I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Randa autocostruita
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(30-03-2023 22:14)stefano702 Ha scritto: [ -> ]La mia "paura" più grande, sono le dimensioni…..

Infatti è stata la prima cosa che ho pensato quando ho letto 21,5 mq (pensandoli poi da gestire sopra il banchetto della 138). Io avevo lavorato sul pavimento del salotto con una Necchi BU Mira, le ginocchiere da piastrellista e un tubetto di Voltaren per il mal di schiena, ma erano tutte vele che non superavano i 9 mq. Avevo anche costruito un carrellino basso di legno, con le rotelle snodate delle poltroncine da ufficio, per poter spostare meglio tutta la massa che si andava accumulando.
Comunque la storica velaia di Cattolica e poi sua figlia che ha continuato il lavoro, con quella macchina riuscivano a gestire anche vele più grosse (o forse era la 148? ora non ricordo bene) dentro una botteguccia che avrà avuto neanche 10 mq. di pavimento libero.

(30-03-2023 22:14)stefano702 Ha scritto: [ -> ]Si! ho ancora la mitica Pfaff 138...e pensare che l'avevo messa in vendita,

Confesso che quando vidi l’annuncio ci feci un pensierino, ma poi in casa non avevo trovato lo spazio dove poterla tenere e lavorarci (a quei tempi non avevo il garage).
(30-03-2023 22:14)stefano702 Ha scritto: [ -> ]La mia "paura" più grande, sono le dimensioni adesso la sto disegnando sul CAD per pianificare i rinforzi, le stecche, i terzaroli e quant'altro e mi rendo conto che è enorme...ma ormai non torno più indietro!!

A parte lo spazio che richiede l'assemblaggio ed un po' di pianificazione per organizzare i lavori per farla girare più facilmente sotto la macchina (p.es. assemblarla in due metà, cucire i rinforzi e poi unire le due metà) la dimensione più grande gioca a favore negli errorini di assemblaggio, dove, più è grande la vela, meno sono significativi.

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@opinionista velico Oltre alla vela in se, sto pianificando anche le attrezzature che servono a tagliarla e cucirla!
Essendo i ferzi lunghi intorno ai 4 metri, pensavo di prendere due piani di mdf o multistrato, da due metri per uno e giuntarli insieme con due longheroni di tubolare di ferro, aggiungendo un piccolo pezzo centrale per arrivare a poco più della lunghezza del ferzo più lungo, quindi posizionarli su due cavalletti che già ho in casa e quindi per tagliarla non dovrei avere problemi.
Una volta tagliati i ferzi, i rinforzi e tutto il resto smonto il piano di lavoro e lo posiziono davanti al banchetto della Pfaff 138 e la cucio!!...(sembra facile!!!)
Il mio Laboratorio è lungo 10 metri, quindi...
Adesso devo regolare le tensioni della macchina da cucire, perchè avendola provata, ho visto che non cuce bene, ma sto leggendo e memorizzando, oltre al libretto di istruzioni, anche il tread che ha scritto "rossodisera" (che se ci legge, lo inviterei ad intervenire!) e ho già visto che anche li, ci sono molte informazioni di cui approfittare.

@albert In effetti, in questi giorni, sto disegnando la vela, utilizzando le coordinate di Sailcut e trasferendole su un CAD sul quale aggiungo i rinforzi, le stecche i terzaroli e tutto il resto. ( solo che mi sono scordato come si fa per pubblicare le foto qui nel forum, altrimenti postavo qualcosa!)
In questo modo riesco a disegnare "fisicamente" i ferzi sul tessuto e poi lo taglio, seguendo i consigli che mi hai dato....speriamo bene!!Smiley45
Avendo la possibilità di usare AutoCAD 2004, io avevo lavorato direttamente sui file .dxf restituiti da SailcutCAD, intanto per vedere se i ferzi combaciavano tra loro, poi per disegnare i rinforzi e infine per ottimizzare le spese di stampa su carta raggruppando e sovrapponendo i ferzi con colori diversi. Dopodiché bastava sovrapporre il dacron alla stampa e seguire le righe.

Allego la foto di un piccolo fiocco sperimentale per il catamarano, con stecche orizzontali full batten e penna larga tipo square top che avevo disegnato con Sailcut come se fosse stata una randa.

