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Versione completa: Nuovo ormeggio
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Raffo una sartia in monofilo da 20mm. diametro, lega con altri materiali, ha un carico rottura di oltre 30000 kg.
Bullo conosco perfettamente i carichi di rottura degli acciai, ma questi "maniglioni" , spesso, sono ferraglia.
Come formula empirica nel tuo caso con 4 punti di ormeggio.
5500:4= 1400 kg circa
1400 x 2,5 = 3500
2,5 è un fattore di sicurezza
3500 kg è il carico che dovrà sopportare ogni singola cima e quanto gli attaccherai, grilli o quant'altro..
Se peró in traversia è appesa su due sole cime cambia tuto.
Tutto sempre con beneficio di inventario, io ho fatto cosí
Scusate ma non ho ben capito.
Io ho sempre pensato che se si parla di ormeggio (all'ancora o in banchina) si sta osservando una situazione dinamica (onde, brandeggio, risacca, traversia...) qindi bisonerebbe considerare il movimento della barca, la sua forza d'inerzia che dipende certo dal dislocamento ma anche dalla velocità a cui si muove e per calcolare la forza sulle cime conta anche quanto spazio percorre prima che queste la richiamino e anche quanto spazio ha per arrestarsi, dal momento del richiamo a fine corsa (per esempio l'escursione dell'ammortizzatore di ormeggio).
Per fare un esempio pratico, così capisco meglio, ipotizziamo una barca di 6 tonnellate che nella risacca si muove a 1 m/s con un'escursione di 1 metro quando arriva a fine corsa quanta forza esercita sulla cima che la trattiene?
Solo la forza del mare ti farà capire se hai un ormeggio adeguato.
Vedi cosa è accaduto a Rapallo.Certamente nell'attrezzatura di ormeggio
è meglio abbondare che ridurre.
(13-04-2019 14:11)gennarino Ha scritto: [ -> ]Scusate ma non ho ben capito.
Io ho sempre pensato che se si parla di ormeggio (all'ancora o in banchina) si sta osservando una situazione dinamica (onde, brandeggio, risacca, traversia...) qindi bisonerebbe considerare il movimento della barca, la sua forza d'inerzia che dipende certo dal dislocamento ma anche dalla velocità a cui si muove e per calcolare la forza sulle cime conta anche quanto spazio percorre prima che queste la richiamino e anche quanto spazio ha per arrestarsi, dal momento del richiamo a fine corsa (per esempio l'escursione dell'ammortizzatore di ormeggio).
Per fare un esempio pratico, così capisco meglio, ipotizziamo una barca di 6 tonnellate che nella risacca si muove a 1 m/s con un'escursione di 1 metro quando arriva a fine corsa quanta forza esercita sulla cima che la trattiene?

ma certo che è così.

Alla domanda specifica si può rispondere solo se stabiliamo prima in quanto tempo si ferma, con gli ammortizzatori ci metterà più tempo e la forza applicata sarà inferiore
(13-04-2019 14:11)gennarino Ha scritto: [ -> ]Scusate ma non ho ben capito.
Io ho sempre pensato che se si parla di ormeggio (all'ancora o in banchina) si sta osservando una situazione dinamica (onde, brandeggio, risacca, traversia...) qindi bisonerebbe considerare il movimento della barca, la sua forza d'inerzia che dipende certo dal dislocamento ma anche dalla velocità a cui si muove e per calcolare la forza sulle cime conta anche quanto spazio percorre prima che queste la richiamino e anche quanto spazio ha per arrestarsi, dal momento del richiamo a fine corsa (per esempio l'escursione dell'ammortizzatore di ormeggio).
Per fare un esempio pratico, così capisco meglio, ipotizziamo una barca di 6 tonnellate che nella risacca si muove a 1 m/s con un'escursione di 1 metro quando arriva a fine corsa quanta forza esercita sulla cima che la trattiene?

Se nella risacca si muove a un metro al secondo, secondo me, strappa tutto in pochi minuti.

3600 metri ora, ossia 2 nodi.
Botte da paura per 6 tonnellate.
(13-04-2019 16:28)falanghina Ha scritto: [ -> ]Se nella risacca si muove a un metro al secondo, secondo me, strappa tutto in pochi minuti.

3600 metri ora, ossia 2 nodi.
Botte da paura per 6 tonnellate.

