06-12-2020, 17:26
Beh, carissimi
Come da presentazione, ho una barca a motore.
Si tratta di un vecchio Raffaelli Typhoon 32 da 9,60 costruito nel 1981.
Per me è nuovissimo, perchè prima non lo avevo
Coi soldi che avevo non potevo permettermi niente di più recente, mi rendo quindi conto che spendendo poco all'acquisto va messo in conto che la differenza con una in miglior stato me la devo pagare in lavori e tempo.
Ma se aspettavo di avere tutti i quattrini in una volta, non so quanto ci avrei messo e per lo meno nel frattempo ci navigo.
Il pozzetto si è rivelato fradicio il giusto per farmi sprofondare con una gamba in sentina due foto per rendere l'idea:
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Quel dispositivo rosso con la coda è Tuffo, intrepido complice di barca
La tavola gialla da cantiere è il rimedio immediato per non uccidermi in attesa di sistemare le cose.
Un cantiere mi ha proposto di fare il lavoro ricostruendolo con un foglio di multistrato fenolico resinato e trattato, non mi han dato troppi dettagli (gelcoat? laminazione?, che altro farebbero?).
Un po' per questo e un po' perchè comunque i soldi non ci sono mai, avrei intenzione di metterci mano personalmente.
Un po' di manualità me la ritrovo e in più avrei in mente di sfruttare il periodo di emergenza sanitaria per esercitarmi magari lavorando su cose più piccole per prenderci un po' la mano.
E poi, adesso ho un sacco di amici velisti che di sicuro non lesineranno consigli e cazziatoni (già me lo sento Bullo appena sparo qualche inevitabile castroneria ).
Mi sono letto tutto ciò che son riuscito a leggere nelle vecchie discussioni e spero di non ritritare argomenti magari già sviscerati che mi sono sfuggiti (è immenso 'sto Forum ).
Le dimensioni massime del pozzetto sono 260 cm. X 165 cm.
nulla di mostruoso, dunque.
Io il legno non lo amo particolarmente, ho sempre sognato un bel calpestio in gelcoat che si lava con una secchiata e sparisce ogni traccia di sangue e viscere varie (non parlo della serie Dexter su Netflix, ma se qualcuno ha mai messo a pagliolo un bonito, o tombarello, sa di cosa parlo).
Il primo quesito che pongo è circa la soluzione da applicare.
Mi piacerebbe fare un lavoro con un sandwich laminando del materiale opportuno.
Quale? Alveolare tipo NIda Core della 3M? Polistirene? Compensato marino?
Mi pare di aver capito che se usiamo come base il compensato allora correrebbe l'obbligo di impiegare resine epossidiche che non sono idrofile.
Per contro (a parte il prezzo) ho letto che il compianto Giorgio riteneva che l'uso dell'epossidica comportasse un sacco di rogne per chi non fosse troppo esperto nella sua applicazione.
Il poliestere potrebbe essere di utilizzo più pratico, anche se si dovrebbe ricorrere a una "farcitura" diversa dal compensato.
Se optassi per il compensato opportunamente laminato, avrebbe senso ricorrere ad un okumè certificato (che poi verrebbe ricoperto totalmente e verniciato) o potrei ripiegare su un fenolico meno nobile quale ad esempio il pino di Russia?
Grazie a tutti per l'attenzione
Aspetto trepidante
Beppe
Come da presentazione, ho una barca a motore.
Si tratta di un vecchio Raffaelli Typhoon 32 da 9,60 costruito nel 1981.
Per me è nuovissimo, perchè prima non lo avevo
Coi soldi che avevo non potevo permettermi niente di più recente, mi rendo quindi conto che spendendo poco all'acquisto va messo in conto che la differenza con una in miglior stato me la devo pagare in lavori e tempo.
Ma se aspettavo di avere tutti i quattrini in una volta, non so quanto ci avrei messo e per lo meno nel frattempo ci navigo.
Il pozzetto si è rivelato fradicio il giusto per farmi sprofondare con una gamba in sentina due foto per rendere l'idea:
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Quel dispositivo rosso con la coda è Tuffo, intrepido complice di barca
La tavola gialla da cantiere è il rimedio immediato per non uccidermi in attesa di sistemare le cose.
Un cantiere mi ha proposto di fare il lavoro ricostruendolo con un foglio di multistrato fenolico resinato e trattato, non mi han dato troppi dettagli (gelcoat? laminazione?, che altro farebbero?).
Un po' per questo e un po' perchè comunque i soldi non ci sono mai, avrei intenzione di metterci mano personalmente.
Un po' di manualità me la ritrovo e in più avrei in mente di sfruttare il periodo di emergenza sanitaria per esercitarmi magari lavorando su cose più piccole per prenderci un po' la mano.
E poi, adesso ho un sacco di amici velisti che di sicuro non lesineranno consigli e cazziatoni (già me lo sento Bullo appena sparo qualche inevitabile castroneria ).
Mi sono letto tutto ciò che son riuscito a leggere nelle vecchie discussioni e spero di non ritritare argomenti magari già sviscerati che mi sono sfuggiti (è immenso 'sto Forum ).
Le dimensioni massime del pozzetto sono 260 cm. X 165 cm.
nulla di mostruoso, dunque.
Io il legno non lo amo particolarmente, ho sempre sognato un bel calpestio in gelcoat che si lava con una secchiata e sparisce ogni traccia di sangue e viscere varie (non parlo della serie Dexter su Netflix, ma se qualcuno ha mai messo a pagliolo un bonito, o tombarello, sa di cosa parlo).
Il primo quesito che pongo è circa la soluzione da applicare.
Mi piacerebbe fare un lavoro con un sandwich laminando del materiale opportuno.
Quale? Alveolare tipo NIda Core della 3M? Polistirene? Compensato marino?
Mi pare di aver capito che se usiamo come base il compensato allora correrebbe l'obbligo di impiegare resine epossidiche che non sono idrofile.
Per contro (a parte il prezzo) ho letto che il compianto Giorgio riteneva che l'uso dell'epossidica comportasse un sacco di rogne per chi non fosse troppo esperto nella sua applicazione.
Il poliestere potrebbe essere di utilizzo più pratico, anche se si dovrebbe ricorrere a una "farcitura" diversa dal compensato.
Se optassi per il compensato opportunamente laminato, avrebbe senso ricorrere ad un okumè certificato (che poi verrebbe ricoperto totalmente e verniciato) o potrei ripiegare su un fenolico meno nobile quale ad esempio il pino di Russia?
Grazie a tutti per l'attenzione
Aspetto trepidante
Beppe