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Versione completa: Calza del gennaker
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(21-12-2016 14:42)osef Ha scritto: [ -> ]
(15-12-2016 12:46)Giancarlo Rossi Ha scritto: [ -> ]Buongiorno e buon vento a tutti
Ho appena fatto fare un gennaker per la mia barca (Classis 35). Ho avuto esperienze graftificanti con questa vela con la precedente "bimba" uno show29 e ho voluto farmi questo regalo di Natale.
Sullo show29 il gennaker stava dentro un sacco e si issava direttamente dal sacco dove anche si riponeva quando non serviva più ammainandolo quasi come uno spi.
Adesso mi hanno fornito la famosa "calza" che dovrebbe rendere tutto più semplice considerando che io ho numerosi anni in più e che l'equipaggio non è di regatanti ma di famiglia intesa come la mia compagna, me e spesso una coppia di amici.
Ho sentito però che bisogna stare attenti con la calza perché a volte si intriga e diventa complicato riuscire a chiudere la vela.
Qualcuno ha avuto esperienze in riguardo??
Qualcuno può darmi suggerimenti per evitare questo problema??
Grazie a tutti

Qui c'è uno che chiede consigli su come usare la calza che ha già. È meglio non complicarsi la vita.
Di quale pastecca si parla? Non serve alcuna pastecca.
Ripeto: personalmente ammaino sulle stesse mura dell'iissata, se non è possibile ad esempio per un rinforzo di vento, per non rischiare una strambata che potrebbe non venire e decido di ammainare è chiaro devo andare a prua a fare passare le cimette ma poi torno a piede d'albero per chiudere seduto la calza.
Come chiede Giancarlo Rossi in equipaggio famigliare la calza è comoda ovvio il frulino sarebe il top ma costa triplo


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su un Classis 35 anche solo il doppio Smiley2
Capiamoci: La calza scorre sulla vela i cui vincoli sono drizza e mura, ne consegue che la calza scende dalla testa d'albero verso la mura e non verso il piede dell'albero. I primi metri potete sedervi dove volete ma per chiudere tutta la vela o vi fate mollare la mura oppure a prua dovete andarci. Il bozzello apribile (pastecca) si fissa appunto nei pressi della mura e consente al circuito della calza di essere deviato verso poppa.
Secondo me tu non l'hai mai provato. Tanto meno da solo.

E' chiaro che si deve aprire la mura, dopo aver sventato il genn con la randa, al gran lasco. Ma neanche tanto (gran): così se prende un po di vento sta bello teso e si infila nella calza che scende senza attorcigliamenti, comodo e già pronto per la prossima issata.
La calza chiusa con dentro il gennaker arriva ad inglobare solo fino alla bugna, cioè è lunga come la balumina. Rimane fuori un triangolo di tela tra base e ralinga fino alla mura. Quindi puoi stare arretrato nell'operazione di chiusura.
Una volta chiusa non ci sono più problemi di "svolazzamento". Tornato in pozzetto si apre la drizza e si accompagna la calza che si abbiscia sulla coperta. Personalmente do volta ad un winch alla drizza e, tenendola in mano, aiuto la calza ad abbisciarsi direttamente dentro al sacco.

La pastecca che dici penso sia per evitare di dover far passare a mano il circuito delle scottine a pruavia dello stallo ma effettivamente una bella complicazione.


za
La perplessità é reciproca... Di lasco, molli la mura, la vela si alza come un aquilone, la zona della penna é quasi orizzontale e dall'albero abbassi la calza?! Si, con 5 nodi di apparente dovrebbe funzionare.
Mollare la mura è un errore comune
Dipende da quanto e quando la molli.
Personalmente la apro e filo circa 1 metro (se non è già alta relativamente all'andatura, es. gran lasco).
Quindi inizio l'operazione di chiusura della calza, che è molto veloce. La base tutta libera più il metro di mura lascata, permetta alla calza di penzolare diritta dietro alla randa. Alla fine passo alla drizza.
Se voglio abbisciarla direttamente nel sacco riapro la mura per mettere dentro subito la parte libera della vela.
Ovvio che dipende anche dal vento.
Ma al riguardo, per spezzare ulteriormente una lancia a favore della calza, devo dire che, con la tranquillità dell'ammainata, mi permette di portare il gennaker anche con venti che prima non affrontavo. Al primo rinforzo andavo ad toglierlo.
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