Direi che la garanzia di uno o più strumenti, visto che non li regalano, sia di per sé un buon motivo per non improvvisare collegamenti e quindi usare quanto previsto dalla casa madre.
Detto questo, visto che smanettare su ste cose comunque aiuta a capirle ed a metterci le mani, prendendo anche il rischio di essere smentito, ma da quello che ho letto sulla rete seatalk NG credo che non usare cavi proprietari raymarine sia possibile con qualche accortezza.
Le terminazioni sul backbone credo che siano delle impedenze, basterebbe conoscerne il valore per replicarle.
L'alimentazione deve cadere a metà backbone e pure per quello, usando lo stesso cavo per tutta la rete quindi con uguale resistenza, non credo sia un problema.
Importante evitare loop sulla rete.
Collegare vecchi strumenti seatalk alla nuova rete seatalk NG pare semplice: i tre fili oggetto della dicussione.
Le famose ciabatte che corrono lungo il backbone credo non facciano altro che un brutale parallelo, qui però avrei bisogno di conferme o smentite.
Ripeto... lieto di essere smentito per impararne una nuova.
Pepe?
@ Edolo,
In realtà non so se le nuove ciabattine facciano o meno un parallelo però posso dirti che quando ho installato il nuovo MFD per integrarlo al resto della strumentazione ho dovuto comprare (140 Euri) l'apposita ciabattina che converte e fa dialogare fra loro i due diversi segnali (vecchio Seatalk e nuovo Seatalk-NG).
Tramite quell'interfaccia, nel nuovo MFD riesco a vedere tutti gli altri strumenti del vento e del tridata oltre che riesco anche a vedere e comandare il pilota.
Però aggiungo che all'inizio mi era successa una cosa strana con il collegamento Nmea 183 del nuovo MFD, mi si creava un loop perpetuo; per esempio all'alrmando il MOB non riuscivo più a cancellarlo, ovvero lo cancellavo ma dopo qualche secondo ripartiva da solo all'infinito fin quando non spengevo totalmente il MFD.
Poi ho scoperto che la cosa non era strana ma il loop lo avevo creato io senza rifletterci: nella vecchia strumentazione ho l'interfaccia che converte e fa dialogare il veccho Seatalk con la Nmea 183.
Praticamente, i dati Nmea che uscivano dal MFD venivano convertiti da questa interfaccia in Seatalk che a loro volta tornavano al MFD riconvertiti dalla ciabattina in Seatalk-NG.
Sono andato un pò al manicomio, ma alla fine ho scoperto l'inghippo e mi è bastato scollegare il MFD dalla linea Nmea.
Ora gli altri strumenti comunicano con lui attraverso la vecchia interfaccia Nmea-Seatolk e da questa all'intefaccia Seatalk-Seataalk-Ng.
A parte ciò, Di più io Nin'Zo.
Pepe Docet ....
(22-09-2017 11:31)Edolo Ha scritto: [ -> ]Detto questo, visto che smanettare su ste cose comunque aiuta a capirle ed a metterci le mani, prendendo anche il rischio di essere smentito, ma da quello che ho letto sulla rete seatalk NG credo che non usare cavi proprietari raymarine sia possibile con qualche accortezza.
Le terminazioni sul backbone credo che siano delle impedenze, basterebbe conoscerne il valore per replicarle.
L'alimentazione deve cadere a metà backbone e pure per quello, usando lo stesso cavo per tutta la rete quindi con uguale resistenza, non credo sia un problema.
Importante evitare loop sulla rete.
Collegare vecchi strumenti seatalk alla nuova rete seatalk NG pare semplice: i tre fili oggetto della dicussione.
Le famose ciabatte che corrono lungo il backbone credo non facciano altro che un brutale parallelo, qui però avrei bisogno di conferme o smentite.
Vediamo un po' di "sfatare" le leggende che circolano intorno al SeaTalkNG e a NMEA2000: come hardware non sono ne' piu' ne' meno che un comunissimo "CAN-BUS" utilizzato in tutte le installazioni per autonica, cosi' comunicano fra loro gli strumenti del cruscotto e la centralina della nostra auto (se recente, non una storica 500). Valgono quindi tutte le regole e cautele previste per quel tipo di bus.
