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Versione completa: conaplastic u16
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Salve a tutti, sono nuovo nel forum dunque mi scuso in anticipo per eventuali errori di inerenza alla discussione, mi servirebbero info circa il peso e le dimensioni della deriva basculante del conaplastic u16, anche foto o addirittura schede tecniche, insomma qualsiasi info supplementare è ben accetta.
ne ho trovato una in vendita a buon prezzo ma manca la deriva e dunque è inutilizzabile, inoltre se qualcuno avesse suggerimenti su chi possa realizzarne una nuova (è metallica, non so se in ghisa o altri materiali) in modo da farmi anche un idea sul costo, riferisca pure!
Se cerchi in internet "ti allego quello che ho trovato in cinque minuti, qualcosa si trova e nell'allegato ci sono i nomi del cantiere (se ancora esiste) del progettista e di chi ha elaborato la scheda tecnica (pubblicata su NAUTICA N°551 DEL 2008 a cura dell'Arch. Gino Ciriaci ) mi sembra un buon punto per cominciare. Se non trovi nulla comunque potresti dedurre le caratteristiche della deriva da barche similari con la stessa superficie velica (la deriva è proporzionale alla vela) poi hai la cassa deriva che dovrà per forza contenerla quindi ... Per il materiale, visto che mi sembra di vedere sui disegni un piccolo winch sopra la cassa deriva, direi che potrebbe essere una semplice lastra di acciaio non zincato per evitare distorsioni da zincatura e, vista anche la data di produzione, non credo si siano spinti ad una fusione di ghisa giustificabile solo se si vuole dare un profilo ad alta efficienza. Il materiale lo puoi dedurre anche dal tipo di ancoraggio del perno e dalla larghezza della cassa deriva .
Buona caccia...
grazie mille, avevo già trovato quel materiale e facendo una ricerca ho scoperto che il cantiere non esiste più dal 78, fu assorbito da laver e poi da salpa, dunque avendo bisogno di informazioni specifiche sulla deriva mi trovo in difficoltà, probabilmente l'unica soluzione è che mi dia info qualcuno che possiede una barca uguale e che abbia smontato la deriva ma resterebbe comunque il problema "chi o dove farsi fabbricare una nuova deriva con le stesse caratteristiche?"
mentre sul calcolo a partire dalla superficie velica dovrei informarmi su tutti i dati necessari per fare una stima realistica, serve anche la lunghezza albero per distribuzione del peso e la massa della barca? E' un calcolo che non so fare, sono un neofita, magari farò una ricerca su internet, ma ogni ulteriore suggerimento è ben accetto Smiley1
Ciao, non sono un ingegnere ma mio parere è che un piccolo cabinato che pesa solo 400 kg non aveva una deriva così pesante da garantire il raddrizzamento a differenza di una barca con bulbo o comunque come una deriva mobile ma con 'siluro' in piombo.
Credo si tratti di una pinna di deriva pesante che da una buona stabilità ma non tanto come un bulbo classico quindi un pezzo non difficile da realizzare e soprattutto assicurare allo scafo.
Io ho una barca di 5 metri e 50 fatta da cantiere paiardi che è una riedizione dal'alpa550 che in origine aveva deriva in legno questa 'nuova' ha la pinna con anima in acciaio e guscio esterno in VTR per dare un profilo corretto. L'ho smontata per dei lavori pesa circa 40kg
Il cantiere è ancora attivo magari se trovi caratteristiche della tua puoi contattarlo per chiedere se ti realizza il pezzo.

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Credo che il miglior sistema sia innanzitutto quello di confidare nella fortuna di trovarne una vicino casa e fuori dall’acqua, con l'ulteriore fortuna che il proprietario autorizzi lo smontaggio della deriva per ricavarne una sagoma in cartone. Con questa si realizza un modello in compensato da provare sulla propria barca e che poi si porta a quelli che lavorano la lamiera per farsene tagliare uno uguale.
Nella scheda si legge che era una barca pensata per la larga diffusione quindi con costi di produzione ridotti all’essenziale. Anche la deriva credo sia stata fatta con lo stesso criterio (minima spesa e massima resa).

