Ti ringrazio molto di aver attirato la mia attenzione su questo passo. Avevo gia' usato il manuale per un madiere ma non avevo visto questa appendice. Avevo le istruzioni sotto agli occhi! Come piccolo ringraziamento verso il forum ho tradotto in italiano l'appendice. Non so se c'è una sezione dove si può postare.
(13-05-2017 09:02)marcofailla Ha scritto: [ -> ]manuale West System...
http://www.westsystem.com/ss/assets/HowT...enance.pdf
pagina 84 appendice C
non ci sono andato lontano....
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Ecco le foto, come si vede ci siamo fermati al woven roving rimuovendo 3 strati di mat (si chiama stuoia in italiano? è quello grosso fatto con gruppi di fibre intrecciate che di solito viene intervallato a mat). Dalla foto della presa a mare si capisce un po' lo spessore del mat tolto (anche se lì in realtà può darsi che ce ne fosse di piu'). La carena non è stata ancora pareggiata con la roto-orbitale e le prese a mare non sono state ancora rimosse.
pensi di togliere il bulbo?
sembra molto "secco" potresti anche incominciare con un impregnante epossidico
(19-05-2017 18:41)robertobaffigo Ha scritto: [ -> ]sembra molto "secco" potresti anche incominciare con un impregnante epossidico
Se ti riferisci al bianco sì ci sono ancora della macchie che credo di dover togliere. L'altro giorno abbiamo disegnato un reticolato e misurato l'umidità nei vari quadrati. Sulla opera morte ci dà un valore 10-12 nella prima metà siamo a 17 quindi abbastanza bene ma scendendo ci sono dei punti in cui arriva 40 per cui tocca aspettare (lo strumento è un Dortmann pinless che ci hanno prestato). Quando sarà l'idea era per prima cosa di impregnare di epossidica e poi bagnato su bagnato dare epossidica con microfibre per pareggiare il piu' possibile, poi 2-3 starti di tessuto e poi il resto del trattamento Cecchi.
(19-05-2017 17:54)Francesco Ha scritto: [ -> ]pensi di togliere il bulbo?
Veramente no, ne lo mai sentita
sarebbe per dare continuità strutturale alla rilaminazione, me lo disse un perito
(26-05-2017 18:58)Francesco Ha scritto: [ -> ]sarebbe per dare continuità strutturale alla rilaminazione, me lo disse un perito
Mah... mi sembra senza senso. Gli gli strati di mat tolti partivano dalla fiancata per finire sui due lati del bulbo stesso fazzolettandolo. Questi vanno rimpiazzati con tessuto nella stessa posizione. Se togli il bulbo che guadagni? Butti solo un paio di migliaia di euro.
Si sta avvicinando il momento degli acquisti. Volevo chiedere il motivo per cui qualcuno sconsigliava il biassiale (la fibra non intessuta ma incollata) al posto del tessuto tradizionale. Lo dico perché il biassiale in teoria dovrebbe essere piu' forte e inoltre quello da 300 g costa circa 300 euro per 100 mq mentre il tessuto da 290 g (ho trovato sinora solo il twill) costa 650 euro. Forse è piu' difficile da stendere?
il biassiale segue bene le forme della carena quindi si stende bene ma...si impegna molto molto male a mano, fai conto che ti ci vorrà molta più resina a danno delle proprietà strutturali del laminato, perciò il vantaggio strutturale per il lavoro che devi fare secondo me non esiste
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Perdonami se insisto, a meno che voi non vi attrezziate con il vuoto il tessuto da 290 g è troppo pesante per laminare decentemente a testa in su, figuriamoci il biassiale (come dice marco è praticamente impossibile usarlo bene senza vuoto)!
Cerca del tessuto tra i 150 e 200 g e in confronto sarà una passeggiata ....
P.s. Con 100 mq fai tutta la carena di almeno due barche, è vero che in proporzione i tessuti leggeri costano di più, ma così a occhio vi bastano e avanzano 20 mq....