Anche la sintassi delle stringhe e la polarita' dei segnali e' la stessa quindi cercando i dettagli di protocollo di quel tipo di bus si trovano tutte le informazioni necessarie a farne cio' che si vuole (fra l'altro esistono in commercio a bassissimo costo interfacce bidirezionali da impiegare con PC per leggere/inviare stringhe).
La sola differenza consiste nel tipo di connettori "proprietari" utilizzati dai vari produttori di strumentazione nautica e le numerose stringhe altrettanto "proprietarie" utilizzate dagli stessi in deroga a quanto l'associazione NMEA ha definito per questo sistema di comunicazione ad alta velocita'.
Qui un esempio di qualche dato che circola sul bus:
127251 - Rate of Turn Steering Rate of Turn is the rate of change of the Heading.
127258 - Magnetic Variation Steering
127488 - Engine Parameters, Rapid Update Propulsion
127496 - Trip Parameters, Vessel Propulsion Trip parameters relative to Vessel
127497 - Trip Parameters, Engine Propulsion Engine related trip information.
128267 - Water Depth Navigation
128275 - Distance Log Navigation
128520 - Tracked Target
ecc.
ecc.
i numeri presentati sono i PNG di preambolo che identificano il dato trasmesso cui seguono i parametri relativi in forma numerica.
La differenza fondamentale rispetto al precedente NMEA0183 e' quindi (oltre all'hardware e alla modalita' bilanciata di trasmissione che consente piu' alte velocita') il formato delle stringhe ora completamente codificate in forma numerica quindi non piu' leggibile direttamente (ma perfettamente decodificabile con poca fatica).
(22-09-2017 11:31)Edolo Ha scritto: [ -> ]Direi che la garanzia di uno o più strumenti, visto che non li regalano, sia di per sé un buon motivo per non improvvisare collegamenti e quindi usare quanto previsto dalla casa madre.
Detto questo, visto che smanettare su ste cose comunque aiuta a capirle ed a metterci le mani, prendendo anche il rischio di essere smentito, ma da quello che ho letto sulla rete seatalk NG credo che non usare cavi proprietari raymarine sia possibile con qualche accortezza.
Le terminazioni sul backbone credo che siano delle impedenze, basterebbe conoscerne il valore per replicarle.
L'alimentazione deve cadere a metà backbone e pure per quello, usando lo stesso cavo per tutta la rete quindi con uguale resistenza, non credo sia un problema.
Importante evitare loop sulla rete.
Collegare vecchi strumenti seatalk alla nuova rete seatalk NG pare semplice: i tre fili oggetto della dicussione.
Le famose ciabatte che corrono lungo il backbone credo non facciano altro che un brutale parallelo, qui però avrei bisogno di conferme o smentite.
Ripeto... lieto di essere smentito per impararne una nuova.
Pepe?
Eccomi
Le resistenze di carico che terminano il bus NMEA 2000 sono da 120 ohm.
Si possono usare cavi alternativi purché decentemente schermati. All’interno del backbone son presenti 4 cavi + la calza di schermatura, i cavi di segnale data + e data - rispettivamente bianco e blu hanno una ulteriore schermatura, poi ci sono i cavi che portano l’alimentazione rosso e nero.
Per l’NMEA 2000 standard si trova il cavo sfuso, che deve essere terminato con gli appositi connettori Molex. Per il Seatalk NG invece i connettori sono proprietari, c’ è un motivo ma ve lo spiego un’altra volta
.
BV!
Grazie Pepe e grazie Ian. Resto in ascolto.
Riguardo al discorso CAN bus, ho ad uso automobilistico un simpatico "tappino" da mettere sulla presa diagnostica appunto del CAN Bus, se non erro si chiama ODB2. Questo ritrasmette via Bluetooth le stringhe e tramite apposita app è possibile vedere un bel po' di dati che girano sulla Controller Area Network, sia quelli disponibili a cruscotto sia quelli diagnostici.
Se le due reti sono così simili e presupponendo che i dati sul CAN bus vengano rigirati RAW (grezzi per i meno avvezzi) al Bluetooth demandando alla app la traduzione, forse quel tappino può tornarci utile...
Non ho strumenti con bus seatalk NG ma l'argoento è comunque molto interessante. In questo weekend spero di far comunicare il pilota con un micro tramite il più semplice bus seatalk.