Se la fortuna non aiuta occorre invece ricostruirla partendo quasi da zero.
Innanzitutto lascerei perdere calcoli da ingegnere navale visto che ciascuno applica la teoria in cui crede di più (ad. es. computare solo la pinna oppure pinna + opera viva oppure pinna + opera viva + timone) e con formule basate su una percentuale della superficie velica; percentuale calcolata normalmente come rapporto (al quadrato) tra la velocità del vento apparente e quella della barca moltiplicato per un coefficiente variabile a seconda del tipo di scafo (lento, normale, veloce) e a seconda del tipo di pinna (zavorrata oppure no).
Io applicherei invece un sistema empirico cioè disegnare la pinna massima che possa essere contenuta dentro la cassa sul presupposto che nessuno avrebbe pensato a una cassa maggiore di quella necessaria (spazio inutilmente occupato e costo maggiore). Se può essere intuitivo capire che una deriva sottodimensionata sarà poco efficace è invece più difficile capire che una deriva sovradimensionata non ridurrà lo scarroccio rispetto a quella con dimensioni ottimali.
Il procedimento è quello per tentativi, cioè prima con una sagoma in cartone, poi di legno e infine con il taglio del prezzo definitivo in lamiera.
Prenderei come unico dato numerico e orientativo la lunghezza della deriva fuori dallo scafo quando è tutta abbassata, ovvero 92 cm (116-24).
Ovviamente se scomparso anche quello, occorrerà capire bene come funzionava il sistema di sollevamento (dalle foto trovate su Internet io non ci sono arrivato), perché anche questo incide sulla forma della pinna.
Insomma, un lavoro che può sembrare facile in teoria ma che, all’atto pratico, può rivelare parecchie difficoltà e molte incognite, con dei costi piuttosto elevati (in proporzione al costo di acquisto e degli altri eventuali lavori necessari) se non si è in grado di fare il più possibile da soli.
grazie dei consigli, molto utili e preziosi per un neofita come me, se qualcun altro avesse altrei idee, consigli o informazioni sarò molto grato di riceverli 43
Condivido con Opinionista Velico la questione, io farei un rilievo da sotto con un metro di legno, ogni 10 cm si misura la profondità, si disegna la sagoma su un cartone scala 1:1 togliendo 2 cm nella parte alta . Nella parte di prua si arrotondano gli angoli per la rotazione . Se la sagoma in cartone rifinita convince, si segna il perno e si porta la sagoma da un fabbro che ti fa una lama con i fori necessari .
Fatto ciò, cartavetrare la superficie con flex e disco lamellare grana 60, poi almeno tre mani di primer epossidico, e antivegetativa.
Il sistema di sollevamento credo che sia con un piccolo winch sotto la ghigliottina (come si vede nel depliant e in alcune foto) un cavo metallico (o anche tessile ma forse vibra di più in navigazione) anche sottile da 3 mm che viene fissato con un grillo all'estremità della deriva . Io credo che la deriva sia metallica in quanto è l'unico modo per fare stare giù la deriva in navigazione contrastando la spinta di galleggiamento e la resistenza idrodinamica in navigazione. Infatti in alcune barche simili con deriva in resina, si applicava anche un cordino di ritenuta in posizione abbassata.
Contravvenendo al consiglio di O.P. ho fatto alcuni calcoli della serva :
- con vento teso sforzo sulla deriva 140 kg;
- superficie deriva teorica (che come dice O.P. va da 2-4 % della su velica) mq. 0.49
- giusta la valutazione della lunghezza a 0,92 m. da cui una larghezza di 0,53 m quindi un rettangolo di 0.92x0.53 + la parte che rimane nella cassa in cui passa il perno (diciamo altri 0,50 m) quindi la deriva misura 1.42x0.53 (se ci sta nella cassa deriva chiaramente)

Problema spessore lama :
Sempre facendo i calcoli, premettendo una resistenza dell'acciaio a 1800 kg /cm2 lo spessore minimo lo terrei a 0,8 cm (W=5,65 cm3) con un peso di circa 48 kg, un peso gestibile .