Per inserire la foto nella discussione è molto semplice.
1) clicchi sul tasto a destra “nuova risposta”
2) si apre una pagina dove c’è la finestra per inserire il testo e sotto la funzione per inserire gli allegati
3) clicchi sul tasto “sfoglia” e selezioni il file da allegare
4) poi clicchi sul tasto a destra “aggiungi allegato”
5) ripeti le operazioni 3 e 4 per aggiungere nuovi allegati
6) infine invii il messaggio

Attenzione però che gli allegati devono avere una dimensione limitata che ora non ricordo quale. quindi meglio rimpicciolire la foto prima di inserirla
Io preferisco disegnare i punti "fisicamente" sul tessuto, attraverso delle coordinate rilevate da Sailcut e rielaborate su Cad (Rhinoceros) per poi unirli con una matita e quindi tagliare.
Sempre con il CAD disegno anche i rinforzi con l'inclinazione giusta rispetto al tessuto, per rispettare l'andamento della trama e dell'ordito che hanno i ferzi.
In questo modo riesco anche a vedere esattamente quanto tessuto mi occorre, comprese anche le guaine ed ordinare il metraggio esatto.
Però in effetti è un lavoro abbastanza lungo...ma preferisco così!!Smiley45

N.B. se riesco a rimpicciolire le foto, a breve ne mando qualcuna dei disegni!
Tornando sull'argomento e siccome stò iniziando a reperire un pò di materiale che in seguito mi servirà, volevo chiedere: per quanto riguarda il filo per cucire a macchina e quello per le rifiniture a mano e i rispettivi aghi, come mi devo contenere?
Ho fatto un pò di ricerche (anche qui sul forum) ma tra yarde, titoli e quant'altro non riesco a districarmi!!58
In attesa di eventuali altri suggerimenti più competenti dei miei, posso dirti che per cucire a macchina utilizzo il filo con l’etichetta che vedi in foto e acquistato da Sacloma (presi anche la bobina nera che al momento ho usato più della bianca). L’ago è quello per cucire i jeans (Schmetz n. 100/16) cioè il massimo che la mia macchina può portare.
Credo però che per una randa di oltre 20 mq. sarebbero forse più indicate misure maggiori (di filo e ovviamente di ago) che la tua 138 riesce sicuramente a lavorare.

Le cuciture con fili più grossi le faccio a mano usando le trecce in nylon che vedi nell’ulteriore foto e che acquisto presso un negozio che fornisce anche i pescatori della zona (credo che loro le usino per riparare reti e allestire palangari).
I diametri hanno uno spessore variabile da circa 0,2 a circa 1 mm e la treccia è venduta a peso (i 3 rocchetti in foto saranno meno di 50 cent. di materiale).
Ovviamente uso aghi più grossi (nel caso anche quelli per i materassi) che compro in una merceria vicino casa.
Grazie mille per le informazioni!!
Ho preso questo rocchetto su ebay, ma non è ancora arrivato:
"Aussel Bonded Nylon Sewing Thread 1500 Yard Size T70 #69 for the (c5r)"
Spero vada bene!
Il fatto è che nella mia zona essendoci un sacco di calzaturifici, ci sono anche negozi specifici di accessori, quindi di filo in poliestere cerato e non, aghi per cuciture a mano e a macchina, ne hanno di tutti i colori e tutte le misure, vorrei solo capire cosa devo prendere!!
Quando costruii le altre vele con il Lankotex, feci un pò tutto ad occhio, ma adesso vorrei fare le cose per bene e con i materiali giusti!Smiley45
Adesso mi sorge un'altro dubbio:
Il meolo, dovrebbe uscire dalla guaina della balumina, per un tratto, anche sulla bugna dei terzaroli...giusto??
Inoltre, sempre per quanto riguarda il meolo, pensavo di usare una cimetta da 4 mm. pensate vada bene??
Come promesso, invio un disegno fatto al CAD su coordinate di Sailcut.

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@stefano702 No, il Nylon non va bene !!!! quello di opinionista velico è un filo corretto in poliestere. Meglio se lo trovi anti UV o Sun Stop.

(09-04-2023 17:45)stefano702 Ha scritto: [ -> ]Adesso mi sorge un'altro dubbio:
Il meolo, dovrebbe uscire dalla guaina della balumina, per un tratto, anche sulla bugna dei terzaroli...giusto??
Inoltre, sempre per quanto riguarda il meolo, pensavo di usare una cimetta da 4 mm. pensate vada bene??