Buon lavoro
Piccolo aggiornamento. Abbiamo continuato i lavori di frullinatura, scavando anche nelle stuoie nei punti dove dava umidità trovano liquido in quasi tutti. Ci siamo ritrovati alla fine con la bellezza di 89 crateri dai 5 ai 30 cm e spesso arrivando quasi a bucare la barca per arrivare al liquido (in 4 casi abbiamo effettivamente bucato). Ho l'impressione che in questi casi l'acqua fosse arrivata dall'interno il che spiegherebbe perché scavavamo mezzo centimetro di vetroresina buona per arrivare al tessuto delaminato con il liquido (praticamente la stuoia finale). L'altro motivo è che questi punti di delaminazione profonda era quasi tutti a prua dove c'era il serbatoio dell'acqua e lungo la sentina. Quando abbiamo comprato la barca mi ricordo che c'era l'acqua dentro, oblò e passa uomo facevano passare l'acqua e probabilmente è rimasta anni in secca con l'acqua piovana dentro. Dopodiché abbiamo ripianato i crateri con epossidica e tessuto. Finalmente da una settimana abbiamo grattato tutto ed iniziato a stendere i due strati di tessuto da 300 grammi (temo biassiale per qualche motivo alla fine ci siamo trovati quello), piu' degli ulteriori strati in alcuni punti (vicino al bulbo, lungo la chiglia e a prua). Ci stiamo trovando bene con strisce larghe 65 cm (metà della larghezza del rotolo) e lunghe quando la murata quindi anche due metri arrotolate a secco su un tubo. Se dopo aver dato la resina si aspetta una mezzora il tessuto si appiccica subito mentre lo strotoli. Dopodiché lo impregnamo con rullo (o pennello nei punti piu' ostici) finchè non diventa completamente trasparente, eliminando bolle d'aria e eccessi di resina. Sui due strati diamo subito una stuccatura di stucco epossidico in modo da ridurre al massimo la grattatura. Adesso siamo a metà barca, finito il tutto, gratteremo leggermente la stuccatura, faremo una seconda passata, poi daremo altri due - tre strati di epossidica, poi primer e antivegetativa.
(28-09-2017 21:21)corto-armitage Ha scritto: [ -> ]Piccolo aggiornamento. Abbiamo continuato i lavori di frullinatura, scavando anche nelle stuoie nei punti dove dava umidità trovano liquido in quasi tutti. Ci siamo ritrovati alla fine con la bellezza di 89 crateri dai 5 ai 30 cm e spesso arrivando quasi a bucare la barca per arrivare al liquido (in 4 casi abbiamo effettivamente bucato). Ho l'impressione che in questi casi l'acqua fosse arrivata dall'interno il che spiegherebbe perché scavavamo mezzo centimetro di vetroresina buona per arrivare al tessuto delaminato con il liquido (praticamente la stuoia finale). L'altro motivo è che questi punti di delaminazione profonda era quasi tutti a prua dove c'era il serbatoio dell'acqua e lungo la sentina. Quando abbiamo comprato la barca mi ricordo che c'era l'acqua dentro, oblò e passa uomo facevano passare l'acqua e probabilmente è rimasta anni in secca con l'acqua piovana dentro. Dopodiché abbiamo ripianato i crateri con epossidica e tessuto. Finalmente da una settimana abbiamo grattato tutto ed iniziato a stendere i due strati di tessuto da 300 grammi (temo biassiale per qualche motivo alla fine ci siamo trovati quello), piu' degli ulteriori strati in alcuni punti (vicino al bulbo, lungo la chiglia e a prua). Ci stiamo trovando bene con strisce larghe 65 cm (metà della larghezza del rotolo) e lunghe quando la murata quindi anche due metri arrotolate a secco su un tubo. Se dopo aver dato la resina si aspetta una mezzora il tessuto si appiccica subito mentre lo strotoli. Dopodiché lo impregnamo con rullo (o pennello nei punti piu' ostici) finchè non diventa completamente trasparente, eliminando bolle d'aria e eccessi di resina. Sui due strati diamo subito una stuccatura di stucco epossidico in modo da ridurre al massimo la grattatura. Adesso siamo a metà barca, finito il tutto, gratteremo leggermente la stuccatura, faremo una seconda passata, poi daremo altri due - tre strati di epossidica, poi primer e antivegetativa.
Alla fine sarai pronto a costruirti una barca nuova, bravo!
scusami ma non ho letto tutto. Sarebbe intressante anche sapere il modello di barca e soprattutto l,anno di costruzione,perche ho visto ancora danni del genere provocati dall'osmosi in barche costruite anni ottanta novanta,ma per arrivare a questo punto bisogna darsi da fare .
se posso suggerire, alcuni video utili su questi lavori in carena li trovi su youtube cercando cecchi gustavo.
non credo sia pubblicità perché è come citare la coca-cola
Datti un'occhiata anche ad un video su allungamento di un timone, spiegano molto bene come va utilizzato il mat e la stuccatura epossidica con spatola dentata, sicuramente la soluzione ideale per il lavoro che stai facendo.
Non ti impressionare, vedrai che tornerà bella come prima
Buon lavoro
Grazie degli auguri! La barca è un Classis 35 Lady Laura del 1982. Ieri abbiamo fatto un altro quarto (2 teli e stuccatura), oggi se siamo bravi (dubito, perché c'è già un andazzo "io ho una festa", "io arrivo alle 11", "io vado via alle 16"), finiamo.
Io sono allibito da come viene affrontato un lavoro strutturale come questo. Qui non si tratta di fare spessore e basta ma di ripristinare l'integrità strutturale della barca. I tessuti andrebbero messi secondo una direzione precisa e secondo i piani di stratificazione originale.