Per il costo potresti spendere dal fabbro 200 €. se la forma è squadrata/rettilinea, poi carteggiatura e verniciatura, se la fai tu circa 50-70 €. chiaramente devi metterci del tuo e almeno un paio di giorni compreso i tempi di asciugatura .
Un consiglio, se pensi di fare questo passo, ricordati che la deriva lavora a sbalzo, come un balcone quindi l'incastro deve essere solido, cioè non deve ballare a destra e sinistra il gioco deve essere minimo, qualche millimetro. Il perno nella cassa serve solo a non farla cadere e a fare basculare la deriva, non resiste assolutamente allo sforzo di incastro a meno che non abbia un perno da 20 mm o più. Se serve puoi mettere dei pezzi di plastica circolari destra e sinistra della lama con centro nel perno deriva per riempire il più possibile lo spazio eventualmente presente, se usi del nylon o polipropilene è meglio (costo forse 10 €. a seconda dello spessore).
Sbalordito dalla competenza! Questo si che vuol dire essere un vero velista!
Grazie mille per l'analisi e tutti i consigli, non so se mi imbarcherò in questa avventura ma certamente mi sto facendo un'idea precisa su molte cose, le barche passano, la competenza resta!
Ho sentito con il mio fabbro, in inox 304 tagliata al laser spessore 8 mm x circa 1 mq all'incirca €. 350 + iva e non devi verniciarla, magari gli dai una molata al bordo di ingresso e un pochino al bordo di uscita e sei a posto.
Scusate se mi intrometto...ma io lascerei perdere l'inox che costa come il fuoco è poco lavorabile con utensili "normali" e come lo tocchi con un laser o un disco da smeriglio si contamina e arrugginisce... basta del normalissimo S355 o se proprio vuoi fare il figo vai di weldox700 o domex420 e lo paghi da 4 a 8 €/kg già tagliato.
Gli passi un paio di mani di primer, vernice, antivegetativa e sei a posto. Piuttosto io metterei degli zinchi sacrificali.
Mah, guarda oggi l'inox 304 (mi sembra di capire) costa circa come il weldox (che poi bisogna trovarlo) mi hanno detto che l'inox (tagliato)va sui 7-8 € al kg un pochino di ruggine la fa sicuramente, ma abbiamo spessori sovrabbondanti e il tutto è sigillato nella cassa. L'acciaio al carbonio, visto che deve stare a mollo per parecchi mesi se sei all'ormeggio, deve essere trattato molto bene e comunque non eviti che nelle parti in frizione la vernice si consumi rapidamente, oppure quando arrivi a riva con la deriva che striscia nella sabbia, magari la si può fare zincare a caldo sperando che non si torca. Inoltre usare il Weldox (che ha una resistenza a snervamento molto superiore al 304) non aiuta in quanto la deriva deve avere uno spessore minimo per stare nella cassa senza ballare troppo. Una deriva troppo sottile, avrà una flessione troppo accentuata che non dipende dalla resistenza intrinseca del materiale, ma dal modulo elastico E (che per gli acciai è simile) e dalla geometria del pezzo J, più è sottile e più si flette, poi magari il 304 rimane piegato mentre il Weldox ritorna nella forma originaria.
L’S355 direi che sarebbe più che sufficiente e forse basterebbe anche meno per risparmiare qualcosina.
Anche se inevitabilmente si graffierà per il basculamento, ecc. prima che la ruggine la renda inutilizzabile credo che si sarà avvicinata molto l’ora di buttare anche la barca
Il mio discorso non era utilizzare quel tipo di materiali per risparmiare sugli spessori e infilarsi nel ginepraio delle flessioni, risonanze e quant'altro che su un cabinatino del genere non hanno motivo di essere considerate ma per risparmiare sui costi e visto che sarà un prototipo, sulla semplicità di realizzazione e facilità di intervento per eventuali modifiche...Indipendentemente dalla forma, spessore e dal peso che si decida di dargli, fosse mia preferirei averla in S235 o S355 che se poi come dicevo dovesse servire, allargare un foro piuttosto che farlo o doverci mettere un foro filettato, la musica cambia, con un trapano 2 punte e un maschio comprati in ferramenta si fa tutto, su dell'inox certe lavorazioni diventano più complesse.
Io avevo un Tucano Plastivela con deriva mobile composta da lama in ferro (dalle prove sembrava essere un S235) e bulbo in ghisa verniciati (bene) che sono stati in acqua per 40 anni senza dare evidenti segni di usura.
In ogno caso Paolo tienici aggiornati sull'avanzamento dei lavori!
è possibile trattare la deriva metallica prima con un primer e poi passare della resina epossidica sopra? se facesse presa immagino che il problema della ruggine sarebbe risolto a vita
1)Prendi la tua bella deriva metallica e la levighi con una rotorbitale per portare via i residui di calamina o i bordi taglienti. Meglio ancora sarebbe sabbiarla.
2)La lavi con acetone per sgrassare la superficie e permettere una migliore adesione
3)Applichi la resina epossidica ed il gioco è fatto.

Se non sai utilizzare alla perfezione l'epossidica è facile fare pasticci e spendere soldi (tanti) per niente, per questo in questi casi preferisco usare la vernice.

1)Prendi la tua bella deriva metallica e procedi con la sabbiatura.
2)Passi 2 mani di primer per fondi metallici.
3)Passi 2/3 mani di vernice e sei a posto per un bel po'

A questo punto hai la deriva pronta per essere trattata con antivegetativa.

Per fare una buona antivegetativa riparti:
Primer per antivegetativa e antivegetativa....
Questo quello che ho fatto io.

La resina epossidica col tempo e con gli sfregamenti si usura esattamente come la vernice e necessita comunque di antivegetativa.
(28-06-2022 09:11)Paolo NTM Ha scritto: [ -> ]è possibile trattare la deriva metallica prima con un primer e poi passare della resina epossidica sopra? se facesse presa immagino che il problema della ruggine sarebbe risolto a vita

In linea di massima il trattamento ti è già stato suggerito. Aggiungerei sicuramente (in base alla mia esperienza) la fase preliminare di conversione della ruggine con prodotto a base di acido fosforico. Nella sostanza farei un trattamento analogo a quello che si fa sulle derive fisse ma con il grandissimo vantaggio di poter lavorare in piano su una superficie piana.
Se vuoi approfondire puoi leggere questa discussione

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