Sì alla prima domanda, Sì anche alla seconda.
In casa ho questo, che è quello avanzato dalla cucitura delle vele in Lankotex, questo lo trovo facilmente e di qualsiasi colore, mq non sò se va bene il diametro che credo sia Titolo 30 e non so a quanto corrisponde e se và bene per la vela in Dacron.

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Per la vela da 6 oz va bene un filo V69 (o V70 se American Efyrd Sunstop).
Ma in pratica, il diametro del filo V69 o V70 se American Efyrd Sunstop a quanti decimi di mm. corrisponde?
Normalmente non si usa il diametro del filo ma il “titolo” cioè il rapporto tra la lunghezza e peso.
Nell’etichetta di quello che ho indicato c’è scritto 30/V69 per cui potrei presumere che il 30 stia per “titolo” 30 del poliestere che si usa per lavori domestici o di tappezzeria (probabilmente quello della tua foto), ma non ci metto la mano sul fuoco perché da qualche parte avevo letto che il V/69 corrisponderebbe circa al titolo 40.
“Tex 080” dovrebbe invece indicare il peso in grammi per 1000 m di filo, quindi 80 g ovvero 200 gr per i 2500 m indicati nell’etichetta
Comunque, per quanto ne so, la dimensione del filo bonderizzato per le vele si esprime con quei codici che trovi sui coni del catalogo Sacloma per quella marca (V30, V46, V69, ecc.), poi l’esperienza del velaio stabilisce quale scegliere per un determinato lavoro.

Guardando invece il disegno della randa (mi sembra di aver capito che dovrebbe essere un armo alla portoghese con il picco molto verticale tipo Dinghy Mirror) farei alcune brevi osservazioni ovviamente da prendere con totale beneficio d’inventario:

1) il giro d’albero dato all’inferitura mi sembra un po’ esagerato considerato che l’inferitura si divide in 2 parti cioè quella bassa all’albero (che, essendo corto, avrà anche poca flessione o quasi nulla) e quella alta al picco (che dovrebbe essere un’asta dritta senza curvatura);

2) le stecche mi sembrano un po’ corte e non ho neppure capito il criterio con cui sono state posizionate. Non so poi se sia corretto posizionarle proprio sopra la cucitura tra 2 ferzi e immediatamente sopra la bugna nella mano di terzaroli

3) La balumina dovrebbe avere un disegno tipo ala di pipistrello con leggere curvature verso l’inferitura tra una stecca e l’altra e i 2 punti estremi (angoli di penna e scotta)

4) mi sembrano strani anche rinforzi delle bugne poiché dovrebbero coprire tutto lo sforzo che si propaga in maniera radiale dai 3 angoli della vela. Quindi mancherebbe il rinforzo di tutta la parte centrale

5) io metterei anche una striscia di rinforzo che corre lungo la congiungente dei nuovi punti di mura e di scotta della randa terzarolata passando per i fori dei metafioni.

Per noi “dilettanti” che facciamo queste cose per divertimento, credo che il progetto della vela sia molto più difficile della sua esecuzione pratica Smiley33Smiley33Smiley33
Corrisponde a circa 0.3 mm
In merito al disegno della vela non mi esprimo, non conoscendo la flessione dell'albero e dell'antennale.
Solo in merito ai rinforzi, che in effetti una volta si facevano così, quelli di mura come dimensioni vanno bene, mentre quelli di scotta sono troppo piccoli.
Grazie "opinionista velico" per i tuoi suggerimenti!

1) Per quanto riguarda il giro d'albero, ho dato 70mm. al 35% ma posso sempre cambiarlo e ridisegnare la vela, mentre per quanto riguarda l'Armo, in effetti stiamo parlando di un armo alla Portoghese, ma l'antennale (o picco) non è dritto, ma ad arco, con un allunamento nella parte centrale di 230mm.
L'albero è in legno vuoto all'interno è alto 6.5 mt. ed insartiato in testa, ha un diametro alla base di 107 mm. e per una lunghezza di 4160 mm. a partire dal boma è cilindrico, mentre il resto è rastremato fino ad un diametro di 74 mm. quindi in effetti penso anch'io che fletta veramente poco se non per nulla.

