerei come una pistola carica nel comodino.
(29-05-2016 15:00)Ermanno78 Ha scritto: [ -> ]Molto interessante! Dopo quanto accaduto ieri sul nauticat del mio amico, che mi ha aperto gli occhi su un fenomeno che francamente nemmeno immaginavo, stamattina ho contattato l'ex armatore della mia Solidea, pilot cutter del 1984, per chiedergli info sui miei passascafi: poiché lui lavorava proprio nel settore valvole marine mi ha confermato il perfido fenomeno della "migrazione" del rame dall'ottone di cui giustamente parla Mania 2. Proprio per questo motivo, quando costruì la barca 32 anni fa, approfittando delle conoscenze nel settore installò passascafi in acciaio inossidabile maggiorati, che mi consiglia di non sostituire in quanto praticamente eterni, qualsiasi alternativa attualmente in commercio sarebbe decisamente più scarsa. Sarei per seguire il suo consiglio, essendo peraltro la mia barca un natante non soggetto alle ispezioni Rina. Voi che ne pensate?
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Non ho esperienza diretta, ma ho letto qui su Adv che l'inox può' dare problemi con carenza di ossigeno... ( ad es barca ferma e acqua stagnante all'interno dei passascafi)...
Certo se chi li ha montati era del settore......
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ho sentito parlare di una sorta di fenomeno di "cristallizzazione" cui sarebbe sottoposto l'ottone dopo molto tempo a contatto con l'acqua di mare
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il perfido fenomeno della "migrazione" del rame dall'ottone
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L'ottone non "cristallizza" e nemmeno il rame "migra", il fenomeno e' molto piu' banale: l'ottone e' una lega prevalentemente di rame e zinco che offre il grosso vantaggio di essere realizzata mediante "sinterizzazione" che e' un processo in cui si utilizza una miscela dei due metalli ridotti in polvere sottile che viene pressata a caldo nello stampo, grazie all'azione combinata del calore e della pressione i granuli dei due componenti si fondono all'interfaccia e si saldano perfettamente fra di loro, all'atto del rilascio della pressione il materiale solidifica quasi istantaneamente permettendo un'alta (ed economica) produttivita'.
Se, per ragioni di economia si e' usata una miscela priva di aggiunte di stagno o piombo (che comportano temperature e tempi maggiori nella lavorazione) quello che si ottiene non e' propriamente un materiale perfettamente omogeneo ma una struttura in cui vi sono parti (microzone) piu' ricche di rame e parti piu' ricche di zinco: in pratica si ha una struttura reticolare di una miriade di microcoppie rame-zinco che immerse in un elettrolita adatto (l'acqua di mare) operano come pile galvaniche e iniziano a dissolvere la parte con piu' zinco lasciando una fragile struttura (una specie di spugna) di solo rame (per questo sembra che il rame affiori), con il tempo il processo puo' arrivare (arriva) agli effetti catastrofici che si sono osservati.
Esistono ottoni specificamente formulati per l'impiego in ambiente marino, contengono un'aggiunta di stagno (1% circa e altri componenti minori) e vengono fusi a temperature un po' piu' alte per migliorare la miscelazione, tali ottoni (il piu' comune e' definito "ammiragliato", definito OTS-70 con composizione Cu 70%, Zn 29%, Sn 1%) sono molto piu' duraturi e sicuri (mai eterni).
Grazie Iansolo, spiegazione scientifica ed esaustiva! Per quanto riguarda invece l'acciaio inossidabile che ne pensi?
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(29-05-2016 10:07)mania2 Ha scritto: [ -> ] (29-05-2016 01:37)Ermanno78 Ha scritto: [ -> ]cari amici della vela, vi sottopongo un caso di studio interessante: nella foto allegata vedete un passascafo spezzato di un nauticat 33 del 1980, recentemente acquistato da un mio amico. Fortunatamente l'incidente è avvenuto a barca alata, ma la cosa inquietante è che si è spezzato non a seguito di chissà quale grave urto, ma con pochi e delicati colpetti di pinza sulla maniglia della valvola, che era bloccata. Ora: va bene che la barca è datata e da ristrutturare, va bene che valvole e passascafi sono da cambiare ogni 15 anni, ecc. Ma è davvero plausibile secondo voi che un incidente del genere sia dovuto alla mera vetustà del passascafo? O ci può essere dell'altro? (Sollecitazioni ripetute, vibrazioni, ecc?) Inoltre: ho sentito parlare di una sorta di fenomeno di "cristallizzazione" cui sarebbe sottoposto l'ottone dopo molto tempo a contatto con l'acqua di mare, che lo renderebbe fragile. È una leggenda metropolitana o ci potrebbe essere del vero, secondo voi? In attesa delle vostre considerazioni, Buon Vento! Ermanno Di Ronco
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l'ottone non cristallizza, ma con il tempo e causa fenomeni corrosione elettrochimica, il rame contenuto nella lega, che gli da robustezza, emigra all'esterno (si nota quando si vede il classico colore verde all'esterno) e la lega di conseguenza perdendo le sue caratteristiche originarie, si indebolisce.