Ad esempio se ho capito bene, state procedendo con tessuto biassiale da 300 in strisce verticali da soli 65cm. Se non opportunamente stratificato da altro tessuto "incrociato" rispetto alle direzioni principali ora, vi state per ritrovare con una ridotta rigidità longitudinale nei punti di giuntura. L'intera struttura sarà molto più debole nel senso longitudinale che sono le forze da sostenere scendendo dall'onda e che si contrappongono al peso del bulbo (tando per dire).
Avreste fatto molto meglio a seguire il consiglio di stratificare con tessuti leggeri in più strati dalla lunghezza massima possibile. Il biassiale andava messo lungo la carena da prua a poppa in strisce sovrapposte di almeno 20-30cm ed usando il vuoto.
(01-10-2017 14:37)velas Ha scritto: [ -> ]Io sono allibito da come viene affrontato un lavoro strutturale come questo. Qui non si tratta di fare spessore e basta ma di ripristinare l'integrità strutturale della barca. I tessuti andrebbero messi secondo una direzione precisa e secondo i piani di stratificazione originale.
Ad esempio se ho capito bene, state procedendo con tessuto biassiale da 300 in strisce verticali da soli 65cm. Se non opportunamente stratificato da altro tessuto "incrociato" rispetto alle direzioni principali ora, vi state per ritrovare con una ridotta rigidità longitudinale nei punti di giuntura. L'intera struttura sarà molto più debole nel senso longitudinale che sono le forze da sostenere scendendo dall'onda e che si contrappongono al peso del bulbo (tando per dire).
Avreste fatto molto meglio a seguire il consiglio di stratificare con tessuti leggeri in più strati dalla lunghezza massima possibile. Il biassiale andava messo lungo la carena da prua a poppa in strisce sovrapposte di almeno 20-30cm ed usando il vuoto.
Dalla descrizione sembra che abbiano tolto solo matt....
(01-10-2017 17:26)robertobaffigo Ha scritto: [ -> ]Dalla descrizione sembra che abbiano tolto solo matt....
Si, ma dopo prosegue e cito :
Citazione:Ci siamo ritrovati alla fine con la bellezza di 89 crateri dai 5 ai 30 cm e spesso arrivando quasi a bucare la barca per arrivare al liquido (in 4 casi abbiamo effettivamente bucato). Ho l'impressione che in questi casi l'acqua fosse arrivata dall'interno il che spiegherebbe perché scavavamo mezzo centimetro di vetroresina buona per arrivare al tessuto delaminato con il liquido (praticamente la stuoia finale)
Non credo che il tuo discorso stia in piedi. I due-tre strati di tessuto sostituiscono il mat, come fa notare Roberto, il quale non ha ovviamente una direzione precisa. I crateri dove è stato asportato il combi sono stati riempiti non con 2 ma come ho scritto con 5-15 strati di tessuto variamente orientati e con epossidica fino ad arrivare allo spessore originale (circa 1 cm), sopra al quale sono andati i due di tessuto per cui a quello che ho capito almeno in quei punti dovrebbero essere piu' forti dell'originale. Del resto il metodo Cecchi prevede che siano riempiti di epossidica con microfibre, credo che il tessuto sia molto piu' forte. La larghezza di 65 cm è quella raccomandata dal manuale della West System e corrisponde piu' o meno a quanto mi avevano suggerito gli amici del forum, poichè dimensioni "piu' lunghe possibili" come suggerisci tu risultano difficili da gestire. Finchè si lavora bagnato su bagnato sovrapponendo i fogli a squame non credo faccia molto differenza perché i fogli si legano chimicamente gli uni agli altri. Poi sicuramente sarebbe stato meglio usare il vuoto, ed altri accorgimenti ma noi non eravamo capaci. Mi rassicura pensare che anche quando hanno costruito la barca nel 1982 non hanno usato il vuoto, ma la barca è ancora qui.
(01-10-2017 14:37)velas Ha scritto: [ -> ]Io sono allibito da come viene affrontato un lavoro strutturale come questo. Qui non si tratta di fare spessore e basta ma di ripristinare l'integrità strutturale della barca. I tessuti andrebbero messi secondo una direzione precisa e secondo i piani di stratificazione originale.
Ad esempio se ho capito bene, state procedendo con tessuto biassiale da 300 in strisce verticali da soli 65cm. Se non opportunamente stratificato da altro tessuto "incrociato" rispetto alle direzioni principali ora, vi state per ritrovare con una ridotta rigidità longitudinale nei punti di giuntura. L'intera struttura sarà molto più debole nel senso longitudinale che sono le forze da sostenere scendendo dall'onda e che si contrappongono al peso del bulbo (tando per dire).
Avreste fatto molto meglio a seguire il consiglio di stratificare con tessuti leggeri in più strati dalla lunghezza massima possibile. Il biassiale andava messo lungo la carena da prua a poppa in strisce sovrapposte di almeno 20-30cm ed usando il vuoto.