Fremo! ! Grande Andomast!
Io ho appena terminato il lavoretto sull'autopilota che ho descritto ieri.
(22-09-2017 19:55)Edolo Ha scritto: [ -> ]Grazie Pepe e grazie Ian. Resto in ascolto.
Riguardo al discorso CAN bus, ho ad uso automobilistico un simpatico "tappino" da mettere sulla presa diagnostica appunto del CAN Bus, se non erro si chiama ODB2. Questo ritrasmette via Bluetooth le stringhe e tramite apposita app è possibile vedere un bel po' di dati che girano sulla Controller Area Network, sia quelli disponibili a cruscotto sia quelli diagnostici.
Se le due reti sono così simili e presupponendo che i dati sul CAN bus vengano rigirati RAW (grezzi per i meno avvezzi) al Bluetooth demandando alla app la traduzione, forse quel tappino può tornarci utile...
Sarei curioso di sapere se funziona anche su NMEA 2000, dal punto di vista elettrico il CAN bus automobilistico è basato sullo standard J1939 che, guarda caso, è utilizzato anche da NMEA 2000. Ovviamente le PGN utilizzate non sono le stesse, non credo che ad una automobile interessi la profondità o la direzione del vento.
BV!
P.S. stiamo facendo diventare l’OT un arte
(23-09-2017 07:24)pepe1395 Ha scritto: [ -> ] (22-09-2017 19:55)Edolo Ha scritto: [ -> ]Grazie Pepe e grazie Ian. Resto in ascolto.
Riguardo al discorso CAN bus, ho ad uso automobilistico un simpatico "tappino" da mettere sulla presa diagnostica appunto del CAN Bus, se non erro si chiama ODB2. Questo ritrasmette via Bluetooth le stringhe e tramite apposita app è possibile vedere un bel po' di dati che girano sulla Controller Area Network, sia quelli disponibili a cruscotto sia quelli diagnostici.
Se le due reti sono così simili e presupponendo che i dati sul CAN bus vengano rigirati RAW (grezzi per i meno avvezzi) al Bluetooth demandando alla app la traduzione, forse quel tappino può tornarci utile...
Sarei curioso di sapere se funziona anche su NMEA 2000, dal punto di vista elettrico il CAN bus automobilistico è basato sullo standard J1939 che, guarda caso, è utilizzato anche da NMEA 2000. Ovviamente le PGN utilizzate non sono le stesse, non credo che ad una automobile interessi la profondità o la direzione del vento.
BV!
P.S. stiamo facendo diventare l’OT un arte
Si, ma vedo che la curiosita' e' tanta e mi permetto un ultimo OT inserendo link a liste di PNG standard per NMEA2000 (in gran parte usati anche sotto SeaTalkNG):
https://www.nmea.org/content/nmea_standa...s_pgns.asp
http://www.nmea.org/Assets/july%202010%2...d_list.pdf
buono studio !
(23-09-2017 07:24)pepe1395 Ha scritto: [ -> ] (22-09-2017 19:55)Edolo Ha scritto: [ -> ]Grazie Pepe e grazie Ian. Resto in ascolto.
Riguardo al discorso CAN bus, ho ad uso automobilistico un simpatico "tappino" da mettere sulla presa diagnostica appunto del CAN Bus, se non erro si chiama ODB2. Questo ritrasmette via Bluetooth le stringhe e tramite apposita app è possibile vedere un bel po' di dati che girano sulla Controller Area Network, sia quelli disponibili a cruscotto sia quelli diagnostici.
Se le due reti sono così simili e presupponendo che i dati sul CAN bus vengano rigirati RAW (grezzi per i meno avvezzi) al Bluetooth demandando alla app la traduzione, forse quel tappino può tornarci utile...
Sarei curioso di sapere se funziona anche su NMEA 2000, dal punto di vista elettrico il CAN bus automobilistico è basato sullo standard J1939 che, guarda caso, è utilizzato anche da NMEA 2000. Ovviamente le PGN utilizzate non sono le stesse, non credo che ad una automobile interessi la profondità o la direzione del vento.
BV!