Diciamo è che lo zinco che lo compone se ne va e rimane il rame che,se lo guardassi al microscopio,avrebbe l'osteoporosi
(sorry,ho visto dopo la spiegazione di iansolo )
BV
L'acciaio inossidabile subisce, in determinate circostanza, una azione disgregante chiamata "pitting".
In Italiano si chiama camolatura o vaiolatura e nelle leghe austenitiche avviene quando la passivazione del metallo viene intaccata dalla presenza di ioni che ....perforano la struttura.
Non si vede nulla, e il metallo ti resta in mano.
Ovviamente, non è una buona cosa.
Nessun inossidabile può competere in termini di sicurezza con del bronzo lavorato di asportazione truciolo.
La scelta della plastica, incredibilmente, resta la più sicura (secondo me).
Sai che ogni tre anni la cambi, ma in questi tre anni nessuna sorpresa.
Dimenticavo....
Dei passascafi in duplex, fatti a macchina e portati a teflonare sono eterni.
E' esattamente la tecnica delle piattaforme petrolifere: dopo 30 anni, tutto è come prima.
(31-05-2016 20:27)falanghina Ha scritto: [ -> ]L'acciaio inossidabile subisce, in determinate circostanza, una azione disgregante chiamata "pitting".
In Italiano si chiama camolatura o vaiolatura e nelle leghe austenitiche avviene quando la passivazione del metallo viene intaccata dalla presenza di ioni che ....perforano la struttura.
Non si vede nulla, e il metallo ti resta in mano.
Ovviamente, non è una buona cosa.
Nessun inossidabile può competere in termini di sicurezza con del bronzo lavorato di asportazione truciolo.
La scelta della plastica, incredibilmente, resta la più sicura (secondo me).
Sai che ogni tre anni la cambi, ma in questi tre anni nessuna sorpresa.
Grazie falanghina! Il "pitting" è un termine che, pur rimandando a piacevoli ricordi adolescenziali, in questa accezione mi inquieta non poco
ma quali sono queste circostanze in cui si può verificare? Sono rare o frequenti? Soprattutto: dipendono dal tempo, dalla qualità (e tipo) di inox o da fattori esterni?
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(31-05-2016 20:39)Ermanno78 Ha scritto: [ -> ]...
Grazie falanghina! Il "pitting" è un termine che, pur rimandando a piacevoli ricordi adolescenziali, in questa accezione mi inquieta non poco ...
Caro Ermanno, se non ti trastullavi con qualche maniglia di inox, il termine era...petting.
Detto questo, non c'è una regola fissa.
La corrosione alveolare scaturisce per in azione di cloruri, e tutti sappiamo che oltre al cloruro di sodio la barca potrebbe dispensare di ogni.
Se non hai di meglio da fare, ecco dove documentarti approfonditamente
http://www.centroinox.it/sites/default/f...i/243A.pdf
Eh, lo so bene che era con la "e"! inoltre si fa in due, non so se per i più perversi possa contemplare valvole, ombrinali ecc ma di certo non è una pratica onanistica [SMILING FACE WITH OPEN MOUTH AND COLD SWEAT][SMILING FACE WITH OPEN MOUTH AND COLD SWEAT][SMILING FACE WITH OPEN MOUTH AND COLD SWEAT] meglio non continuare altrimenti ci bannano x OT [SMILING FACE WITH OPEN MOUTH AND COLD SWEAT][SMILING FACE WITH OPEN MOUTH AND COLD SWEAT][SMILING FACE WITH OPEN MOUTH AND COLD SWEAT] grazie del link, me lo studio volentieri! La mia Solidea ha lo scafo in ferrocemento, in teoria l'opera viva dovrebbe per sua stessa natura essere esente da rischi di infiltrazioni o cessioni di sostanze strane, tuttavia la cosa va approfondita.
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Beh, con lo scafo in ferrocemento l'idea di usare inox lavorato a macchina e protetto con teflon potrebbe essere interessante.
Lo sai che la tecnologia del ferrocemento è italiana? E fu brevettata da una dei più grandi architetti italiani: Nervi.
"Non si vede nulla, e il metallo ti resta in mano."
Inox signo vinces! Beati voi che vi fidate.
Un arridatoio inox da 8mm non mi piaceva mia figlia,
allora esile 15enne: dici che non va? prova a mano e
l'ha spezzato come un grissino!
Solo Jan ha le idee chiarissime, dategli retta!
(31-05-2016 21:41)oudeis Ha scritto: [ -> ]"Non si vede nulla, e il metallo ti resta in mano."
Inox signo vinces! Beati voi che vi fidate.
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