si, 1 m/s è tanto, però, in generale....se va in banchina sul cemento e si ferma in 0,1 secondi hai una forza se invece rallenta sul cavo che si allunga in un secondo hai un decimo della forza e tutto ciò senza modificare le 6 tonnellate
Secondo me, una barca che arriva a 2 nodi di volocità all'ormeggio, spacca tutto in 5 minuti.
I parametri sono ovviamente teorici, per stabilire un risultato appunto teorico da cui evincere il criterio.
Per come la vedo io una barca in movimento possiede un'energia cinetica
E= 1/2 m v2 e per fermarla ci vuole la stessa quantità di energia, cioè bisogna compiere un lavoro L= forza x spostamento con la forza chiaramente orientata contro la direzione del moto. Se disponiamo di uno spazio molto grande per fermare la barca la forza può essere molto piccola, ma se lo spazio è poco la forza cresce proporzionalmente.
Nel caso dell'ormeggio credo che lo spazio a disposizione per dissipare l'energia e fermare la barca sia quello dato dall'elasticità del sistema (cima, molle ecc.), che poniamo mediamente è sui 30 cm., quindi assumendo una velocità più realistica di mezzo nodo la forza sulla cima dovrebbe essere circa 661 kg.
è più semplice ragionare con la quantità di moto, la variazione ti da l'impulso, diviso per il tempo abbiamo la forza....più tempo meno forza e viceversa; comunque ragionando sugli spazi torna uguale
questa è la galloccia divelta e spezzata ad ottobre 2018 accanto a me, dufour 34, cima d'ormeggio a memoria da 18-20 mm
Per seguire il ragionamento di Gennarino, se cazzo a ferro v=0 quindi energia nulla e l'ormeggio resiste sempre?
GianniB. ha scitto:" è più semplice ragionare con la quantità di moto, la variazione ti da l'impulso, diviso per il tempo abbiamo la forza....più tempo meno forza e viceversa; comunque ragionando sugli spazi torna uguale"

Sono d'accordo anche se in questo caso mi sembra che il tempo sia una variabile dipendente (dalla velocità) mentre lo spazio è varibile indipendente, lo stabilisci tu in base all'elasticità del sistema che hai scelto, qiundi trovo più semplice ragionare in termini di spazio d'arresto.
E' chiaro che con spazi ridottissimi (o tempi brevissimi) la forza tende a crescere molto, senza spazio o con tempo d'arresto zero la forza tende a infinito, come si vede dalla galloccia che hai postato.
Certo questo in linea teorica, che ogni sistema ha la sua elasticità intrinseca e in un tempo zero nulla accade in fisica, ma credo sia meglio aiutare il tutto con un adeguato sistema di dissipazione.
Se il criterio è giusto non dovrebbe essere difficile calcolare i probabili carichi sulla linea d'ormeggio e adeguarsi.
Se vai a due nodi, vai a due nodi.
L'ipotesi è arrivare a kt allo strappo.
atnike in questo caso significa che hai un sitema rigido, fisso sulla banchina che non può comprimersi ne estandersi elasticamente, quindi niente velocità, niente energia cinetica.
devi solo contrastare staticamente la forza del vento e i colpi delle onde, non conta più il dislocamento della barca.
Falanghina non ho capito, puoi spegarti meglio?
I marinai lasciano le cime lasche, alla lunga, elastiche da poter assorbire gli strappi. Le gallocce meglio metterle in acciaio che si piega e non salta come l'alluminio.
Gli ingenieri dopo facciano i calcoli.-
(13-04-2019 18:15)gennarino Ha scritto: [ -> ]Falanghina non ho capito, puoi spegarti meglio?

Quando dici

(13-04-2019 14:11)gennarino Ha scritto: [ -> ]Per fare un esempio pratico, così capisco meglio, ipotizziamo una barca di 6 tonnellate che nella risacca si muove a 1 m/s con un'escursione di 1 metro quando arriva a fine corsa quanta forza esercita sulla cima che la trattiene?

Io capisco che nel breve tratto in cui riesce a muoversi all'romeggio, arriva a 3600 m\h, ossia 2 kt.

Se ci arriva a quella velocità, la sua energia accumulata in un dato momento sarà di

k=1/2mv^2

Quale galloccia tiene a quello sforzo?

Credo sia impossibile vedere una barca che prende una accelerazione così forte all'ormeggio.
Ma vado a orecchio.
Vedo di spiegare meglio il tutto.
Con l'ormeggio attuale, corpi morti sottodimensionati e cime da 22 a 3 legnoli il sistema ha lavorato bene, ultima mareggiata ha arato leggermente il corpo di prua sottovento a sx anche perchè molto vicino alla prua e la cima non formava un angolo almeno di 45°, quindi lavorava male e il vento e la risacca lo "stappavano". Idem per quello di dx, sottovento. Inoltre i corpi morti erano molto vicini tra loro e le cime lavoravano parallele. Diciamolo, un ormeggio fatto da cani, ma lavorava e faceva il suo dovere.
La mia intenzione di rifare l'ormeggio nasce dal fatto che il materiale al fondo l'ho trovato, come detto i corpi morti erano mal posizionati, io ho messo solo le cime.
Quindi per maggior sicurezza voglio rifare il tutto cercando di migliorare il sistema.
La mia imbarcazione è all'interno di un porto ed in 3^ fila, ho un braccio del pontile, fisso non galleggiante, parallelo davanti alla mia prua con due ordini barche, avanti e dietro, già loro assorbono la potenza del mare e la dissimpano, non si forma molta onda ma risacca, la terra ferma è oltre 30 ml alle mie spalle e a sx.
Quello che è più pericoloso è il vento, grecale, e lo prendo con la prua a sx, la mia imbarcazione è ormeggiata prua a levante. A sx ho anche fabbricati di 5 piani che mi riparano verso poppa.
La mia geometria in sezione longitudinale è quella di posizionare i corpi morti a prua in modo che le cime formino, col fondo, un angolo inferiore ai 45°, cioè più distanti possibili non intralciando il passaggio. In sezione trasversale con i due punti di aggancio ai corpi morti nella congiunte del massimo baglio, cioè distanti tra loro circa 3 ml.
A poppa non ho problemi.
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