P.S. stiamo facendo diventare l’OT un arte
Io credo che passi i bit pari pari demandando al dispositivo finale il dare un senso al flusso di dati. Quegli arnesini costano circa 6 euro. .. se hai voglia di fare una prova...
(23-09-2017 00:50)Edolo Ha scritto: [ -> ]Fremo! ! Grande Andomast!
Io ho appena terminato il lavoretto sull'autopilota che ho descritto ieri.
Questa mattina il micro ha "sentito" e riconosciuto per la prima volta il pilota
Ora spero di riuscire ad impartire i comandi canonici +1, -1, +10 e -10
(22-09-2017 10:40)orteip Ha scritto: [ -> ] (21-09-2017 21:53)mac222 Ha scritto: [ -> ]Scusate naturalmente parlavo di strumenti nuovi che nei manuali di installazione vincolano la garanzia non solo all'utilizzo nel montaggio di materiale RM ma addirittura impongono come installatore il tecnico autorizzato RM. Mi spiace che Edolo abbia mal interpretato il mio intervento ma non mi sembra difficile da comprendere.
Personalmente continuo ad osservare le direttive della casa fornitrice almeno fino a quando le garanzie non saranno più applicabili.
poi.... beh.. allora posso andare in ferramenta a recuperare del fil di ferro così risparmio ma avrei bisogno di capire come devono essere collegato.... E QUANTO INTENDEVO DIRE QUANTO PARLAVO DI DRITTE
Mac222.... hai sbagliato e continui a sbagliare.
Primo, ti sei infilato in un discorso che non ti riguarda senza comprendere che si parla di un certo tipo di strumenti e tu invece ne hai un'altro e poco importa che sia della stessa marca ma, visto i protocolli diversi è come parlare di strumenti di due marche diverse.
Secondo, ti hanno fatto notare in modo cortese differenza e tu invece continui ad insistere sulla modalità di collegamento continuando a non comprendere che i tuoi strumenti hanno una modalità completamente diversa da quella in cui si parla nel 3D.
Terzo ed ultimo, invece di fare tesoro di quanto avresti potuto apprendere e poi approfondire, rispondi in modo arrogante puntualizzando sulla richiesta di eventuali dritte.
A questo punto, visto che (purtroppo) ancora non hai compreso, sperando di riuscire a chiarirti le idee, anche se sono già semplici di loro comunque io provo a spiegarti le cose in modo molto più elementare come ho fatto a mio figlio di 10 anni che ha compreso.
Gli strumenti Raymarine della nuova generazione parlano una lingua molto complessa (Seatalk-NG), facciamo l'esempio che parlino aramaico.
Gli strumenti Raymarine vecchia serie parlano invece una lingua molto semplice (Seatalk senza NG) facciamo l'esempio che parlino Italiano.
Bene, dato che i tuoi strumenti parlano una LINGUA PARTICOLARE, ANCHE QUANDO LA GARANZIA E' SCADUTA, DOVRAI SEMPRE CONTINUARE A COLLEGARLI FRA LORO CON APPOSITI CAVI BLACK-BONE E CIABATTINE CHE HANNO 6 FILI E PER LORO NON C'E' ALTRO MODO DI COLLEGARLI E NON CI SONO DRITTE DA DARE.
Per gli strumenti VECCHIA SERIE che incece parlano una lingua molto più semplice la cosa è diversa. Loro hanno un cavo a 3 fili e siccome anche lo schema originale lo prevedeva, il collegamento veniva fatto con dei fastom piccoli e non solo, ogni strumento aveva un'ingresso ed una uscita.
Dovevi collegare tre strumenti: entravi nel primo e poi, con un semplice cavo a tre fili schermato, da uno andavi all'altro. Addirittura potevi tagliare e giuntare il cavo creando una derivazione e tante altre cose che NON PUOI invece fare con la serie di strumenti nuova.
P.S. Visto che ha palesemente compreso male non solo il titolo del 3D ma tutti gli altri vari post e visto che lo stesso 3D non ti riguarda perchè parla di un tipo di linguaggio mentre tu ne hai un'altro, a me non interessa nulla perchè la cosa fino ad ora non mi tocca ma dato che qui ci sono dei guru in merito ai quali hai dato l'impressione di una certa arroganza, io se fossi al tuo posto qualche scusa gliela porgerei.