2) Per le stecche, ho diviso la lunghezza della balumina in 4 parti uguali ed in questi punti ho posizionato le stecche, seguendo le indicazioni di "Sailmaker's Apprentice" di Emilianoi Marino e sempre secondo quanto dice Marino, ho ricavato la loro lunghezza partendo dalla direttrice che va dalla Penna alla Bugna, e calcolato il doppio (2/3) della misura che và da tale direttrice al bordo esterno della balumina.

3) Per quanto riguarda il disegno della balumina, l'allunamento che vedi è quello disegnato da Sailcut ( 310 mm. al 50%)

4) Sono d'accordo su quanto dici per quanto riguarda l'aggiunta di un ulteriore rinforzo nella parte centrale del rinforzo.

5) I rinforzi dei matafioni, trattandosi di una vela classica, preferirei lasciarli in quel modo.

In effetti, tutto sommato il progetto è molto più impegnativo dell'esecuzione della vela.
Grazie ancora per la disponibilità!32
Il fatto è che nemmeno io conosco la flessione dell'albero e dell'antennale.
L'albero è di legno di Douglas, vuoto al suo interno (costruzione black-bird) è alto 6.5 metri con un diametro di 107 mm. ed a partire dal boma per un'altezza di circa 4100 mm. è cilindrico, poi parte una rastremazione fino in testa, per arrivare ad un diametro di 74 mm.
Per i rinforzi delle bugne invece, basta aggiungere un'ulteriore striscia tra le due già esistenti oppure devo anche aumentare le loro lunghezze sulla balumina e sulla base??
Grazie per la tua disponibilità!!32Smiley55
(31-03-2023 20:22)stefano702 Ha scritto: [ -> ]3) Per quanto riguarda il disegno della balumina, l'allunamento che vedi è quello disegnato da Sailcut ( 310 mm. al 50%)

5) I rinforzi dei matafioni, trattandosi di una vela classica, preferirei lasciarli in quel modo.

Temo di non essermi spiegato bene sui punti 3) e 5).
Inserisco un disegno per chiarire meglio quello che volevo dire.

[attachment=52402]

Sul punto 3)
Nel disegno ho accentuato l’allunamento negativo di ogni segmento per maggiore comprensione (nel complesso la balumina conserva comunque un allunamento positivo). V. anche i disegni delle pagine 73, 76, 77, 233, 234, 247, 248, 249 del libro di Marino. Il velaio che fece la mia randa attuale (balumina di circa 935 cm con 4 stecche lunghe) disse che bastavano circa 20 mm di allunamento negativo su ogni segmento (mi avevano fatto la stecca alta troppo lunga e non passava sotto il paterazzo, così la riportai in veleria e assistetti a tutto il lavoro per accorciarla, dando una mano e approfittando ovviamente per chiedere più informazioni tecniche possibili…..)

Sul punto 5)
Non parlavo di rinforzi dove vanno gli occhielli dei metafioni (che possono restare come li hai disegnati se così ti piacciono) ma di un rinforzo che corre lungo tutta la linea della nuova base (uno strato di fettuccia per lato) che ovviamente rinforza anche la parte intorno agli occhielli ma non sarebbe questo il suo scopo primario. Soluzione pure questa adottata da quel velaio ma può darsi che altri velai non siano d’accordo (infatti nella precedente randa non c’era) o facciano diversamente.

PS. Sul punto 1).
Come mai la scelta del picco ad arco (che immagino non sarà cavo come l’albero)? Lo chiedo per curiosità Smiley33
(12-04-2023 16:59)stefano702 Ha scritto: [ -> ]Il fatto è che nemmeno io conosco la flessione dell'albero e dell'antennale.

Il 90 % della riuscita del progetto di una randa deriva dalla corretta impostazione dei "giri" di inferitura.
O ti calcoli la flessione in base ad una applicazione dei carichi previsti o simuli questi ultimi con l'albero e l'antennale su degli appoggi/incastri.

Citazione:Per i rinforzi delle bugne invece, basta aggiungere un'ulteriore striscia tra le due già esistenti oppure devo anche aumentare le loro lunghezze sulla balumina e sulla base??

Li ingrandisci in proporzione di circa 1.5 volte quelli della mura (eventualmente quelli della mura li puoi rimpicciolire un pochino.
Eventualmente nella parte in cui si sovrappongono puoi aggiungere qualche strato.
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