Poi fai tu ...
quello originale
Mi sembra che l'aramaico lo parli tu.... sembri uno scienziato
Io ho semplicemente portato una mia esperienza se una discussione aperta a tutti.
Grazie Mac222. Ci hai dato il La per parlare anche del bus seatalk NG.
Grazie a te Edolo, seguirò con molta attenzione l'argomento..... anche per avere un confronto sul sistema di cablatura del sea talking che come elettronico.... autodidatta ho installato leggendo i vari siti
ed in particolare seguendo i consigli della banchina con l'intento di contenere i costi.
Ho peraltro letto che con opportuno software è possibile effettuare la navigazione a computer e dialogare con tutti gli strumenti di bordo, se qualcuno avesse esperienza in merito, ringrazio in anticipo se volesse condividere e raccontare la sua esperienza
.
(24-09-2017 00:28)Edolo Ha scritto: [ -> ]Ottimo!! Avanti così!
Piccolo aggiornamento:
Riesco a far leggere al piccolo micro (PIC16F628) tutte le stringhe che passano sul bus seatalk.
Per comodità ho realizzato un pezzo di firmware che converte i dati da 9 bit a 8 bit così da mandarli alla seriale del pc tramite un I/O del micro
Per la verifica della trasmissione ho implementato un loop che accende e spegne la retroilluminazione del display degli strumenti collegati al bus... questa apllicazione risulterà utilie durante le festività natalizie
.
Vorrei ora implementare un controllo così da inviare i comandi sul bus solo in condizione di idle, questo dovrebbe minimizzare i conflitti con gli altri strumenti....staremo a vedere
Nuovo aggiornamento.
Sono riuscito ad inviare correttamente al pilota tramite il microcontrollore i comandi +1, +10, -1 e -10. In questo modo riesco a correggere la rotta senza intervenire direttamente sui pulsanti del pilota ma in remoto tramite un collegamento su bus seatalk.
(28-09-2017 22:07)Andomast Ha scritto: [ -> ]Nuovo aggiornamento.
Sono riuscito ad inviare correttamente al pilota tramite il microcontrollore i comandi +1, +10, -1 e -10. In questo modo riesco a correggere la rotta senza intervenire direttamente sui pulsanti del pilota ma in remoto tramite un collegamento su bus seatalk.
Ma questa cosa é replicabile da comuni mortali? Esattamente che tipo di telecomando hai realizzato? Sarebbe carino avere qualche immagine...
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Ma questa cosa é replicabile da comuni mortali? Esattamente che tipo di telecomando hai realizzato? Sarebbe carino avere qualche immagine...
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Attualmente c'è poco da fotografare. Il pilota è sul tavolo del laboratorio con un circuito recuperato da una vecchia applicazione più un pezzetto di basetta millefori utilizzata per realizzare con quattro transistor il level shifter bidirezionale necessario ad adattare I livelli di tensione fra bus seatalk e micro. Scopo ultimo di questo esercizio era mandare su bus seatalk I comandi necessary a controllare il pilota da remoto. Per far ciò, come già accennato, ho dovuto rendere compatibile il layer fisico del bus seatalk con quello del micro. Secondo obiettivo era quello direalizzare tramite apposite firmware una comunicazione seriale a 9bit utilizzata dal sistema seatalk.
Successivamente il micro ha potuto inviare dei comandi su bus seatalk che sono stati correttamente interpretati dagli strumenti. A tal proposito la prima verifica l'ho fatta inviando ciclicamente il commando di accensione e spegnimento della retroilluminazione. Tale commando è stato correttamente ricevuto da un Bidata ST40, un tridata ST60 e un pilota 1000+.
Successivamente ho preparato il set di istruzioni necessarie ad impartire I fatidici +1, +10, -1 e -10. Il pilota riconosce I comandi e provvede a correggere. Chiarmante a banco questa ultima prova impone delle limitazioni in ragione del fatto che se il pilota non rileva uno spostamento fa ulteriori correzioni fino ad arrivare al finecorsa (pericoso per la meccanica del pilota). Nei ritagli di tempo sto preparando uno schemino e un PCB ad hoc. spero di poter pubblicare a breve qualcosa di più utile.
Andrea
Grande Andomast!
Sei un drago! Come hai fatto alla fine? Circuito di Thomas Knauf?